Torniamo a parlare del Molise! Vi ricordate di me? Sono Elisabetta, l’amica dei vostri viaggiascrittori preferiti. Qualche giorno fa vi avevo parlato di Venafro, della valle del Volturno e di tutte le bellezze che ignoravo. Anche oggi voglio parlarvi della mia misteriosa regione. Ora che anche Robert De Niro vuole trasferirsi in questa terra magica, tocca anche a voi scoprirla. Siete pronti?
Molise, si parte.
È sabato mattina e, nonostante la brutta pioggia e il fortissimo vento degli ultimi giorni, il tempo sembra aver dato una tregua. Dopo un lungo ragionare, riguardare, riflettere, siamo riusciti a metter su un itinerario. Un po’ schizofrenico, ma abbastanza sensato. Partiremo dal Molise Centrale, arriveremo nel principale comune dell’Alto Molise per poi ritornare nel Molise Centrale.
Nei giorni precedenti abbiamo contattato chiunque per avere informazioni su eventuali aperture dei castelli che vogliamo visitare. Niente da fare. Nessuno sa, nessuno può, nessuno fa. In ogni caso sono le 7:50 e siamo a Termoli, pronti a partire.
La valle del Trigno: Madonna del Canneto e Bagnoli
La prima tappa del nostro rocambolesco tour è il Santuario della Madonna del Canneto. Poco nota, molto bella e facilissima da raggiungere. Si trova al confine tra il Molise e l’Abruzzo, lungo una delle arterie principali della regione, la fondovalle del Trigno.
La chiesa, prettamente romanica, è circondata da un parco curatissimo. Regna assoluto silenzio. Entriamo in chiesa: è piccolina, raccolta e graziosa. All’esterno troviamo anche una zona di scavi archeologici, appartenenti al I secolo d.C. Scattiamo due foto, gironzoliamo nel parco e ripartiamo. Direzione: Bagnoli del Trigno.
Entrando nella Provincia di Isernia, il primo comune in cui ci imbattiamo è Bagnoli del Trigno. Quasi tutti i comuni che visiteremo durante questo fine settimana hanno caratteristiche simili a quelle di Bagnoli: piccoli borghi, incastonati nella roccia e sormontati da un castello.
Bagnoli rappresenta al meglio tutte queste caratteristiche, cosa che le ha fatto guadagnare il nome di “Perla del Molise“. Infatti sorge proprio a ridosso di una roccia, dominata dall’alto dal Castello Sanfelice.
Parcheggiamo nella parte più bassa del comune e iniziamo camminare per arrivare in cima, dove si trova il castello. I vicoli del borgo sono stretti, ripidi, chiaramente disabitati. Non incontriamo nessuno nelle varie stradine che attraversiamo, non sentiamo neppure un rumore. Quasi irreale. Arriviamo in cima, un po’ affaticati, ma il castello ripaga. Imponente e ben conservato, sovrasta la valle. Riscendiamo e ci mettiamo in moto. Agnone ci aspetta.
Fun fact: oltre un migliaio di bagnolesi vive a Roma, la maggior parte svolge il lavoro di tassista. Pensavo fosse una leggenda metropolitana, invece è vero!
Agnone, la città delle campane… e non solo!
Partiamo da Bagnoli in direzione Agnone. Appena il tempo di uscire dal paese, restiamo bloccati in strada: dei signori stanno tagliando la legna in piena carreggiata. Delirio vero. Liberata la corsia, ripartiamo.
In pochi minuti arriviamo nel centro di Agnone, principale comune dell’Alto Molise. 5000 abitanti, secoli di storia, appena arrivati ci colpisce per il suo ordine, pulizia e cura. Ci fermiamo per un cappuccino in un elegantissimo bar del centro. Usciamo, ci perdiamo tra i vicoli del centro storico. Chiese disseminate ovunque, tutto curato nel dettaglio. È mezzogiorno, è ora di visitare il Museo internazionale della campana.
