Arte Emilia-Romagna Gita di 1 giorno Italia Modena

Modena ovvero l’Arte di Mangiare

Modena

Due viaggiascrittori fissavano sconfortati la parete della camera di lei, C., chiedendosi come avrebbero trascorso quel weekend. Il motivo del loro sconforto era diverso: C. si domandava angosciata chi mai le sarebbe toccato come coinquilino, ora che nel suo appartamento si liberava una stanza; M. consultava senza speranza l’elenco dei ristoranti di Bologna su Tripadvisor, cercando una trattoria che fosse cheap, invitante e raggiungibile a piedi. E la follia si sarebbe presto unita alla partita, se d’un tratto la viaggiascrittrice non avesse esclamato: “Andiamo a Modena domenica!“. “Perfetto!”, disse M., “Non avevo più niente da instagrammare…”

Una giornata a Modena

Si incamminarono nel gelo pungente verso la stazione di Bologna. Sul treno, un cagnolino avvolto in un pullover beige li fissava languidamente, guaendo di quando in quando. Quando, dopo circa mezz’ora, scesero a Modena, constatarono che i dintorni della stazione erano meno fatiscenti della media nazionale. Si incamminarono per un tratto di portici

Portici, Modena

Portici, Modena

…verso il centro. Ma ben presto la loro attenzione fu attratta da un singolare, maestoso monumento: il Tempio dei Caduti. A vederlo da lontano assomigliava a una graziosa chiesa bizantina, ma avvicinandosi rimasero delusi nello scoprire che era chiuso per restauri. Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, il Tempio commemora ora con la sua chiusura il brutto sisma che ha colpito il modenese nel maggio 2012.

Tempo dei Caduti, Modena

Superato il Tempio, in pochi minuti furono in centro, nella scenografica Piazza Roma. Ne ebbero un’impressione molto piacevole: su una pavimentazione nuovissima e pulita, movimentata da fontanelle e giochi d’acqua (anche se, con quel freddo, c’era da averne i brividi), si staglia l’imponente Accademia Militare, nella sede del Palazzo Ducale. Ai loro occhi, in realtà, era in tutto e per tutto indistinguibile da una reggia, e nelle orecchie risuonava un’antica citazione da Mulan: “Arruolami per la prossima guerra!

Accademia militare di Modena

Il cortile interno, purtroppo in quel momento chiuso. La foto l’ha scattata Marco attraverso il cancello.

Accademia militare di Modena

Addentrandosi nelle vie del centro, i viaggiascrittori scoprirono a loro spese che l’idea di visitare Modena quella domenica non era venuta soltanto a loro. La cittadina, infatti, era letteralmente presa d’assalto: bancarelle piantate in ogni dove, ogni angolo di piazza colonizzato da rivenditori di aspirapolveri e carretti di salsicce; signore impellicciate che si litigavano borse di pelle scontate; genitori che si destreggiavano tra carrozzine e ingombranti palloncini a elio… Lentamente (ma neanche troppo), C. ed M. si resero conto di essere finiti nel bel mezzo di una fiera, una fiera chiassosa, odorosa, invadente.

Si tratta della Fiera di Sant’Antonio, una grande tradizione a Modena. Ma questo i viaggiascrittori allora non lo sapevano…

Destreggiandosi tra i baracchini, riuscirono comunque a immortalare in qualche scatto gli scorci più noti della città: il bellissimo Duomo di Modena (dove entrarono proprio all’inizio della funzione religiosa, appena prima che il sacerdote dicesse, scatenando il panico generale, “Il vino è terminato”) e la Torre Ghirlandina.

Duomo di Modena Duomo di Modena

Duomo di Modena

Il Duomo visto da un vicolo.

Duomo di Modena

La torre-campanile del Duomo vista da un vicolo.

Poi, siccome l’odore di cibo emanato dai banchetti siciliani, toscani ed emiliani li tentava irresistibilmente, decisero di cercare un locale dove pranzare. Si persero in infiniti gomitoli di strade…

Vicoli, Modena Vicoli, Modena

…ma infine M., aiutato dal fido compagno Tripadvisor, raggiunse l’agognata meta: il Ristorante Redecocca. Qui consumarono un selvaggio amplesso con doppia porzione di antipasto misto: un carnevale di gnocco fritto e tigelle, accompagnato da cascate di salumi e pozze di formaggi spalmabili e lardo battuto, il tutto innaffiato da calici di vino rosato frizzante. Prezzi medio-alti, ma porzioni estremamente (estremamente) abbondanti. Super godurioso.

Dopo pranzo, godersi a pieno la graziosa Modena fu reso loro difficile da una serie di fattori, quali: la digestione importante, l’afflusso di signore impellicciate e carrozzine, il freddo mordente… Si dissero che avrebbero avuto bisogno di un angolino dove giacere in tutta tranquillità, come il prato del Trinity College di Dublino, sul quale illo tempore avevano schiacciato un pisolino (ma questa è un’altra storia). Ricordarono di aver adocchiato dei giardini sulla strada per la stazione, così decisero di esplorarli per vedere se facevano al caso loro.

