Islanda, la terra del ghiaccio e del fuoco. Mai soprannome fu più appropriato. Un viaggio che sognavamo da sempre, un’isola che ci ha stregato con le sue meraviglie e i suoi colori. In questo articolo ti raccontiamo il nostro itinerario e cosa vedere in Islanda in 10 giorni.
Itinerario di 10 giorni in Islanda: viaggio lungo la Ring Road
10 giorni di viaggio, oltre 2.000 km percorsi: è questo il bilancio del nostro on the road in Islanda lungo la Hringvegur, la famosa Ring Road islandese. Di certo è il paese più straordinario che abbiamo mai visitato, una concentrazione unica di paesaggi e geologie che spesso ci hanno fatto sentire su un altro pianeta.

Tra ghiacciai e vulcani, deserti glaciali e campi di lava, cascate e geyser, sorgenti calde e montagne colorate, la natura in Islanda si mostra nella sua forma più pura e incurante della presenza umana. Ci siamo sentiti piccoli, insignificanti e completamente immersi nella bellezza del nostro pianeta.
Questa guida è il nostro modo per dire grazie, ma anche per aiutarti a organizzare il tuo viaggio in Islanda nel modo più facile possibile. Abbiamo riunito in un unico articolo tutto quello che avremmo voluto sapere prima di partire: dalle tappe del nostro itinerario a dove mangiare, dai consigli sul noleggio auto e quelli su come vestirsi.

Qui trovi la mappa del nostro viaggio, così puoi seguire gli spostamenti giorno per giorno. Pronti, si parte!
Giorno 1: Arrivo a Reykjavík e ritiro auto a noleggio
Giorno 2: Reykjavík e Circolo d’Oro
Giorno 3: Trekking sulle montagne colorate del Landmannalaugar
Giorno 4: Háifoss, Seljalandsfoss e Skógafoss
Giorno 5: Reynisfjara, Fjaðrárgljúfur, Skaftafell National Park e Jökulsárlón
Giorno 6: Fiordi Orientali, Seyðisfjörður e Stuðlagil Canyon
Giorno 7: Dettifoss, Víti Crater, Hverir e Lago Mývatn
Giorno 8: Goðafoss e whale watching a Húsavík
Giorno 9: Penisola di Snæfellsnes
Giorno 10: Penisola di Snæfellsnes e Snæfellsjökull National Park
Quando andare in Islanda? Il periodo migliore per visitarla
Dove alloggiare in Islanda
Come muoversi in Islanda
Voli dall’Italia all’Islanda
Mangiare in Islanda: le cose da sapere
Islanda low-cost: consigli per risparmiare in viaggio
Come vestirsi per un viaggio in Islanda
Assicurazione di viaggio in Islanda

Giorno 1: Arrivo all’aeroporto di Reykjavík e ritiro auto a noleggio
Notte a: Student Hostel, Reykjavík
Appena atterrati a Reykjavík ci accolgono un fresco venticello e 12 piacevolissimi gradi. Ritiriamo subito dagli uffici della compagnia Green Motion il nostro 4×4 noleggiato con DiscoverCars e ci mettiamo alla guida verso la capitale islandese. Il tragitto dall’aeroporto di Keflavík richiede all’incirca 45 minuti.
Dopo aver lasciato i bagagli all’ostello, accanto al laghetto Tjörnin, usciamo per una passeggiata nel centro di Reykjavík, in cerca di qualcosa da mettere sotto ai denti.
Saremo in città per tre notti, approfittando di Reykjavík come base di partenza anche per un paio di escursioni nelle vicinanze. Durante la nostra passeggiata ci perdiamo tra le casette colorate, ammiriamo la sorprendente architettura della sala concerti Harpa, e scopriamo una città ricca di street art e sculture.

Concludiamo la giornata con una cena da Baka Baka, un’ottima bakery che di sera cucina piatti italiani. Qui prendiamo una pizza margherita quasi perfetta (costo: 20€ circa). Sarà il nostro unico pasto italiano prima di immergerci a pieno nella tradizione gastronomica islandese.
Prima di tornare all’ostello facciamo altri due passi verso l’oceano, godendoci la strana sensazione di una serata in cui ci sarà sempre luce in cielo.

Giorno 2: Reykjavík e Circolo d’Oro (Golden Circle)
Notte a: Student Hostel, Reykjavík
Reykjavík
Dopo la prima notte senza buio, torniamo in centro per scoprire un po’ più a fondo cosa vedere a Reykjavík. Incontriamo tanta altra street art e negozietti di ogni genere. Camminiamo poi verso la zona del porto, costellata di locali e ristoranti di pesce.
Qui restiamo qualche minuto incantati osservando i turisti che si imbarcano per i tour di avvistamento balene su barche e gommoni, esperienza che noi faremo qualche giorno dopo sulla costa nord dell’isola. Il cuore ci batte forte pensando all’emozione che devono provare queste persone per il loro primo incontro con i giganti del mare.

Proseguiamo con uno stop alla Hallgrímskirkja, l’iconica chiesa luterana di Reykjavík (da non confondere con la cattedrale). Le colonne in cemento ricordano le scogliere islandesi in basalto, che ben presto impareremo a conoscere.
Ci spostiamo verso l’oceano per scattare una foto al Sun Voyager (in islandese Sólfar, traducibile come “la nave del sole”), scultura di Jón Gunnar Árnason che fu commissionata nel 1986 per celebrare il 200esimo anniversario della città. La scultura è molto fotogenica e rientra senza dubbio tra le cose da vedere a Reykjavík.

La nostra mattinata a Reykjavík si chiude con un appetitoso fish and chips e una lobster soup (zuppa di aragosta) da 101 Reykjavík street food, un locale situato sulla famosa Rainbow Street. Dopo pranzo ci imbattiamo anche in una sfilata di auto d’epoca vicino al laghetto Tjörnin, una delle manifestazioni che si tengono in occasione della Festa Nazionale d’Islanda il 17 giugno.
Altre cose da vedere a Reykjavík
Per mancanza di tempo, abbiamo dovuto tralasciare alcune delle attrazioni di Reykjavík che certamente meriterebbero una visita. Segnaliamo in particolare:
- Museo Nazionale, per una panoramica sulla storia e sulla cultura islandese;
- Museo d’arte di Reykjavík, diviso in tre sedi e dedicato all’arte moderna e contemporanea;
- Giardini botanici, con uno splendido café all’interno di una serra;
- Museo all’aperto di Árbær, con una fedele riproduzione di case, fattorie e chiese islandesi del XIX;
- La celebre Laguna Blu, a 40 km dalla capitale, nei pressi dell’aeroporto di Keflavík.

Circolo d’Oro: Thingvellir, Geysir, Gullfoss
Nel pomeriggio partiamo per la prima avventura islandese vera e propria: ci mettiamo alla guida del nostro 4×4 in direzione del Parco Nazionale di Thingvellir (Þingvellir in islandese, letteralmente “campi dell’assemblea”), la prima delle principali tappe del famoso Circolo d’Oro.
Thingvellir National Park
Dopo 45 minuti di strada lasciamo l’auto in uno degli ampi parcheggi del parco e iniziamo la nostra esplorazione, percorrendo a piedi il sentiero che si snoda al centro di due placche tettoniche: quella nordamericana e quella euroasiatica.

Ci sembra di essere finiti in un libro di scienze, oppure in una puntata di Superquark: è incredibile essere lì, ci sentiamo piccoli piccoli in mezzo alla spaccatura creata da due faglie che si allontanano di pochi millimetri ogni anno.
Sempre qui, a Thingvellir, nel 930 d.C. fu fondato il primo parlamento al mondo, l’Althing. Lungo il percorso si gode di una visuale sensazionale sulla piana che circonda il parco, con l’iconica chiesetta Þingvallakirkja, incastonata al centro di un intricato sistema di torrenti azzurri.


Camminando lungo i sentieri tracciati e ammirando i piccoli canyon scavati dall’acqua, ti potresti accorgere che i fondali di questi torrenti sono disseminati di monetine. Un tempo si usava lanciarle in acqua, mentre ora è severamente vietato.
Tra le altre cose da vedere a Thingvellir ci sono anche i resti della capanna di Snorri (Snorri’s booth), principale personaggio della Eyrbyggja saga e importante leader islandese vissuto tra il 963 e il 1031.