Agnone, infatti, è sede della più antica fonderia di campane al mondo, la Fonderia Marinelli. Nasce intorno all’anno 1000, ed è la seconda azienda familiare più antica del mondo. Da oltre mille anni la stessa famiglia produce campane ad Agnone, senza interruzione. Straordinario! Il Museo è all’altezza della sua fama. La guida è gentile e chiara, ci accompagna all’interno della fonderia mostrandoci tutti i passaggi della produzione.
Altra tappa obbligata ad Agnone: il Caseificio Di Nucci. Una vera istituzione non solo agnonese, ma molisana. La stessa famiglia produce dal 1662 i formaggi tipici della nostra tradizione. Ci fermiamo per comprare la celebre stracciata, un filo di mozzarella dolcissima e gustosa. Non potete non provarla se vi trovate in zona! Contenti del tempo trascorso ad Agnone, rientriamo in auto. Prossima tappa: Pietrabbondante.
Pietrabbondante, Pescolanciano e Monteroduni
Da Agnone a Pietrabbondante sono pochi minuti di viaggio. Arriviamo facilmente a destinazione: il teatro e tempio italico di Pietrabbondante. Si tratta di un’area davvero vasta e ben conservata, risalente al II secolo a.C. Il biglietto è di appena 2 euro, il sito merita – senza contare la bellissima vista di cui si può godere da lassù – ed è un peccato che non ci fossero altri turisti. Usciamo dall’area archeologica, mangiamo gli ormai celebri panini con la frittata e si riparte. Si va a Pescolanciano.
PESCOLANCIANO
Pochissimi i km separano Pietrabbondante da Pescolanciano. Vogliamo visitare questo piccolo comune per il suo castello. Come già accennato, moltissimi comuni dell’interno del Molise si sviluppano al di sopra di speroni di roccia con in cima un castello che domina sulla valle sottostante. Pescolanciano rispecchia perfettamente queste caratteristiche.
Purtroppo non è facile visitare il castello. È privato e i suoi proprietari vivono in Lazio. Ci dispiace non potervi entrare, dall’esterno sembra molto grande e di recente ristrutturazione. In ogni caso, il resto del borgo non è male. Vicoli e case che spuntano dalla roccia hanno sempre qualcosa di suggestivo. Sono appena le 15,30, abbiamo ancora qualche ora di luce, quindi decidiamo all’ultimo momento di aggiungere un’altra tappa al nostro itinerario: Monteroduni.
MONTERODUNI
Arriviamo a Monteroduni, anche qui richiamati dal fascino del suo castello. Il Castello Pignatelli risale al IX secolo, costruito per volere dei Longobardi. Oggi è sede del Municipio, visitabile, ma lo troviamo chiuso. È così ben conservato da essere bellissimo anche visto solo esternamente. Il resto del centro storico che lo circonda è altrettanto bello.
Come Agnone, ci colpiscono la cura, la pulizia e l’attenzione ai dettagli, non proprio un must, soprattutto nei centri storici bassomolisani. Giusto il tempo di ammirare il tramonto e ripartiamo. Sono le 17 e il nostro tour del giorno si è concluso. Ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Castropignano, piccolissimo comune del campobassano, dove abbiamo trovato alloggio in un appartamento Airbnb.
L’arrivo in paese è stato piuttosto pittoresco. Siamo arrivati con qualche minuto di anticipo, per cui restiamo ad aspettare la nostra host nella piccola piazzetta del paese. In pochi secondi attiriamo l’attenzione delle persone presenti in piazza che immediatamente iniziano a chiederci chi siamo, chi aspettiamo, se abbiamo bisogno di aiuto. Appena capiscono che siamo lì per alloggiare, inizia una vera corsa per avvisare la nostra padrona di casa. Un intero paesino mobilitato per aiutare noi. Un po’ imbarazzati, ringraziamo e restiamo stupiti da tutta questa umanità.
Finalmente è sera, siamo a casa. Domani si riparte, ci aspettano nuovi luoghi ed altre esperienze. Nuovi racconti stanno arrivando.
