Per moltissimi di noi, organizzare un viaggio è un rituale che inizia con l’acquisto di una guida Lonely Planet. Le Lonely Planet, con la loro autorevolezza, sono in un certo senso uno status symbol del viaggiatore, al quale nemmeno i travel blogger si sottraggono. Ma come si scrive una guida Lonely Planet? Chi se ne occupa? Continua a leggere e lo scoprirai.
Silvia Castelli e Giacomo Bassi presentano…
Scrivere una guida Lonely Planet
Durante lo Scriba Festival ho avuto l’occasione di assistere a un interessante incontro con Silvia Castelli, caporedattrice di Lonely Planet Italia, e Giacomo Bassi, giornalista e autore delle mitiche guide.
Breve storia di Lonely Planet
Le guide Lonely Planet nascono in Australia da un’idea di Maureen e Tony Wheeler. La coppia, dopo un lungo viaggio attraverso l’Europa e l’Asia, scrisse e pubblicò la prima guida di viaggio nel 1973, Across Asia on the cheap. Se ti interessa, la puoi scaricare gratuitamente da Amazon!
Il nome Lonely Planet, che ci sembra così poetico, viene in realtà da un fraintendimento. I Wheeler stavano ascoltando la canzone di Joe Cocker Space Captain e furono conquistati dai primi 2 versi:
Once while travelling across the sky
This lovely planet caught my eye…
Anziché lovely (adorabile) capirono lonely (solo) e da qui il nome un po’ malinconico rimase appiccicato alle guide.
Oggi le guide Lonely Planet in italiano sono inserite all’interno del catalogo di EDT Edizioni. La sezione italiana di Lonely Planet si occupa non solo delle traduzioni dall’inglese, ma anche di produrre guide originali dell’Italia e delle sue bellezze regionali, a loro volta acquistate e tradotte in altre lingue.
Chi può diventare autore Lonely Planet?
Potenzialmente, tutti. Chiunque sia appassionato di viaggi e di scrittura può candidarsi per diventare un autore Lonely Planet. Dietro presentazione di un CV e di alcuni lavori prodotti, l’aspirante autore viene sottoposto a una serie di task, tra cui la composizione di una mini-guida con indicazioni di cosa vedere, dove mangiare e cosa comprare in una zona molto circoscritta.
Se la sua scrittura risponde ai requisiti richiesti, soprattutto da un punto di vista stilistico, l’aspirante ha buone speranze di essere arruolato nel team Lonely Planet.
Come si scrive una guida Lonely Planet
Il progetto di una guida Lonely Planet si articola principalmente in 4 passaggi: idea – budget – viaggio – stesura. Si parte da un’idea, dal voler realizzare la guida di una determinata area (o revisionare una guida già esistente). Si mette quindi a disposizione dell’autore scelto un certo budget, che serve a coprire le spese di viaggio e la stesura. Segue la partenza dell’autore per la zona di cui scriverà, la conoscenza sul campo. Per esempio…
Giacomo Bassi ha trascorso 40 giorni a Firenze per scrivere la guida della città e 5 ad Ancona per la guida sulle Marche. Hotel, ristoranti e negozi vengono testati personalmente dall’autore nel 99% per cento dei casi.
L’autore organizza il viaggio e la guida secondo le sue personali inclinazioni. È la sua visione di quel determinato luogo. Per questo le guide sono regolarmente aggiornate, a distanza di 2-3 anni, o addirittura riscritte.
Chi sono i lettori Lonely Planet?
Secondo Silvia Castelli, i lettori Lonely Planet non sono necessariamente viaggiatori, ma anche persone che, non potendosi permettere di viaggiare, lo fanno attraverso la lettura delle guide. Per questi motivi una guida Lonely Planet deve rivolgersi al più ampio numero di lettori possibili, andando incontro a tantissimi gusti diversi ed esigenze.
E tu… utilizzi le guide Lonely Planet? Ti piacerebbe scriverne una?
* Photo Credit immagine di copertina: Emma Neuvonen, progetto Lonely Planet in the wild
25 commenti
Caspita se mi piacerebbe! Ma non credo di essere idonea visto il mio stile! 😛
Buon lunedì ragazzi! 😉
Tu saresti una creatrice di stile, Orsa! Grazie e buona settimana, un bacione 🙂
Non sapevo tutte queste cose!! A me piacerebbe molto scrivere una guida turistica!!
Anche a me, decisamente! Però non so se ne sarei in grado, mi sembra così difficile arrivare a conoscere un territorio tanto meticolosamente. Magari un giorno…
Quando ero più piccola avevo due sogni : diventare una scrittrice per la lonely planet e una fotografa per il nat geo. Penso di aver puntato piuttosto in alto con i sogni! Ahahah
Ora come ora mi rendo conto che il mio stile di scrittura è ben lontano da quello sintetico e schematico di una guida ma un giorno, chissà… Mi ha sempre affascinato la storia della Lonely ed è per questo che sono affezionata a queste guide e non ne compro quasi mai altre – se non le cartoville per la mappa della città in cui mi trovo!
