La montagna mi mancava molto. Lo sa bene Chiara, che ha dovuto sopportare le mie lamentele per mesi. Ecco quindi che finalmente si presenta l’occasione per una nuova gita con alcuni amici. Si va in Piemonte! In questo articolo vi racconto dell’Alpe Veglia e dell’escursione che porta al Lago d’Avino.
L’Alpe Veglia e la Val Divedro
L’Alpe Veglia è una conca di origine glaciale situata a 1750 metri d’altezza, in una valle laterale della Val Divedro. Si tratta di un luogo molto frequentato durante la stagione estiva, mentre nei mesi invernali è quasi del tutto inagibile. Si accede all’alpe tramite una strada sterrata percorribile a piedi o dai fuoristrada autorizzati. I tempi di percorrenza medi di questo sentiero sono di 1 ora e 50 minuti, ma a passo spedito non richiede più di un’ora.
La conca del Veglia è un luogo perfetto per le famiglie. Trattandosi di una grande area pianeggiante è possibile rilassarsi e far correre i propri amici a quattro zampe. La piana è attraversata da un torrente attraversabile grazie a due ponti. Sulla sinistra del torrente sorge il piccolo abitato di Cianciavero, mentre sulla destra si trovano alcune case private e un paio di rifugi. Uno di questi è il Rifugio Città di Arona, che vi consiglio di cuore.
Escursione al Lago d’Avino
Una delle passeggiate più suggestive che offre l’Alpe Veglia è quella che porta al Lago d’Avino, un piccolo bacino lacustre di origine glaciale. L’escursione ha una durata media di 2 ore e mezza, con un dislivello di 500 metri.
È possibile raggiungere il lago tramite due sentieri: il primo attraversa le case di Cianciavero, ed è indicato dai cartelli appena si raggiunge la conca del Veglia. Il secondo è un po’ più lungo, costeggia la piana sul versante ovest e passa per il Lago delle Streghe.
Noi abbiamo optato per il primo sentiero all’andata e per il secondo al ritorno. Salendo con il primo itinerario si passa anche per le Marmitte dei Giganti. Si tratta di veri e propri pozzi glaciali nati dal processo di erosione della roccia da parte dell’acqua, in questo caso particolarmente vorticosa. I ruscelli, scendendo a valle, incontrano dei crepacci nella roccia. Col tempo iniziano a scavare e a riempire di acqua questi crepacci, creando appunto le marmitte dei giganti.
A questo punto il sentiero si biforca e viene segnalato come “ripido” da una parte e “facile” dall’altra. Quello ripido arriva proprio sotto la diga del lago d’Avino, mentre quello facile un po’ più in alto, permettendo di ammirare il lago da un’altura. Noi abbiamo preso quest’ultimo, e poco dopo sono iniziati i problemi. Pensavamo che il disgelo fosse già in stato avanzato, ma ci sbagliavamo.
A un certo punto il sentiero è scomparso sotto la neve, ghiacciata e molto scivolosa. Per salire ci siamo aiutati camminando sugli arbusti. Per questo motivo consiglio questa escursione da metà giugno in poi, non prima. Una volta in cima, infatti, il lago ci è apparso per gran parte ancora ghiacciato.
Il panorama è letteralmente mozzafiato, anche grazie alla neve. Siamo a 2245 metri, e si respira un’aria bella frizzante. Visti i nuvoloni, siamo ridiscesi quasi subito. Giusto il tempo di mangiare un panino e riposare le gambe.
Il Lago delle Streghe all’Alpe Veglia
Per scendere abbiamo preso l’altro sentiero, quello che ci avrebbe fatto passare per il Lago delle Streghe. Il motivo è semplice: per dove eravamo saliti non c’era modo di tornare giù, se non a ruzzoloni. Rischiavamo seriamente di farci male, così abbiamo optato per l’altra strada, sperando di trovare una pendenza inferiore.
Siamo stati fortunati, perché la pendenza è davvero minore e si scendeva abbastanza tranquillamente. Ogni tanto capitava di attraversare nevai lunghi qualche decina di metri, ma andando piano e facendo un po’ di attenzione non si incontrano grandi problemi.
Poco prima di tornare al livello della conca del Veglia ci siamo imbattuti nel lago delle Streghe, un piccolo specchio d’acqua tra i larici. Qui abbiamo immerso i nostri piedi esausti (e io ho cambiato il terzo paio di calzettoni della giornata!). Poi ci siamo rimessi in cammino e in venti minuti scarsi abbiamo raggiungo la piana, da cui abbiamo preso il sentiero per ridiscendere al parcheggio.
La passeggiata al lago d’Avino è un’escursione stupenda, che attraversa panorami incredibili e dove l’unica padrona è la natura. Forse, appunto, conviene aspettare la fine di giugno, così si evitano le ultime nevi e si cancella il rischio di cadere e farsi male!
Info utili
Come arrivare all’Alpe Veglia: si prosegue lungo tutta l’autostrada Milano – Gravellona Toce, poi si imbocca lo svincolo per “Sempione – Confine di Stato” fino all’uscita di Varzo (dopo Varzo sud). Da lì si segue la segnaletica per San Domenico e Alpe Veglia. Si supera il paesino di San Domenico e si prosegue fino a Ponte Campo (1320 mt.), dove è presente un ampio parcheggio al costo di 3€ giornalieri. Lasciata la macchina si prende la strada sterrata che porta fino all’Alpe Veglia, 400 metri più in alto.
Rifugio Città di Arona: aperto dal 1 giugno fino a fine settembre circa.
Altri rifugi: Alberto Lepontino, Alberto La Fonte
Alpe Devero: dall’Alpe Veglia è possibile raggiungere l’Alpe Devero con una passeggiata di 6 ore e 30 minuti. Del Devero in estate ne abbiamo parlato qui, mentre per la stagione invernale abbiamo scritto questo articolo.
5 commenti
Foto come sempre spettacolari!
Che paesaggi ?
Grazie mille, Pietro! Sì, i paesaggi aiutano parecchio 😀
Peccato che è un po’ lontano da casa mia: non sarebbe impossibile, ma considerando i tempi di percorrenza a piedi, dovrei partire da casa alle cinque del mattino e sarei già a pezzi prima ancora di iniziare la scarpinata. Forse sarebbe più semplice arrivando la sera prima.
Comunque adesso che è iniziata la stagione non vedo l’ora di fare una bella passeggiata (per me sfacchinata) fino a qualche rifugio qui in zona!
Silvia, magari puoi partire in giornata e fermarti al rifugio prima di tentare la salita al lago! Ti fai una notte in rifugio e il giorno dopo, di buon mattino, ti fai il resto della passeggiata 😀
Comunque sono sfacchinate anche per me, ma la soddisfazione quando arrivo in fondo è veramente una cosa meravigliosa!
Hai ragione, quando arrivi in cima dimentichi tutta la fatica. E in più ho sempre l’impressione che un semplicissimo panino al prosciutto sia il più buono del mondo 😉
Grazie per il consiglio!