Proseguiamo oltre la spaccatura tra le placche tettoniche e incontriamo la piccola cascata di Oxarafoss e il Langistígur, soprannominato “il cammino della morte”. Questo sentiero era percorso dai condannati prima che venissero decapitati o impiccati (gli uomini) e annegate o arse vive (le donne).
Langistígur è anche una location di Game of Thrones, utilizzata come accampamento dei bruti oltre la Barriera in una scena che vede protagonisti Tormund e Ygritte.
Thingvellir National Park – Info utili
- Parcheggio: 750 ISK (poco più di 5€) per tutto il giorno;
- Durata della visita: 2-3 ore circa;
- Bagni pubblici in loco.

Geysir
Ci rimettiamo in auto in direzione di Geysir, che raggiungiamo dopo altri 45 minuti di strada. Qui il parcheggio è gratuito, mentre una merenda al Visitor Centre può rivelarsi davvero salata: 21€ per due fette di torta e due caffè.
Il sito prende il nome dal più antico geyser conosciuto, che ha poi dato il nome a tutti gli altri. Sebbene le eruzioni di Geysir siano attualmente rare e imprevedibili, siamo rimasti incantati davanti alle frequenti eruzioni di Strokkur, che raggiunge altezze di 30 metri e si mostra ogni 6-10 minuti circa.

Pozze di acqua bollente tra gli 80 e i 100 gradi sono disseminate ovunque, e i fumi di zolfo che si alzano dal terreno oro, bianco e rosso contribuiscono all’idea di trovarsi su un pianeta alieno.
Nel mondo esistono solo poche centinaia di geyser, di cui la metà a Yellowstone. In Islanda ci sono i geyser perché si tratta di un’isola vulcanica molto attiva situata sopra un punto caldo, lungo la dorsale medio atlantica. Proprio per questi motivi è interessata da continui fenomeni eruttivi, tra cui appunto i geyser.

Gullfoss
A una decina di minuti di auto da Geysir si trova Gullfoss, la nostra ultima tappa lungo il Circolo d’Oro. Grazie alla sua maestosità e agli incredibili giochi di luce del suo doppio salto, Gullfoss è – a ragione – considerata “la regina di tutte le cascate islandesi”.
Quando arriviamo sono ormai le otto di sera, i turisti rimasti sono pochi e il sole di giugno è ancora altissimo nel cielo. Ammiriamo la cascata dall’alto e poi scendiamo seguendo il sentiero che passa a fianco di entrambi i salti della cascata, rispettivamente di 21 e 11 metri d’altezza.

Il fiume protagonista di questa meraviglia della natura è il Hvítá, nella valle di Haukadalur. Nel punto più basso del percorso di visita ci troviamo proprio a due passi dalla forza dell’acqua, davanti a uno spettacolare arcobaleno creato dal vapore che sale dal fondo della gola.
Gullfoss – Info utili
- Due parcheggi, entrambi gratuiti. Uno con accesso disabili che porta direttamente davanti alla cascata;
- Indispensabile l’uso di abbigliamento impermeabile per la parte più bassa del sentiero;
- Da Gullfoss partono tour in motoslitta sul ghiacciaio Langjökull.

Il nostro giro del Circolo d’Oro si chiude qui, con alcune immagini che rimarranno nella nostra memoria per sempre. Abbiamo calcolato all’incirca 3 ore di auto per andare e tornare da Reykjavík, mentre le tre soste ci hanno richiesto più o meno 8 ore di visita.
Nel caso tu non abbia noleggiato un’auto, puoi sempre scegliere uno dei tanti tour di un giorno che da Reykjavík ti portano alla scoperta del Circolo d’Oro.

Giorno 3: Trekking sulle montagne colorate del Landmannalaugar
Notte a: Student Hostel, Reykjavík
Il terzo giorno del nostro viaggio in Islanda lo dedichiamo al Landmannalaugar, una regione montuosa interna nei pressi del vulcano Hekla, a circa 180 km da Reykjavík. Abbiamo prenotato con GetYourGuide un trekking guidato sulle montagne colorate del Landmannalaugar, con partenza proprio dalla capitale.
Sono le 7:00 del mattino quando l’autobus di Arctic Adventures ci preleva davanti al municipio di Reykjavík. L’andata dura circa 4 ore, con uno stop a Hella; poco dopo lasciamo la strada asfaltata e ci immettiamo su una F-Road, una pista sterrata percorribile solo nei mesi estivi con mezzi 4×4. Tra torrenti da guadare e sterminati campi di lava, fuori dal finestrino scorre un paesaggio lunare.


Il punto di partenza del trekking è il camping di Landmannalaugar, attrezzato con bagni, docce e un piccolo shop. Da qui partono di solito gli escursionisti che affrontano il Laugavegurinn, letteralmente “Sentiero delle sorgenti calde”. Considerato uno dei percorsi di trekking più belli del mondo, il Laugavegurinn prevede 55 km da percorrere in 4 tappe giornaliere fino a Þórsmörk.
Il percorso che faremo noi, ovviamente, è molto più breve. Ci mettiamo in cammino insieme alla nostra guida Matt, un simpatico inglese trapiantato per amore in Islanda. Da vero storyteller, Matt ci racconta tantissime curiosità sulla zona che stiamo attraversando e ci sprona nei punti più tosti dell’escursione.
Il nostro trekking prevede circa 10 km da percorrere in 4 ore, attraverso il campo di lava di Laugahraun e il canyon di Vondugil fino al monte Brennisteinsalda, una cima multicolore alta 855 metri, dai pendii striati di giallo, rosso, arancio e rosso mattone.
Leggi il racconto completo dell’escursione nel Landmannalaugar


Camminiamo tra sorgenti sulfuree, pareti di ossidiana e stratificazioni di minerali che danno al paesaggio sfumature irreali e cangianti. È una zona ancora relativamente sconosciuta al turismo di massa, dove la potenza della natura si mescola alle leggende e ogni roccia potrebbe essere un troll tramutato in pietra.
Dalla cima del Brennisteinsalda la vista abbraccia panorami immensi, dove il nero dei campi di lava si mescola al verde e ai pendii innevati delle vette più distanti, mentre nuvole di fumo si alzano dalle solfatare alla base del monte. Mentre riprendiamo fiato, Marco scatta centinaia di foto ai panorami che ci circondano, cercando di catturare la loro immensità.
Il ritorno al camping prevede, per chi vuole, il bagno in una sorgente di acqua calda. Landmannalaugar significa letteralmente “Piscine del popolo”, per via delle tantissime terme naturali (“hot pot”) qui presenti. È ormai pomeriggio inoltrato quando risaliamo sull’autobus per il rientro a Reykjavík, che ci aspetta per un’ultima notte.


Giorno 4: Háifoss, Seljalandsfoss e Skógafoss
Notte a: Mountain Queen Angelica, Hvolsvöllur
Ci siamo, inizia il nostro viaggio lungo la Ring Road. La percorreremo in senso antiorario, iniziando dalle famose cascate dell’Islanda del sud. Alla guida della nostra auto a noleggio, ci lasciamo Reykjavík alle spalle, pronti a macinare centinaia di chilometri al giorno.
Háifoss
La nostra prima tappa è la cascata di Háifoss, che raggiungiamo con una deviazione di un’ora e mezza dalla strada principale. L’ultimo tratto prevede 7 km su strada sterrata, che è consigliabile affrontare con un 4×4.


Háifoss offre uno spettacolo davvero unico: il fiume Fossá í Þjórsárdal si getta in un canyon con un salto di 122 m, dando vita a una delle cascate più alte d’Islanda. Accanto al salto principale, la più bassa cascata di Granni le tiene buona compagnia. Tra pochi turisti e tanti moscerini, l’arcobaleno aggiunge a questo scenario un tocco di magia.
Dopo essere tornati sulla Ring Road, ci fermiamo per pranzo all’Eldstó Art Café, dove una spaziale lamb soup (zuppa d’agnello speziata) ci dà le energie per affrontare il resto della giornata. Conto islandese: 23€ a testa.