🙂
Bisogna sempre sognare in grande, la vita poi si dimostra più che disposta a ridimensionare >.< Devo confessare che non sono una feticista delle guide, ma l'autorevolezza e il fascino delle Lonely Planet sono indiscutibili. Mi è piaciuto molto sentire la Castelli e Giacomo Bassi parlarne, penso che in futuro ogni volta che dovrò acquistare una guida non sarò così tentata dalla più economica, ma penserò a retribuire il lavoro fatto meglio. Un bacione, ragazzi 🙂
Che post interessante! Bravi ragazzi, davvero, il vostro blog ultimamente è uno di quelli che seguo più volentieri… complimenti.
Sinceramente mi piacerebbe molto diventare autrice di una guida Lonely Planet. Chissà, magari in futuro proverò a candidarmi 🙂
Ciao Diletta, ti ringrazio tanto <3
Mentre scrivevo il post ho cercato anche di scoprire se c'era una sezione "Lavora con noi" da qualche parte, ma sfortunatamente non l'ho trovata. Credo occorra passare tramite la casa editrice EDT. Arrivare a pubblicare qualcosa è sempre difficile, il mercato editoriale è molto scontroso, ma d'altra parte di nuove guide c'è sempre richiesta. Bisogna crederci 🙂
Sicuramente deve essere un bellissimo lavoro, che ti permette realmente ti entrare in contatto con la cultura e stile di vita di un posto, detto ciò non le prendo sempre, sono utilissime quelle delle singole città, ma per i viaggi più importanti preferisco le rough guides ultimamente.. hanno più info in tutti i sensi e sembrano anche meno turistiche. Come diavolo avete fatto a mettere la “neve” sul vostro blog?! *.* la voglio pur’ioooo!! T.T
Ciao Flavia! Confesso che neanche noi optiamo sempre per le Lonely Planet, a volte preferisco una guida con più immagini, voglio lasciarmi suggestionare. Vorrei spiegarti come ho fatto a mettere la neve, ma non mi ricordo assolutamente! E’ un’opzione che avevo settato l’anno scorso da qualche parte nei controlli di WordPress. Quando il 1 dicembre ho aperto il blog e ritrovato la neve mi sono meravigliata anche io xD
ahahahahah!!! XD anche per me le guide devono avere la giusta dose di immagini e anche la giusta dose di info storiche o generali insomma..
Interessantissimo! Dai ragazzi, noi travel bloggers potremmo essere sulla strada giusta…incrociamo le dita! 🙂 baci!
Esatto, concediamoci di sognare in grande, dai 😀 un bacione!
E’ il lavoro che tutti noi vorremmo! ???
Sarebbe bello guardarci a 10 anni da oggi per vedere se qualcuno è riuscito a farcela xD
il lavoro dei sogni! 🙂 Complimenti per il post, molto interessante!
Davvero! Grazie mille e un bacione 🙂
Ah sarebbe il lavoro dei sogni quello dell’autore delle guide di viaggio!
Le guide EDT tra l’altro sono quelle che mi piacciono di più e che compro più spesso.
Grazie per le informazioni utilissime 🙂
Ciao Silvia! Grazie a te 😀 mi sa che un po’ tutti noi daremmo via qualche pezzettino di rene per un lavoro simile!
Un articolo interessantissimo: sono stata a un corso per i giornalisti su come scrivere una guida turistica, ma tu sei stata molto più chiara! Mi piacciono le guide Lonely Planet, così come quelle Nat Geo. Avevo anch’io il sogno di diventare una grande giornalista di viaggi, da bambina e adolescente… adesso sono più realista ma non si sa mai, l’occasione giusta può arrivare a ogni età!
Mai dire mai, nella vita (disse la persona più pessimista sulla faccia della Terra xD). In realtà non è merito mio, ma della Castelli e di Giacomo Bassi che hanno tenuto un incontro molto interessante. Hanno risposto alle domande e sono stati davvero disponibili. Ce ne vorrebbero più di occasioni del genere 🙂
Ho conosciuto Giacomo Bassi mentre scriveva la guida sulle Marche… mi ha chiesto se poteva rubarmi dieci minuti… ci siamo intrattenuti a chiacchierare un po’ di più! 😉
Ma che bello, Chiara <3 anche a me sarebbe piaciuto vederlo "sul campo"!
Grazie Chiara, molto interessante!
Ciao Simone, grazie a te! 🙂