Mi sono sempre sentita diversa. Non ho mai avuto bisogno di troppa compagnia, stare nella mia testa mi bastava. Ma non ero sola lì dentro: c’erano le mie storie, i miei personaggi – e per fortuna ci sono ancora. C’è una ragione per tutto questo: sono un’introversa. Se ti riconosci nelle mie parole, allora devi leggere questo libro anche tu.
Abitualmente non faccio recensioni. Ne ho fatte per molti anni, sia sul mio profilo Goodreads sia su un altro blog. Nell’ultimo periodo però ho perso un po’ l’allenamento. Non pubblicherei qui questa recensione, se non fossi convinta di star parlando di un libro speciale. Un libro che potrebbe cambiare la vita di molte persone come me.
Quiet. Il potere degli introversi
in un mondo che non sa smettere di parlare
Susan Cain non è una psicologa, bensì un ex avvocato di Wall Street. Ma leggendo le sue pagine non lo diresti mai, tanto il suo studio sull’introversione è ben documentato. Che cos’è Quiet? Non un manuale di self-help, questo è certo. Se ne possono ricavare insegnamenti da applicare nel quotidiano, ma non è questo il suo scopo primario.
Quiet potrebbe essere definito la rivalsa dell’introversione.
- Quante volte ti sei sentito/a diverso/a o messo/a da parte per la tua timidezza?
- Quante volte hai rifiutato un invito a una festa perché volevi trascorrere una serata tranquilla, magari in compagnia di un buon libro?
- Quante volte ti hanno chiamato asociale e consigliato di uscire dal guscio?
Facendoti sentire, ogni volta, sbagliato/a, come se l’introversione fosse un crimine orrendo in questa società improntata alla socializzazione estrema e al culto dell’esuberanza.
In Quiet Susan Cain ti invita ad accettare l’introversione che è in te. Ad abbracciarla e a farne una bandiera, valorizzandone i lati positivi.
Nel mondo, gli introversi oscillano tra il 30 e il 50%. Molti però si nascondono, hanno imparato a tener su una “faccia da estroverso” per farsi accettare, per integrarsi. Per emergere, nel lavoro come nello studio.
Viviamo in un mondo che premia in modo decisamente parziale gli estroversi. Quanto più brillanti, social, comunicativi, spigliati, influencer siamo, tanto più abbiamo la possibilità di ambire a posti prestigiosi nella società. Più parli, più sei considerato intelligente. Anche se magari dici solo cretinate.
Non sto dicendo che le persone estroverse e socievoli siano stupide, anzi. E non lo dice neanche Susan Cain. Ma non si può pretendere che una società sia interamente composta da personalità esuberanti, non se la nostra indole ci dice il contrario. Non dobbiamo trasformarci in altro per forza.
Manifesto degli introversi, Susan Cain
Il riconoscimento della nostra forza parte da un manifesto in 10 punti, che ben riassumono i principi esposti nel libro.
1. Esiste una definizione per “quelli che stanno troppo rintanati della loro testa”: pensatori.
Non asociali, non casi umani, non perdenti. Stupefacente, no?
2. La solitudine può essere un catalizzatore dell’innovazione.
Tra gli introversi si annoverano illustri pensatori, inventori, scrittori, artisti… Darwin, Wozniak (il padre del personal computer!), Newton, Einstein, Van Gogh, Lewis Carroll, Spielberg, J.K. Rowling e moltissimi altri che puoi aggiungere a questa lista. Pensa a come sarebbe oggi il mondo, se li avessimo costretti a partecipare a tutte le feste.
3. La prossima generazione di introversi può e deve crescere nella consapevolezza della propria forza.
Mio figlio è introverso, non fa facilmente amicizia con gli altri bambini. Devo portarlo da uno psicologo?
Signora, la sua bambina in classe non alza mai la mano e non risponde alle domande. Probabilmente ha qualche disturbo cognitivo. Le suggerisco di portarla da un neuropsichiatra.
True stories.
4. A volte fare il finto estroverso può servire. C’è sempre tempo per essere introversi.
5. Nel lungo periodo, però, essere onesti col proprio temperamento è la chiave per trovare un lavoro da amare e che abbia significato.
Essere estroversi per quello che amiamo, questo sì che è sano. Essere estroversi con una persona che ci piace. Essere estroversi per promuovere il nostro lavoro e le nostre passioni. Fare un piccolo (o grande) sforzo per far sentire la nostra voce nelle cose che contano davvero per noi. È questo che dovremmo fare.
È quello che ha fatto anche Susan Cain, un’introversa che ha passato tanti anni della sua vita da pseudo-estroversa. E che ora, fiera del lavoro che sta facendo, arriva a parlare del suo libro di fronte a platee vastissime, diventando per molti un esempio di coraggio.
6. Un nuovo rapporto autentico vale più di una manciata di biglietti da visita.
Ho sempre avuto pochissimi amici. Per molti anni la cosa mi ha riempito di dolore e amarezza. Ora capisco che è la mia natura, che preferisco coltivare una/due relazioni significative piuttosto che intrattenere una moltitudine di rapporti superficiali.