Seljalandsfoss
La seconda cascata che visitiamo è quella di Seljalandsfoss, famosa per un passaggio che permette di camminare proprio dietro il getto d’acqua formato dal fiume Seljalandsá. Prima di affrontarla ci chiediamo se il nostro abbigliamento sia abbastanza impermeabile per uscirne indenni: non ci resta che metterlo alla prova.
Ci arrampichiamo tra le rocce, avvolti in una nuvola di spruzzi e goccioline, il rombo della cascata in faccia. Il passaggio è lungo solo poche decine di metri, ma davvero emozionante. Test impermeabilità superato (per sapere come ci siamo vestiti, leggi l’articolo fino in fondo)!


Da non perdere anche la cascata di Gljúfrabúi, nascosta in un piccolo canyon, a 500 metri di distanza sulla sinistra da Seljalandsfoss.
Seljalandsfoss – Info utili
- Parcheggio: 700 ISK (circa 5€) per tutto il giorno;
- Durata della visita: 40 minuti circa;
- Bagni pubblici disponibili e piccolo punto ristoro;
- Si raccomanda abbigliamento completamente impermeabile!

Skógafoss
L’ultima tappa della giornata è Skógafoss, cascata originata dal fiume Skógaá, che nasce dal ghiacciaio Eyjafjallajökul. Si tratta di una delle cascate più famose e facilmente accessibili d’Islanda, per questo i turisti non mancano.
Secondo una leggenda, il vichingo Þrasi Þórólfsson nascose un forziere di monete d’oro dietro la cascata. Nel tentativo di recuperarlo, un ragazzo legò una corda a uno degli anelli del forziere, che si staccò rompendosi. La maniglia con iscrizioni runiche fu usata come porta della chiesa di Skógar ed è oggi conservata nel suo museo. Il tesoro d’Islanda è perduto… ma non è detta l’ultima parola.
Skógafoss si può visitare da sotto, camminando sulla spiaggia dove si getta la cascata, oppure da sopra, salendo per una scalinata di 470 gradini sulla destra.


Skógafoss – Info utili
- Il parcheggio è gratuito;
- Sono disponibili a pagamento i bagni pubblici del vicino campeggio (se non sei riuscito a trovare il forziere d’oro, ti farà comodo avere qualche corona islandese);
- Da Reykjavík partono tour organizzati alla scoperta della costa sud dell’Islanda e delle sue cascate.
Il nostro alloggio per la notte è a pochi chilometri da Skógafoss, una stanza con bagno condiviso nella farmhouse Mountain Queen. Dormiamo sotto le montagne Eyjafjöll, davanti alla leggendaria roccia di Drangurinn, che si dice abitata dagli Elfi.

Giorno 5: Reynisfjara, Fjaðrárgljúfur, Skaftafell National Park e Jökulsárlón
Notte a: Hotel Höfn
Reynisfjara
Il nostro quinto giorno in Islanda comincia dalla spiaggia nera di Reynisfjara, a mezz’ora di auto dal nostro alloggio. Questa spiaggia è diventata celebre per le sue alte colonne di basalto e per le “onde killer” (sneaky waves), che mettono a rischio la vita di chi si avventura troppo vicino alla riva.
Queste onde improvvise possono verificarsi anche in periodi di totale calma dell’oceano. Si insinuano per molti metri dentro la spiaggia e per questo motivo c’è il rischio di venire trascinati via. Purtroppo alcune persone hanno perso la vita, infatti all’ingresso della spiaggia troverai dei cartelloni con l’indicazione del punto da non superare per restare dentro una “zona sicura“.
Messe da parte queste precauzioni, Reynisfjara è l’ennesimo posto incredibile: tra la sabbia nera e le imponenti colonne di basalto, l’atmosfera è davvero surreale. Spigolose formazioni rocciose emergono dalle agitate acque dell’oceano, stagliandosi nette contro le nuvole basse e il cielo grigio. Sembra proprio di trovarsi ai confini del mondo.


Fjaðrárgljúfur
Dopo aver scattato un numero incalcolabile di foto, ripartiamo in direzione della meta successiva: lo suggestivo canyon di Fjaðrárgljúfur. Con una lunghezza di 2 km e una profondità di 100 metri, le pareti di questo canyon sono attraversate da tante piccole cascate, creando uno scenario unico.
Il sentiero tracciato segue il percorso del canyon per una ventina di minuti fino al belvedere finale, che si apre su due splendide cascate e una gola dove si riversa un’acqua azzurrissima.

Fjaðrárgljúfur è diventato famoso soprattutto in seguito al videoclip del 2015 di Justin Bieber “I’ll show you”. L’afflusso di turisti divenne tale che le autorità chiusero le parti più esposte del canyon e vietarono di percorrerlo dal basso, come era invece possibile prima.
Fjaðrárgljúfur – Info utili
- Parcheggio gratuito;
- Bagni pubblici in loco.

La giornata è ricca di appuntamenti con la natura islandese, quindi ci fiondiamo in auto e ripartiamo lungo la Ring Road. Prima di arrivare alla prossima tappa, attraversiamo lo spettacolare Skeiðarársandur, una sconfinata distesa di sabbia generata dal trasporto dei detriti di fiumi glaciali. Il Skeiðarársandur si estende su una superficie di 1300 metri quadrati, dal ghiacciaio Vatnajökull fino alle rive dell’oceano.

Skaftafell National Park
Procediamo fino a raggiungere lo Skaftafell National Park, dove parcheggiamo l’auto e ci incamminiamo per il sentiero che in 1,6 km (25 minuti circa) porta proprio ai piedi del maestoso ghiacciaio Skaftafellsjökull.
Una volta arrivati restiamo subito a bocca aperta: la calotta glaciale è immersa in un’atmosfera mistica, tra nuvole bassissime e un silenzio rotto solo da qualche sparuto turista. Una laguna punteggiata da piccoli iceberg emerge spettrale dalla nebbia, dando vita a uno scenario indimenticabile.


Anche se resteremmo lì per sempre, dopo un po’ riprendiamo il sentiero e torniamo al Centro Informazioni, da cui iniziamo a seguire il percorso in pendenza verso la cascata Svartifoss.
Questo salto d’acqua, sebbene di piccole dimensioni e modesto in altezza, è molto suggestivo grazie alle colonne di basalto nere che circondano la conca dove si tuffa l’acqua. I 2 km di sentiero sono perlopiù in salita, ma la vista finale ripaga di tutta la fatica.
Skaftafell National Park – Info utili
- Parcheggio: 750 ISK (poco più di 5€) per tutto il giorno;
- Camping in loco;
- Bagni pubblici in loco;
- Centro informazioni con caffetteria/bar;
- Nel parco si possono fare tanti percorsi ben segnalati, ma anche escursioni guidate come ad esempio il trekking sul ghiacciaio Vatnajökull.

Jökulsárlón
Nelle eterne giornate estive islandesi, le cose da vedere non finiscono mai. Riprendiamo quindi la strada verso la celebre laguna glaciale di Jökulsárlón. È il più grande lago glaciale islandese, formatosi intorno al 1934 e diventato via via sempre più esteso a causa dello scioglimento accelerato dei ghiacciai islandesi.
A renderlo uno dei posti più famosi d’Islanda e senza dubbio anche uno dei nostri preferiti, sono i numerosi iceberg disseminati per la laguna, con colori che variano dal blu intenso al nero fuligginoso dato dalle ceneri vulcaniche.

Gli iceberg nascono dalla lingua meridionale di ghiaccio del Vatnajökull chiamata Breiðamerkurjökull, da cui si staccano costantemente pezzi di ghiaccio più o meno grandi. È un luogo incredibile, bellissimo, davanti al quale è facile commuoversi.
Centinaia di uccelli planano sull’acqua mentre le foche nuotano tranquille tra gli iceberg. Si rimane così, in silenzio a fissare uno spettacolo magnifico di cui purtroppo siamo in larga parte responsabili.


A poca distanza dalla Jökulsárlón c’è anche la Diamond Beach, una spiaggia di sabbia nera dove gli iceberg arrivano dalla laguna trasportati dalla corrente. Prima di sciogliersi lentamente nell’oceano, acquisiscono l’aspetto di diamanti o cristalli, dando vita a un effetto spettacolare molto amato soprattutto dai fotografi.
Jökulsárlón – Info utili
- Parcheggio gratuito (fino all’estate 2023), ma in futuro viene dato per certo l’introduzione di un ticket con un costo simile a quello di altri parcheggi;
- Vengono organizzati tour in kayak nella laguna glaciale e tour in gommone tra gli iceberg, nonché gite di un giorno da Reykjavík a Jökulsárlón;
- Partenza per escursioni alla grotta di ghiaccio.