10 Commenti
sognandoviaggi
Novembre 18, 2016 at 1:53 pmNon sono mai stata in Molise, ma a giudicare dal vostro racconto ci sono luoghi molto interessanti da visitare! Mi piace sempre molto leggere di luoghi vicini, ma che di solito vengono un po’ sottovalutati da noi italiani: ogni regione racchiude borghi bellissimi e merita di essere vista 🙂 A presto!
Elisabetta Lozzi
Novembre 18, 2016 at 2:39 pmSono d’accordissimo con te! Io sono molisana ed io stessa conosco poco la mia piccolissima regione, proprio perché sono convinta che ogni luogo nasconda una propria bellezza. Spero che i miei racconti ti facciano venir voglia di venire qui 😀
Silvia - The Food Traveler
Novembre 18, 2016 at 2:09 pmGrazie per aver parlato di questi posti in cui non sono mai stata (e di cui non avevo nemmeno sentito parlare, che vergogna 😉
A volte uno non si aspetta un gesto di gentilezza, per cui mi immagino che vedere gli abitanti del posto che si danno da fare per trovare la proprietaria sia proprio una di quelle cose che fanno apprezzare ancora di più un posto.
Elisabetta Lozzi
Novembre 18, 2016 at 2:43 pmNon ti preoccupare, non c’è da vergognarsi se non si conosce il Molise, è per molti sconosciuta 😉
Per noi quel gesto di gentilezza è stato davvero inaspettato, ma è stato bello. Comunque qualcuno più bravo di me nello scrivere diceva: “Ho sempre confidato nella gentilezza degli sconosciuti”. 🙂
Paola
Novembre 23, 2016 at 12:23 pmBellissimo questo post, bravi, scritto benissimo e foto stupende……..va bene confesso sono di parte!!!! Sono nata in Molise e trapiantata a Milano per lavoro. E’ vero ci conoscono in pochi e ci confondono con la Lucania (Basilicata) o se ci va di lusso con l’ Abruzzo…..una volta mio papà ad un signore toscano che gli chiese a quale città apparteneva la ns sigla provinciale CB rispose “Congo Belga”……… non disperiamo prima o poi ci conosceranno.
Intanto Grazie a Voi per questa bella promozione. Paola
Elisabetta Lozzi
Novembre 23, 2016 at 3:03 pmCiao Paola! Guarda, non mi basterebbe una vita per raccontare tutti gli aneddoti e le battute sentite perché sono molisana. Ho praticamente trascorso metà della mia vita a spiegare che il Molise esiste! Tu di che paese sei originaria? Io sono di Larino! 🙂
Paola
Novembre 23, 2016 at 5:07 pmIo sono di Fossalto
Luciano izzi
Novembre 23, 2016 at 10:53 pmSono a Vigevano da 50 anni ma il primo decennio della mia vita , sono nato e vissuto in Molise a Chiauci. Sarà per la mia età di sessantenne ,ma il cuore e i ricordi di bambino vissuti nella povertà con il padre immigrato al nord e la mamma che coltivava la terra, si fanno ogni giorno più vivi. Ho passato questi primi 10 anni in Molise felice come non mai nonostante la miseria. La vita scorreva gioioso e con un profumo della natura e cinguettii che non ho più provato qui al nord. Sarà per il contatto diretto con la natura, o altro ma il Molise mi è rimasto vivo nel cuore nella vita di tutti i giorni trascorsi qui al nord.
Elisabetta Lozzi
Novembre 23, 2016 at 10:58 pmLuciano, che belle parole. Certo, venendo da Chiauci hai davvero avuto il contatto con la natura incontaminata. Spero che leggere i miei racconti sulla nostra regione ti abbia rallegrato 🙂
giangenti1969
Marzo 28, 2017 at 4:55 amComplimenti per il post, il santuario della Madonna del Canneto con il suo complesso è meraviglioso. Io sono molisano da parte di madre. Il Molise è una terra sottovalutata. Da vedere anche Saepinum (a Sepino), area archeologica ben conservata, una rivelazione per me.