7. Non c’è niente di male ad attraversare la strada per evitare una chiacchierata del più e del meno.
Quante volte l’ho fatto? Ho perso il conto.
8. “Leadership introversa” non è un ossimoro.
Si può essere leader introversi? Certamente. Pensa a Gandhi, Rosa Parks, Eleanor Roosevelt, personaggi timidi e schivi che hanno reso il mondo un posto migliore e ispirato milioni di persone con il loro esempio.
9. L’amore è essenziale, essere socievoli è un optional.
Gli ultimi 4 anni sono stati per me un periodo di grande solitudine, e non ho vergogna ad ammetterlo. Ma so che ci sono persone che mi amano – la mia famiglia, Marco, le mie amiche – e che io amo loro. Non è sempre facile ricordarsene, ma dobbiamo sforzarci. Tutto il resto non conta.
10. Con la gentilezza si può scuotere il mondo (Gandhi).
Certe persone sono convinte che sia giusto urlare, denigrare gli altri per far sentire la propria voce. Lo vediamo tutti i giorni nei dibattiti politici o al tg. Le persone tendono a farsi trascinare da chi sa alzare la voce. Hitler, per esempio. Facciamoci un esame di coscienza: guardiamo quello che accade nel nostro paese, quello che accade oltre oceano. Ripetere gli stessi errori ci piace.
Il libro di Susan Cain è importante perché opera dentro di noi un impercettibile cambiamento. Ci aiuta a guardare con orgoglio a quello che fino a ieri abbiamo chiamato difetto e mostruosità. Ci apre gli occhi e fa commuovere.
Voglio lasciarti con un bellissimo discorso che Susan ha fatto al Ted e che riassume l’intera filosofia di Quiet (ci sono i sottotitoli!).
Il libro
- Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare, Susan Cain
- Bompiani, 2014, 424 pag.
- Su Amazon 14,45€
- Sito web di Susan Cain
10 commenti
Questo libro fa per me! Grazie per averne parlato.
Ciao, Simona, è un libro stupendo e molto approfondito, te lo consiglio davvero 🙂
Devo comprarlo, in questo momento della mia vita, di grande solitudine che a volte vedo come una sconfitta, potrebbe aiutarmi. Sono sempre stata introversa, ho sempre visto qualcosa di sbagliato in me perché i miei coetanei a 23 anni sono circondati da 400 amici sempre super pronti a ridere scherzare parlare uscire ed invece io no, e per questo di persone lungo la strada ne ho perse parecchie.. Grazie del consiglio. La prossima volta che passo in libreria sarà il mio acquisto! <3
E’ difficilissimo uscire dalla convinzione di essere sbagliati, ma dobbiamo provarci, altrimenti non saremo mai in pace con noi stessi. Facciamoci forza. Il libro è molto bello e te lo consiglio di cuore. Un fortissimo abbraccio 🙂
Nemmeno io so quante volte mi è capitato di attraversare la strada per evitare qualcuno che conosco in maniera superficiale e con cui non mi va di parlare del più e del meno: un po’ me ne vergogno ma mi incoraggia vedere che non sono l’unica! Mi fa sentire anche meno “diversa” l’idea che avere pochi amici possa non essere necessariamente una cosa negativa.
Grazie per aver parlato di questo libro.
Buon weekend ?
Ciao Silvia, grazie a te per aver condiviso le tue esperienze. Ci si vergogna sempre un po’ a parlare di queste cose (o almeno a me capita spesso, come se dovessi difendermi). Un grande abbraccio e buon weekend anche a te! 🙂
Grazie di avere parlato di questo libro. Non c’è dubbio che io appartenga alla categoria degli introversi, e non è facile per me stringere amicizie con chiunque. Mi consola sentire che avere meno “amici” ma coltivare i rapporti importanti è un punto di forza, non una debolezza che fa sentire alieni…
Ciao Ilenia, sembra che siamo proprio in tanti come categoria, diamoci forza a vicenda per non sentirci “di serie B”. Un bacione! 🙂
Bel libro! L’ho letto l’anno scorso e poi ho visto la Ted talk dell’autrice. Le sono grata per aver preso le nostre difese. Mi sono sempre sentita fuori dal mondo. In passato facevo fatica ad accettare la mia introversione. È bello che qualcuno dica che il mondo ha bisogno degli estroversi come degli introversi. Ci credo anche io e, finalmente, riesco a vivere questo lato del mio carattere non più come un problema, ma come un punto di forza. Grazie per aver parlato di questo libro. Lettura straconsigliata per tutti gli introversi. 🙂
Ciao Caterina! Questa lettura mi ha aperto una prospettiva totalmente nuova. Mi sono sempre fatta una colpa della mia introversione, come se avessi commesso un crimine verso il mondo circostante. Ora invece ho capito che devo andarci più morbida, che non devo cambiare per forza e che posso trovare una mia armonia senza tradire la mia vera natura. Ci devo ancora lavorare, ma è un primo passo. Vorrei che tantissime persone leggessero questo libro 🙂