Le meraviglie della giornata non sono ancora finite, perché alle otto di sera arriviamo finalmente a Höfn e, dopo il check all’Hotel Höfn, ci fiondiamo al ristorante Otto Matur & Drykkur prima che chiuda la cucina.
Mai scelta fu più azzeccata: quella da Otto è stata una delle migliori cene della nostra vita. Il pesce è freschissimo e illegalmente buono, mentre il locale è in pieno stile scandinavo, con gli ambienti luminosi e accoglienti in legno chiaro.

Per due piatti principali (merluzzo affumicato e salmerino artico, entrambi con verdure di stagione), un calice di vino e una skyr ganache con mirtilli da dividere, abbiamo speso 105€. Forse uno dei pasti più costosi di questo viaggio in Islanda, ma il più buono di tutti.


Giorno 6: Fiordi Orientali, Seyðisfjörður e Stuðlagil Canyon
Notte a: Eidavellir Apartments and Rooms, Egilsstaðir
La musica dei Sigur Rós, 4 ore alla guida. Dopo aver lasciato il nostro hotel a Höfn, la giornata si apre tra le curve e i magnifici scorci dei Fiordi Orientali. Facciamo alcune soste per scattare foto e sgranchirci le gambe, mentre i minuti si accumulano e iniziamo a chiederci se raggiungeremo mai la prima tappa della giornata, la cittadina di Seyðisfjörður.
All’altezza di Breiðdalsheiði potremmo accorciare il percorso di 60 km percorrendo la strada sterrata – aperta solo in estate – che porta al passo montano di Öxi (lunga 19 km), ma l’indecisione ci fa proseguire lungo la Ring Road, che si modella alla costa frastagliata dei fiordi. Le note purissime dei Sigur Rós sembrano nate per questi paesaggi, tra acqua e cielo.

Seyðisfjörður
Finalmente verso le 14:00 raggiungiamo Seyðisfjörður, che ci saluta con la colorata Rainbow Street, in netto contrasto con il freddo e il vento pungente di questa giornata. Alla fine della strada arcobaleno sorge la Chiesa Blu: dipinta di azzurro pastello, è uno dei monumenti più fotografati d’Islanda.
Per riscaldarci entriamo nell’accogliente Kaffi Lára El Grillo Bar, dove ordiniamo due hamburger e due birre artigianali, spendendo circa 60€.


Seyðisfjörður è una tra le località principali dei Fiordi Orientali e l’unico porto islandese dove si può arrivare dall’Europa continentale, nello specifico dalla Danimarca. Se il clima fosse migliore, ci fermeremmo per una passeggiata più lunga, ma il freddo ci scoraggia e ci invita a proseguire verso la prossima tappa.
Allontanandoci dalla costa e dall’aspra bellezza dei Fiordi, maciniamo un altro centinaio di chilometri verso l’interno. Superiamo Egilsstaðir, che sarà la nostra base per stanotte, e proseguiamo lungo la Ring Road. Facciamo una sosta fotografica alla cascata di Rjúkandi, che con il suo salto di 93 metri può essere vista proprio dalla strada.

Stuðlagil Canyon
La nostra destinazione è lo Stuðlagil Canyon, un vero spettacolo della natura, in cui l’acqua verde-turchese del fiume Jökla si incanala tra pareti formate da colonne di basalto alte fino a 30 metri. Si raggiunge con una deviazione dalla Ring Road sulla strada 923, con fondo che alterna tratti asfaltati a tratti sterrati ma può essere percorsa anche senza 4×4.
Lo Stuðlagil Canyon può essere visitato sia dal lato nord che dal lato sud, senza un collegamento tra i due. Il lato nord è più comodo, accessibile e adatto a chi ha poco tempo, ma offre una visione piuttosto parziale del canyon.

Per questo noi decidiamo di visitarlo dal lato sud, prendendo una deviazione che ci permette di arrivare molto più vicini al canyon, lungo una strada sterrata un po’ dissestata che conduce a un parcheggio. Da qui arriviamo al canyon con una passeggiata in piano di circa 3 km, passando davanti alla cascata di Stuðlafoss.
Gli stupefacenti colori dello Stuðlagil Canyon non sono frutto del fotoritocco. Da metà giugno a metà agosto le acque risplendono di un magico verde-azzurro, mentre nel resto dell’anno può capitare di trovarle grigie o marroncine.


Le nere colonne di basalto si immergono nel canyon, offrendo uno spettacolo davvero grandioso. Scendiamo fin quasi al livello dell’acqua, arrampicandoci tra le rocce, e ascoltiamo rapiti il rombo del fiume. Per noi è uno dei luoghi più belli d’Islanda.
Stuðlagil Canyon – Info utili
- Se hai poco tempo a disposizione, ammira il canyon dal belvedere sul lato nord, impostando Stuðlagil Canyon Viewpoint su Google Maps. Il parcheggio dista dal belvedere solo 250 m. Bagni pubblici disponibili in loco;
- Se vuoi arrivare più vicino al canyon, visitalo dal lato sud. Percorri 14 km sulla strada 923 e gira a sinistra all’indicazione “Klaustursel”. Scendi fino al fiume, oltrepassa il ponte e guida per un altro paio di km su una strada sterrata piuttosto dissestata fino al parcheggio. Qui troverai un piccolo chiosco di street food (indicazione su Google Maps) e l’inizio del sentiero che ti condurrà a piedi al canyon. Viste le condizioni della strada, lo consigliamo solo con 4×4;
- Se scegli il lato sud del canyon, metti in conto circa 3 ore di visita e una passeggiata di 6 km a/r.
È ormai tardo pomeriggio quando facciamo ritorno alla nostra auto e ci rimettiamo in viaggio verso Egilsstaðir, dove ci aspetta una tranquilla stanza con bagno condiviso presso Eidavellir Apartments and Rooms.

Giorno 7: Dettifoss, Víti Crater, Hverir e Lago Mývatn
Notte a: Langavatn Guesthouse
Il mattino dopo ci rimettiamo alla guida in direzione di Dettifoss: finalmente una giornata baciata dal sole! Viaggiamo verso nord, attraversando gli spettacolari e scenografici altipiani centrali.
Lungo la strada ci fermiamo a fare una tarda colazione in un piccolo café letteralmente in mezzo al nulla: Beitarhúsið. Ci facciamo tentare da un piatto di gustosi waffle con panna e marmellata, che insieme a due caffè paghiamo 23€ circa. Beitarhúsið è perfetto anche per le soste pranzo: qui troverai zuppa d’agnello, hot dog, sandwich, torte, zuppa del giorno…


Dettifoss
Con la pancia piena riprendiamo la strada verso Dettifoss, che visitiamo dal lato ovest, tramite la strada asfaltata 862. Lasciata l’auto si raggiunge la cascata con una passeggiata di circa 5 minuti.
Siamo davanti alla più grande delle cascate islandesi e quella con la maggiore portata d’acqua in Europa. La potenza del getto d’acqua è tale da scavare la forra sottostante del Jökulsárgljúfur canyon di diversi centimetri l’anno.

A breve distanza da Dettifoss si trovano altre due splendide cascate: Selfoss e Hafragilsfoss, raggiungibili in pochi minuti seguendo i sentieri tracciati e i relativi cartelli.
Dettifoss – Info utili
- Parcheggio gratuito (a giugno 2023);
- Bagni pubblici in loco;
- La cascata è raggiungibile anche dal lato est, tramite la strada sterrata 864. I due versanti non sono collegati e questa alternativa è più lunga rispetto alla 862, oltre a richiedere l’uso di un 4×4. La strada, inoltre, di solito viene aperta solo nei mesi estivi. Da questo lato si può arrivare molto più vicino all’imponente salto d’acqua, anche se da una posizione più defilata. È il versante preferito dai fotografi.

Víti Crater
Il viaggio continua, e siamo ormai prossimi alla zona circostante il lago Myvatn. Prima di raggiungerla facciamo una piccola deviazione per visitare il Víti Crater, nella zona geotermale di Krafla.
Camminiamo sul bordo di questo cratere di terra rosso brillante e guardiamo giù rimanendo incantati per il bacino di acqua azzurrissima che si è creato sul fondo. Nelle giornate di sole i colori assumono sfumature incredibili, rafforzando la sensazione di trovarsi su Marte.