Giardini di Modena

Giardini di Modena

Si tratta dei Giardini Ducali Estensi, in quella domenica piacevolmente assolati. Scelsero una panchina ben esposta al sole e giacquero esausti per quache minuto. Scattandosi selfie

Selfie a Modena

Ma poi lo spirito del travelblogging ebbe la meglio e decisero almeno di darsi un’occhiata intorno. Per esempio, scoprirono la simpatica Palazzina Vigarani, che fino al 31 gennaio ospita la bellissima mostra “Daniel Spoerri. Eat Art in Trasformation” (info qui). Gli occhi di C. brillavano come stelline nella notte di Capodanno, mentre M. scuoteva energicamente la testa, pensando: “Oh no un’altra mostra di arte contemporanea”. Ma l’amore che portava per la sua compagna viaggiascrittrice era troppo grande, e decise di assecondarla nella sua idea (o meglio, imposizione) di visitare la mostra. Tanto più che era gratis.

Daniel Spoerri, Eat Art, Modena

Marco perplesso di fronte all’arte contemporanea. Ma il Blu Klein sullo sfondo gli dona, vero?

Daniel Spoerri, Eat Art, Modena

Denti. Che schifo. Bleah.

Daniel Spoerri, Eat Art, Modena

Una scarpa con pane. O meglio, una scarpa fagocitata dal pane.

Daniel Spoerri, Eat Art, Modena

Quant’è buffa e pittoresca questa tazza?

Daniel Spoerri, Eat Art, Modena

Daniel Spoerri era palesemente un Instagramer ante litteram.

Le opere di Spoerri potrebbero essere considerate gli antesignani delle colazioni fintamente disordinate su Instagram. In effetti, dall’alto della loro conoscenza di arte contemporanea, C. ed M. concordarono che si trattava innegabilmente di un instagramer ante litteram. E questo permise ad M. di amarlo… un po’.

Dopo la parentesi altamente culturale, si avviarono lentamente verso la stazione per far rientro a Bologna. Forse troppo lentamente, visto che mancarono il treno di un paio di minuti. Attesero il treno successivo seduti contro la parete della Palazzina Vigarani, con il tramonto in faccia. Lì, seduti al freddo ma soddisfatti, scoprirono finalmente la loro vera natura di blogger: potevano fregiarsi del titolo di slow travellers. Ma proprio slow, slowissimi.

Nessun viaggiascrittore è stato maltrattato durante la produzione di questa storia.

9 Commenti

  • Rispondi
    Lucrezia & Stefano - in World's Shoes
    Gennaio 21, 2016 at 4:24 pm

    Vi adoro! ahahah
    Ho riso moltissimo e scoperto davvero un bel lato di Mantova, che non mi aspettavo così. E poi la mostra, nonostante il mio scarso apprezzamento nei confronti dell’arte contemporanea, sembra decisamente particolare e simpatica! 😀
    E le foto? Beeeelle!
    Un bacione cari!

    • Marco Tamborrino
      Gennaio 21, 2016 at 4:39 pm

      Ahahah grazie! Modena sembra essere una città tanto carina e ordinata, popolata da gente ingorda di buon cibo come ogni città emiliana che si rispetti.
      Grazie anche per le foto, un bacio a voi! 🙂

  • Rispondi
    Diletta - Sempre in Partenza
    Gennaio 21, 2016 at 6:19 pm

    Ah ahhhhh! Risolto il mistero, eravate andati a Modena allora! Non ci sono mai stata, ma da queste foto sembra molto carina 🙂

    • Chiara Paglio
      Gennaio 21, 2016 at 9:10 pm

      Ciao, Diletta, in effetti è molto carina. Merita una visita 🙂

  • Rispondi
    Pietrolley
    Gennaio 21, 2016 at 10:39 pm

    Eccola svelata la città! Carino il racconto, originale 🙂 anche la città sembra gradevole! Cibo emiliano comunque al top 😉 sono stato a Bologna a dicembre, è tutto delizioso :))

    • Chiara Paglio
      Gennaio 21, 2016 at 11:13 pm

      Gli emiliani per mangiare si sono inventati metà delle delizie della cucina italiana. Per fortuna <3

  • Rispondi
    Valentina
    Gennaio 24, 2016 at 2:12 am

    Bel racconto ragazzi! Ho messo Modena tra le mete che vorrei visitare nel 2016…beh dopo avervi letto spero di andarci il prima possibile!!! Ciboooooo arrivooooo!

    • Chiara Paglio
      Gennaio 24, 2016 at 11:33 am

      Bravissima. Tuffati nelle tigelle, è morbido <3

  • Rispondi
    audrey
    Gennaio 26, 2016 at 3:21 pm

    ci sono stata molti anni fa ma mi avete fatto venire voglia di tornarci con occhi diversi!
    http://www.audreyinwonderland.it/

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