Nella zona vulcanica di Krafla si trova un grande impianto geotermico che produce energia. L’odore di zolfo è ovunque, così come le ciminiere fumanti disseminate nel paesaggio rossobruno.
La caldera di Krafla è una delle più grandi in Islanda insieme a Hekla e Katla; ha eruttato 29 volte di cui l’ultima nel 1984. Attenzione: esiste un altro Víti Crater (in islandese Víti significa “inferno”), situato nella zona interna di Askja.

Hverir
Prima di arrivare al Myvatn abbiamo un ultimo stop da fare: il sito geotermico di Hverir, a una decina di minuti di auto dal Víti Crater. Fumarole e pozze di fango ribollenti rendono quest’area uno dei posti più assurdi che abbiamo mai visto.
Percepiamo il potere della terra viva sotto i nostri piedi e osserviamo ammaliati fenomeni che fino a quel momento avevamo conosciuto solo sui libri di scienze. I colori della terra vanno dal bianco accecante al blu scuro, passando per mille sfumature di giallo, arancione e rosso: una festa per gli occhi.
Hverir – Info utili
- Parcheggio a pagamento: 1000 ISK (circa 6,80€)


Lago Myvatn
Ultima tappa della giornata è il lago Myvatn, un bacino lacustre di origine vulcanica noto per il birdwatching e il clima mite che favorisce la presenza di una fauna molto variegata.
Il cielo sopra il lago è di un blu intenso e la temperatura sfiora i venti gradi: è il nostro primo giorno in Islanda in maniche corte. Seguiamo il percorso lungo gli pseudo-crateri di Skútustaðagígar, chiamati così perché non hanno mai eruttato lava ma soltanto vapore bollente, intrappolato sotto la superficie dell’acqua.
Dalla cima degli pseudo-crateri lo sguardo abbraccia tutto il lago e il verde paesaggio circostante, fino alle fumarole di Hverir e al rosso della terra ribollente di Krafla. Dalla parte opposta, l’azzurra chiesetta di Skútustaðakirkja si staglia contro le montagne innevate di Askja in lontananza. Vorremmo continuare a riempirci gli occhi di questa meraviglia senza andarcene mai.


Lago Myvatn – Info utili e altre cose da vedere
- La traduzione letterale di Myvatn è “lago dei moscerini”. Sebbene innocui, in estate e in assenza di vento possono essere davvero fastidiosi, poiché infestano completamente questa zona lacustre;
- A poche decine di metri dalla sponda est del Myvatn sorge l’immenso cratere vulcanico Hverfjall, dal colore nero intenso. Con un’altezza superiore ai 400 metri, un diametro di 1000 e una forma conica quasi perfetta, Hverfjall attira subito l’occhio di chi visita il Myvatn per la prima volta. Un sentiero permette di scalare uno dei versanti del cratere fino a raggiungerne la sommità;
- Sempre sulla sponda est del lago, lungo la strada 848, sorgono le formazioni rocciose di Dimmuborgir, originate dall’incontro della lava incandescente con la vecchia palude. Oggi è possibile camminare in mezzo a questo paesaggio assurdo seguendo i sentieri tracciati;
- Grotta Grjótagjá: a pochi passi dal cratere Hverfjall, si trova questa piccola grotta con all’interno una pozza termale di acqua blu. La temperatura (45-50°), tuttavia, non consente di fare il bagno. È stata usata anche come location per la grotta di Jon Snow e Ygritte in Game of Thrones;
- Mývatn Nature Baths: le acque termali calde più famose della zona, molto simili alla celebre “Laguna Blu” di Reykjavík.


Langavatn
Una volta completato il giro del Myvatn, impostiamo sul navigatore la destinazione finale della giornata: la Langavatn Guesthouse, dove dormiremo.
Quando arriviamo al piccolo lago Langavatn da cui prende il nome la nostra guesthouse, il sole è ancora alto nel cielo blu cobalto. Alcune pecorelle brucano solitarie a pochi passi dall’acqua, mentre un silenzio irreale avvolge l’intero paesaggio intorno a noi.


Ci sembra di essere finiti dentro un dipinto: mentre il sole inizia a calare lentamente verso l’orizzonte, colorando di oro, rosso e arancione i dolci pendii intorno al lago, ci tuffiamo in una buonissima cena nella sala comune della guesthouse: arrosto di agnello con purè e zuppa di pesce, innaffiati da una birra artigianale islandese (una arctic pale ale Einstök). Concludiamo con una skyr cake, per un prezzo complessivo di 67€, molto contenuto per la media islandese.
La Langavatn Guesthouse è senza dubbio la più bella tra le strutture di questo tipo in cui abbiamo dormito. Camera piccola ma tutta in legno e con una vista meravigliosa sul paesaggio, bagni condivisi molto puliti (solo 3 camere nella struttura). E niente batterà mai la passeggiata fatta a mezzanotte, proprio nel bel mezzo del tramonto, tra pecore, ruscelli silenziosi e un cielo infinito.


Giorno 8: Goðafoss e whale watching a Húsavík
Notte a: Hvammstangi, monolocale
Goðafoss
Una delle giornate più emozionanti del nostro viaggio islandese inizia a Goðafoss, la cascata degli dei. La tradizione narra che nelle sue acque furono gettati gli idoli pagani dopo la conversione dell’Islanda al Cristianesimo nel 1000 d.C. Per la larghezza del suo salto (22 metri in altezza) ricorda un po’ la cascata del Niagara in miniatura.
Anche Goðafoss è una cascata da vedere assolutamente. L’unico punto a sfavore è la grandissima concentrazione di turisti e pullman, sin dalle prime ore del giorno, probabilmente favorita dalla posizione della cascata proprio lungo la Ring Road.


Whale watching a Húsavík
Ripartiamo abbastanza presto in direzione di Húsavík, definita anche la “capitale del whale watching”. Dopo una fetta di torta e un caffè da Lókal Bistro (che propone anche prodotti italiani), ci imbarchiamo per un tour di whale watching prenotato su Getyourguide.
Giugno è uno dei periodi migliori per vedere le balene in Islanda, che si recano in questi mari per cibarsi tra la tarda primavera e i primi di agosto. Naturalmente non c’è mai la certezza di riuscire ad avvistarle, così come è possibile vederle fuori da questa finestra temporale.
Appena saliti sulla barca del tour operator North Sailing, ci viene data da indossare la tuta “overall” antivento e anti-spruzzo. Sempre meglio avere una protezione in più quando ci si avventura in mare aperto!


Il tour che abbiamo scelto ci porta prima a Puffin Island, mentre in lontananza le montagne innevate che circondano la Skjálfandi Bay di Húsavík appaiono come un miraggio incredibile bellezza.
Arrivata a poche decine di metri dall’isola, la barca spegne i motori, mentre noi passeggeri rimaniamo in silenzio osservando un’intera colonia di puffin che volano sopra di noi, planano sull’acqua, si tuffano e riemergono di continuo. Uno spettacolo che ci lascia a bocca aperta per l’emozione.
Dalla nostra posizione vediamo le scogliere di Puffin Island coperte di tanti puntini bianchi: anche loro sono pulcinelle di mare, venute fino a qui per trovare il partner con cui rimarranno tutta la vita e per riprodursi.


Riprendiamo a navigare sempre più al largo. È una giornata sorprendentemente bella, con quasi totale assenza di vento e l’oceano piatto come una tavola. La nostra guida ci avverte di tenere gli occhi aperti in caso compaiano degli spruzzi sulla superficie dell’acqua: è quello il primo segnale che indica la presenza delle balene in un determinato punto.
E infatti poco dopo si alza un “oooh” di sorpresa da alcune persone a prua della barca. In lontananza si inizia a scorgere qualche sbuffo sul pelo dell’acqua, così acceleriamo in quella direzione.
All’improvviso eccole: una, due, tre megattere cominciano a danzare intorno a noi, sempre più vicine. Prima emerge il dorso, liscio e levigato, poi la coda, attraversata da splendide striature bianche. Le megattere continuano a tuffarsi e riemergere, esibendosi in una serie di piroette sulla superficie dell’acqua.


Poi la magia diventa un sogno che si avvera: oltre alle megattere avvistiamo anche due balenottere azzurre, il più grande animale mai vissuto sulla Terra. Anche se ci mostrano solo il dorso, ci sentiamo incredibilmente fortunati. La nostra guida infatti ci dice che statisticamente solo l’1% della popolazione mondiale ha visto una balenottera azzurra nella propria vita.
Con gli occhi ancora a cuoricino, ci avviamo per rientrare a Húsavík. Mentre beviamo una tazza di cioccolata calda, il tempo cambia improvvisamente, il mare si gonfia, inizia a piovere e le onde ci lavano da capo a piedi. Ma è giusto così: l’oceano ci ricorda che quello è il regno dei grandi cetacei, i “giganti gentili”. Noi siamo solo ospiti di passaggio.

Una volta tornati in città sono le 4:00 del pomeriggio, così decidiamo di concederci un pasto a metà tra pranzo e cena da Naustið, un delizioso ristorantino dove ordiniamo pesce battuto (tipo baccalà) e il pesce del giorno con verdure grigliate, più uno skyramisù come dolce e due caffè. Totale: 81€.
Finito di mangiare, riprendiamo la strada in direzione Hvammstangi, dove abbiamo prenotato un monolocale su Airbnb. Dopo oltre 3 ore di strada arriviamo in questo piccolo paradiso in mezzo al nulla, circondati da campi sconfinati e tanti cavalli islandesi.

Giorno 9: Penisola di Snæfellsnes
Notte a: Eiði Farmhouse, Grundarfjörður
Da Hvammstangi guidiamo verso sud in direzione della Penisola di Snæfellsnes, dove trascorreremo gli ultimi due giorni. Scegliamo di non proseguire sulla Ring Road, che si allontana di molto dalla costa in questo punto, bensì di percorrere la strada interna 59 (sterrata) e la strada panoramica 54.
È proprio sulla strada 59, all’inizio dei Fiordi Occidentali, che abbiamo l’onore di avvistare una volpe artica, unico mammifero terrestre autoctono dell’Islanda. Ci taglia la strada e corre via attraverso le distese sconfinate, col suo mantello rosso-bruno tipico dei mesi estivi.

Stykkishólmur
Finalmente, dopo svariati chilometri di buche e sobbalzi, torna l’asfalto e la vista può iniziare a spaziare sui panorami costieri della Penisola di Snæfellsnes. Il nostro primo stop è Stykkishólmur, un villaggio di pescatori rallegrato da case di legno dipinte, con un porto naturale riparato dall’isola basaltica di Súgandisey.
Capitiamo a Stykkishólmur durante i Danskir dagar, un festival che celebra il legame tra la città e le sue radici danesi. Ovunque sono appese bandiere della Danimarca e le famiglie islandesi passeggiano godendosi il sole. Li imitiamo fermandoci al porto per un fish and chips da Hafnarvagninn-Fish & Chips, un piccolo chiosco letteralmente preso d’assalto.


Dopo esserci rimpinzati fino all’inverosimile di pesce e patatine fritte, facciamo due passi sull’isola di Súgandisey fino al faro rosso che sembra uscito da un film di Wes Anderson. Da qui la vista si apre sul Breiðafjörður, che separa la Penisola di Snæfellsnes dai Fiordi Occidentali.
Secondo un detto locale, “ci sono solo due cose al mondo impossibili da contare: le stelle nel cielo notturno e le isolette rocciose della baia di Breiðafjörður”. Alcune di queste isole sono abitate, come Flatey, e meriterebbero una visita.

Kirkjufell
Riprendiamo l’auto verso la fermata successiva, la cascata di Grundarfoss, che prende il nome dalla vicina cittadina di Grundarfjörður. Niente di straordinario, se non fosse per l’incontro ravvicinato con i cavalli islandesi che ci regala momenti di pura tenerezza. Viaggiando in Islanda, non si può che restare stupiti di fronte alle ridotte dimensioni dei cavalli sull’isola.
Tuttavia, guai a chiamarli pony! I cavalli furono introdotti in Islanda dai popoli scandinavi a partire dal IX secolo e per ragioni evolutive sono rimasti più piccini rispetto ai “giganti” del continente europeo e del resto del mondo. Sanno essere molto resistenti e sono capaci di fare due andature in più rispetto a tutti gli altri cavalli: il tolt e lo Skeid. Non chiederci di spiegarti di più, lo fa già benissimo Wikipedia.


Dopo qualche foto alla cascata e ai cavalli, ci dirigiamo verso Kirkjufell, uno dei panorami più noti d’Islanda. Questa montagna di 463 metri sovrasta la cittadina di Grundarfjörður e l’omonimo fiordo, offrendo scorci davvero incantevoli. È apparsa anche in Game of Thrones, come location di alcune scene oltre la Barriera.
Secondo gli islandesi, la sua forma ricorda il campanile di una chiesa (da cui il nome), mentre i danesi la chiamavano “cima di zucchero”. Lo scatto fotografico più ricercato è quello che abbraccia Kirkjufell e Kirkjufellsfoss, una cascata che rende il panorama ancora più suggestivo.

Se la vista non ti basta, puoi scegliere di cambiare prospettiva e vedere il monte Kirkjufell dalla costa, con un emozionante tour in kayak.
Kirkjufellfoss – Info utili
- Parcheggio a pagamento: 700 ISK (circa 5€)
- Penisola di Snæfellsnes e monte Kirkjufel: tour di un giorno da Reykjavík

La stanchezza del viaggio inizia a farsi sentire, così decidiamo di fare il check-in nella nostra stanza un po’ prima del solito. Trascorriamo la notte presso Eiði Farmhouse, una fattoria poco fuori Grundarfjörður, comoda e pulita.
Per cena scegliamo un ristorantino con vista su Kirkjufell, Bjargarsteinn Mathús: è la nostra penultima sera in Islanda e ci vogliamo viziare… un altro po’. Ordiniamo capesante, zuppa di pesce e un dessert con mousse di skyr, gelato al lampone e biscotto alla cannella. Uno starter, un main, due calici di vino e il dolce per un conto sorprendentemente onesto: circa 86€.


Giorno 10: Penisola di Snæfellsnes e Snæfellsjökull National Park
Notte a: Hotel Ísland – Comfort
Il mattino dopo ci svegliamo con l’allarmante consapevolezza che questa sarà la nostra ultima giornata di esplorazione islandese. Il viaggio di ritorno, infatti, è programmato per il pomeriggio del giorno successivo.
Decidiamo di proseguire lungo la strada che costeggia la Penisola di Snæfellsnes e scoprire cos’altro ha da offrirci. Ben presto capiamo perché questa parte del paese viene definita un’Islanda in miniatura: qui infatti sembra riunita, in forma più piccola e concentrata, gran parte degli elementi che rendono la natura islandese così straordinaria.

Snæfellsjökull National Park
Ci addentriamo nello Snæfellsjökull National Park, che si estende nella penisola per 170 kmq. Sopra di noi, nascosto tra nubi e foschia, si erge il ghiacciaio di Snæfellsjökull, che ricopre la cima di un vulcano. Curiosità: Jules Verne lo scelse come porta di accesso al mondo sotterraneo nel famoso romanzo Viaggio al centro della Terra.
Il nostro primo stop è il Saxhóll Crater, un baby vulcano alto circa 100 metri su cui è possibile salire grazie alla scalinata esterna costruita sulla parete del cratere.


Proseguendo lungo la strada costiera 574 notiamo diverse auto svoltare a destra al cartello Djúpalón e decidiamo di indagare. Non ce ne pentiamo, perché in fondo alla strada 572 ci aspetta la spiaggia nera di Djúpalónssandur.
Sulla spiaggia si trovano 4 pietre che, secondo la tradizione, i marinai usavano per testare la loro forza. La pietra più piccola si chiama Amloði (“incapace”) e pesa 23 kg, poi ci sono Hálfdrættingur (“gracile”) che pesa 54 kg, Hálfsterkur (“mediamente forzuto”) che pesa 100 kg, e la più grande, Fullsterkur (“molto forzuto”), 154 kg. Chiunque non fosse in grado di sollevare Hálfdrættingur era ritenuto inadatto alla dura vita di mare.


Passeggiando sulla spiaggia si incontrano tra la sabbia anche i resti arrugginiti di un relitto. Appartengono a una nave inglese affondata nel 1948. Completano la bellezza di questo luogo incredibili formazioni laviche e lente, nerissime onde.
Djúpalónssandur – Info utili
- Parcheggio gratuito;
- Bagni pubblici in loco.

È ormai tarda mattinata, ma non abbiamo ancora fatto colazione, perciò decidiamo di rimediare a questo inconveniente. Su Google Maps scoviamo un posticino che fa al caso nostro, il Fjöruhúsið Hellnum cafè.
Non è altro che una casetta di pietra con una bellissima vista sull’oceano, ma i dolci che ordiniamo sono tra i più buoni (nonché tra i più cari) assaggiati in Islanda. Una skyr cake, una carrot cake e due caffè per la “modica” cifra di 28€.


Arnarstapi
Rinvigoriti dalla colazione e alleggeriti nel portafoglio, proseguiamo in direzione di Arnarstapi, dove ci aspetta un maestoso arco naturale e una passeggiata sulle scogliere.
Una particolarità della zona sono le profonde cavità formate da colonne di basalto che lasciano intravedere l’acqua sul fondo. Affacciandoci al loro interno ci sentiamo un po’ osservati: centinaia di gabbiani sono appollaiati tra le rocce e vi hanno fatto il nido.


Búðir
L’ultima fermata della Penisola di Snæfellsnes ci attende sotto una pioggia battente. È la scenografica chiesa nera di Búðir, vicina ai campi di lava di Búðahraun. Peccato non poter sostare di più per goderci il romanticismo di questo scorcio… Ricacciati in auto dal temporale, sappiamo che è giunto il momento del ritorno verso Reykjavík, dove dormiremo per l’ultima notte.
La pioggia ci accompagna anche durante la sosta a Borgarnes, dove ci fermiamo per pranzare. Il ristorante si chiama Englendingavík ed è letteralmente deserto intorno alle 15:30, ma ci accontenta con un toast con uova e salmone, un piatto di pesce del giorno e due caffè, per una spesa di circa 56€.
Piove ancora quando ci immettiamo nell’intricata viabilità di Reykjavík alla ricerca del nostro alloggio. L’Hotel Ísland – Comfort ci dà quanto il suo nome promette: una sistemazione comoda e pulita, un bagno privato e un comodo letto dove sprofondare alla fine di questo viaggio.

Giorno 11: Riconsegna auto e volo di rientro in Italia
Il nostro ultimo giorno è in realtà una mattina, che trascorriamo passeggiando in una Reykjavík dal clima capriccioso. Andiamo ancora un po’ a caccia di street art, ma in realtà puntiamo soprattutto a procurarci una girella alla cannella da Baka Baka: strepitosa, forse la più buona mai mangiata in vita nostra.
Prima di lasciare la capitale ci fermiamo per un brunch da Duck & Rose, ristorante in pieno centro che propone piatti di influenza italiana. Noi però andiamo sul sicuro con delle Eggs royale e un avocado toast. Due brunch e due caffè ci costano 60€. Segnaliamo però che dal lunedì al venerdì, dalle 11:00 alle 15:30, questo locale propone il pesce del giorno a sole 2990 corone (20€ circa).
Sfortunatamente la nostra avventure islandese finisce qui: con il cuore gonfio di bellissimi ricordi ci mettiamo alla guida verso l’aeroporto di Keflavík, dove riconsegnamo l’auto e prendiamo il nostro volo per Milano. Takk, Islanda.

Quando andare in Islanda? Il periodo migliore per visitarla
Qual è il periodo migliore per andare in Islanda? Forse è questa la prima domanda che si pone chi sogna di organizzare un viaggio simile. La risposta è una sola: dipende. L’Islanda offre volti molto diversi tra loro a seconda della stagione, per questo innanzitutto dovrai decidere che cosa ti aspetti da lei.
Noi abbiamo scelto di visitare l’Islanda in estate, più precisamente a giugno. Nel mese che apre la stagione estiva il disgelo è ormai completo e tutte le strade dell’isola tornano percorribili. Giugno è anche il mese del “sole di mezzanotte”, quando le giornate durano 24 ore e per riuscire a dormire bisogna litigare con le tende. Terribile? Niente affatto, è una cosa bellissima: ci si sente pieni di energia e si possono coprire molte più tappe in un giorno.

Le condizioni sono ideali anche per gli amanti della fotografia, che possono approfittare delle ore notturne per i loro scatti, evitando così la calca. Ultima aggiunta: i mesi estivi sono i più indicati per il whale watching, per via della maggiore probabilità di avvistamenti (intorno al 98%).
Se i vantaggi di visitare l’Islanda a giugno sono tanti, naturalmente non manca qualche svantaggio, per esempio l’inizio della stagione turistica. Man mano che ci si avvicina a luglio e agosto, le attrazioni più popolari e facili da raggiungere sono prese d’assalto da pullman e van, mentre orde di vecchietti e camperisti da ogni parte del mondo si riversano tra cascate e campi di lava.

Per quanto riguarda le temperature, le estati in Islanda sono generalmente fresche, tra i 10° e i 15° gradi. C’è molta variabilità in base alle giornate e alle zone dell’isola: durante il nostro viaggio abbiamo trovato minime di 5° così come massime di 20°.
Qualcuno ci ha chiesto se abbiamo visto l’aurora boreale. Ovviamente no. Il periodo migliore per vedere l’aurora boreale in Islanda va da fine settembre ad aprile, raggiungendo il suo massimo nelle lunghe notti invernali.
Visitare l’Islanda in inverno non è poi un’idea malvagia, visto che in questo periodo si possono praticare diverse attività avventurose, per esempio visitare le grotte di ghiaccio. In inverno le giornate offrono 4-5 ore di luce e temperature intorno allo 0° a Reykjavík e zone costiere.

Dove alloggiare in Islanda: i nostri consigli
Se stai organizzando un viaggio on the road in Islanda, dove dormire sarà una delle tue preoccupazioni principali. Per i mesi estivi ti consigliamo di organizzarti con largo anticipo, prenotando le strutture da un anno a 6 mesi prima. Hotel e guesthouse nei posti più richiesti lungo la Ring Road, infatti, vengono bloccati dai viaggi organizzati e rischi di trovare poca disponibilità muovendoti con poco anticipo.
Il costo medio di una camera per notte in Islanda in alta stagione, con o senza bagno privato, va dai 130 ai 180€. I prezzi sono più alti che in Italia, specialmente se comparati alla spartanità di tante soluzioni. Si va dalle guesthouse con bagni condivisi agli ostelli, dagli hotel veri e propri alle farmhouse, dagli appartamenti privati ai campeggi.

Ecco la lista degli alloggi dove abbiamo dormito durante il nostro viaggio e che consigliamo:
- Student Hostel, Reykjavík, 3 notti in ostello con stanza e bagno privati, cucina condivisa – 495€
- Mountain Queen Angelica, 1 notte in farmhouse con bagno e cucina condivisi, più colazione – 168€
- Hotel Höfn, 1 notte in hotel con bagno privato – 182€
- Eidavellir Apartments and Rooms, 1 notte in guesthouse con bagno e cucina condivisi – 134€
- Langavatn Guesthouse, 1 notte in guesthouse con bagno condiviso e colazione, cena su richiesta – 135€
- Monolocale ad Hvammstangi, 1 notte in appartamento con bagno privato – 164€
- Eiði Farmhouse, 1 notte in farmhouse con bagno e cucina condivisi – 150€
- Hotel Ísland – Comfort, 1 notte in hotel con bagno privato – 141€

Sono tantissime le persone che scelgono di noleggiare un van o un pickup con tenda da tetto. Tieni presente che in Islanda è vietato il campeggio libero fuori dalle aree attrezzate e di sosta. La maggior parte dei campeggi è aperta solo nei mesi estivi, dispone di diversi servizi, docce e acqua calda.
Il costo per soggiorno in campeggio va dai 10 ai 15€ a notte per persona, rendendo questa soluzione abbastanza conveniente per una famiglia o un gruppo di amici.

Come muoversi in Islanda: noleggio auto 4X4
Parliamoci chiaro: noleggiare un’auto In Islanda è praticamente l’unico modo di visitarla come si deve. Sì, da Reykjavík è possibile raggiungere qualche località con i mezzi pubblici o con i tour organizzati, ma è molto limitante rispetto alle possibilità offerte dal guidare un mezzo tuo.
Guidare sulle strade d’Islanda è un’esperienza fantastica. Ci si immerge completamente nel paesaggio, lo si vede cambiare in modo repentino curva dopo curva, a una velocità mai superiore ai 90 km/h. Una delle domande più comuni quando si noleggia un’auto in Islanda è: ho proprio bisogno di un 4×4? Anche in questo caso, la risposta cambia in base alle tue esigenze.

Se viaggi in estate e decidi di percorrere la Ring Road senza quasi fare deviazioni, allora probabilmente non hai bisogno di un 4×4: ti basterà una semplice utilitaria.
Noi abbiamo scelto un 4×4 per viaggiare con la massima tranquillità, sapendo che avremmo potuto percorrere strade sterrate o anche F-road senza la paura di danneggiare l’auto. Ci siamo affidati a DiscoverCars, noleggiando una Dacia Duster al prezzo di 1237€ con la compagnia Green Motion.
Al ritiro della vettura, lo staff dell’autonoleggio ci ha letteralmente sommerso di consigli e raccomandazioni. Ci hanno informato per esempio che i danni provocati da animali selvatici o dal guadare i fiumi (giuro) non sarebbero stati coperti dall’assicurazione.

Un altro simpatico caso non coperto dall’assicurazione sono i possibili danni provocati dal vento alla portiera dell’auto: in caso di raffiche molto forti, il rischio è che il vento si porti letteralmente via lo sportello. Perciò ci hanno consigliato di mettere sempre un braccio fuori dal finestrino prima di scendere, per verificare la direzione e l’intensità del vento.
Una copertura aggiuntiva che si può fare è la “sand and ash”, che protegge in caso di danni provocati da raffiche di cenere vulcanica e sabbia. Il fenomeno è più frequente nei mesi di febbraio, marzo e aprile, per cui se viaggi in questi mesi è assolutamente raccomandata. Noi ce la siamo cavata senza.
Per quanto riguarda il carburante, il costo è più alto che in Italia (chi l’avrebbe mai detto). Il nostro consiglio è di fare benzina il più spesso possibile, perché troverai lunghi tratti di strada senza distributori.

Voli dall’Italia all’Islanda
Negli ultimi anni volare in Islanda dall’Italia è diventato molto più economico grazie alle compagnie low-cost che collegano l’aeroporto internazionale di Keflavík a diversi scali italiani. Noi siamo partiti da Malpensa con WizzAir, spendendo 110€ a testa (valigie escluse) per un volo a/r.
L’aeroporto di Keflavík è il punto ideale dove ritirare l’auto a noleggio e dista circa 50 km da Reykjavík. Se sei a caccia di offerte convenienti, puoi usare Skyscanner per comparare e monitorare i prezzi dei voli.

Mangiare in Islanda: le cose da sapere
La cucina islandese ci è piaciuta così tanto che abbiamo deciso di esplorarla il più possibile. Dai dolci ai piatti di pesce, abbiamo fatto del nostro meglio per assaggiare tutto quello che l’Islanda mette sul tavolo (tranne lo squalo fermentato, puah).
Mangiare al ristorante in Islanda è molto costoso, ma si trovano anche soluzioni più a buon mercato, come lo street food o i café delle stazioni di servizio. Generalmente i menù sono divisi in starter (antipasti) e main (piatti unici); fa’ attenzione se ordini uno starter in porzione da main, perché vedrai più che raddoppiare il costo. Il pesce del giorno è spesso l’opzione più conveniente.

Tieni presente inoltre che l’acqua è gratuita (no all’acqua in bottiglia!) e che non si paga il coperto. Le bevande alcoliche hanno prezzi abbastanza folli e anche noi spendaccioni ci siamo concessi al massimo qualche calice di vino.
Molte persone scelgono di fare la spesa al supermercato e di cucinare negli spazi comuni degli alloggi. Questa soluzione è conveniente e pratica, specialmente se prevedi di arrivare al tuo stop per la notte oltre l’orario di chiusura dei locali. Fuori dalla capitale, le cucine dei ristoranti chiudono intorno alle 21:00-21:30 in estate.
Frequentando i supermercati islandesi, probabilmente ti affezionerai all’icona con il porcellino rosa della catena Bónus e svilupperai una dipendenza dalle girelle alla cannella di Gifflar. Curiosità: tanti supermercati non hanno i banchi freezer come in Italia, ma gigantesche aree refrigerate da cui vorrai uscire il più in fretta possibile – brrr!

Islanda low-cost: consigli per risparmiare in viaggio
E così vorresti sapere quanto si spende per un viaggio in Islanda. Parliamoci chiaro: è la destinazione più costosa che abbiamo visitato finora. La spesa totale per volo, soggiorno di 10 notti, noleggio 4×4 e benzina, e cibo è stata di circa 2000€ a testa (sono escluse le escursioni organizzate).
Tuttavia, esistono una serie di accorgimenti che permettono di risparmiare e che abbiamo già visto qua e là nell’articolo:
- Prenotare alloggi e auto con molto anticipo, almeno 6 mesi;
- Fare la spesa al supermercato e usare le cucine comuni degli alloggi per i pasti.
- Mangiare skyr, tanto skyr. È economico, saziante e si trova in tanti gusti diversi – per non annoiarsi.
- Astenersi dalle bevande alcoliche per qualche giorno, anche il corpo ringrazierà.
- Non acquistare acqua in bottiglia, quella corrente è potabile ovunque e freschissima.
- Per gruppi di amici o famiglie, valutare l’opzione di noleggiare un van o un mezzo simile, appoggiandosi ai campeggi per la notte.
- Viaggiare fuori dai mesi estivi, l’Islanda saprà stupirti in ogni stagione.
- Buone notizie, le attrazioni in Islanda sono gratuite! La bellezza della natura non ha biglietti d’ingresso.
Ultima cosa da tenere a mente: la moneta qui è la corona islandese, con un cambio di 1 ISK = 0,0068 EUR (agg. 07/2023). All’arrivo a Reykjavík abbiamo prelevato in contanti l’equivalente di 40€ (5.800 ISK), ma non abbiamo mai trovato l’occasione di spenderli. Le carte di debito o credito vengono accettate praticamente ovunque, anche per pagare i parcheggi.

Come vestirsi e cosa mettere in valigia per un viaggio in Islanda
Prima di partire per l’Islanda, fare la valigia era una delle nostre preoccupazioni principali. Non solo perché avevamo paura di non riuscire a far stare tutto nel bagaglio a mano, ma anche perché abbiamo dovuto acquistare una serie di capi specifici.
Vestirsi a strati (o “a cipolla”) è la cosa più intelligente da fare. Ecco i capi che non devono assolutamente mancare nella tua valigia per un viaggio in Islanda in estate:
- pantaloni tecnici leggeri, antivento e impermeabili;
- giacca tipo North Face Triclimate, con guscio esterno antivento e impermeabile e interno (separabile) tipo pile;
- pile leggero con zip per le giornate più fredde;
- t-shirt, tante t-shirt;
- costume da bagno per tuffarti quando hai voglia nelle sorgenti calde;
- calzettoni da trekking, traspiranti e non troppo pesanti;
- scarponcini da trekking non troppo ingombranti, full waterproof;
- cappellino per il sole e berretto più pesante per il vento, da scambiare all’occorrenza (e ricordati di portare la crema solare!).

Assicurazione di viaggio in Islanda
Per quanto sia un paese sicuro e con pochissima criminalità, l’Islanda è anche un’isola dove la natura estrema e il clima rigido possono porre dei rischi nei confronti di turisti e visitatori.
Per questo motivo, ancora più di altri viaggi, ti consigliamo di stipulare sempre un’assicurazione di viaggio. Scegliendo un’assicurazione con Heymondo tramite il nostro link, hai diritto a uno sconto del 10% sulle tariffe base del loro sito web.

Siamo arrivati in fondo alla nostra guida. Se stai ancora leggendo, sei un vero eroe e ti facciamo i nostri sinceri complimenti. Ma soprattutto ti auguriamo di amare l’Islanda quanto l’abbiamo amata noi.
Curiosità, dubbi, domande? Se non hai trovato tutte le risposte che cercavi, ti aspettiamo nei commenti!
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