Viaggiare leggeri, essere leggeri: è questo il cuore di Solo bagaglio a mano, libro di Gabriele Romagnoli molto popolare tra i viaggiatori. La copertina arancio fosforescente chiama dagli scaffali, la prosa scorre fluida e ricca di aneddoti. Oggi te ne parlo in questa recensione.
Solo bagaglio a mano, elogio della leggerezza
Non sono mai stata una persona leggera. Nei miei ricordi di gite scolastiche, ero sempre quella con la valigia troppo grande. Anni da studentessa e poi lavoratrice fuori sede non mi hanno insegnato niente. Mi capita spesso di trascinarmi dietro trolley più grandi di me.
Da qualche mese, però, mi sto impegnando seriamente. Ho acquistato uno zaino bagaglio a mano e mi sforzo di usarlo per tutti i viaggi di pochi giorni. Alleggerita di qualche capo d’abbigliamento e prodotto da bagno, devo dire che ne riconosco i vantaggi. Forse solo la mia schiena solleverebbe qualche obiezione.
Non sono mai stata una persona leggera, anche in un altro senso. Schiacciata sotto il peso di una testa affollata, ingombra di ansie, pensieri, paturnie. Cortocircuiti di sensi di colpa e senso del dovere, qualche brevissimo sprazzo di entusiasmo. A volte mi sembra che nella mia testa si balli il sabba infernale.
Viaggiare leggeri, essere leggeri. Non ingombrare col corpo e con l’anima. Per Gabriele Romagnoli le due cose sono strettamente legate: Solo bagaglio a mano non è una guida per imparare a fare la valigia.
Solo bagaglio a mano: la filosofia
All’inizio del libro, Romagnoli racconta del proprio funerale. Nella Corea del Sud, una società organizza finti funerali per i dipendenti delle grandi corporation: l’obiettivo è diminuire l’alto tasso di suicidi del paese, mettendo gli individui di fronte alla prospettiva concreta della propria morte.
Da qui ha origine una riflessione sulle poche cose davvero importanti della vita. O meglio, in una cassa di legno striminzita, con indosso una tunica senza tasche, ci si rende conto che la morte è definitiva spoliazione. Se niente ci segue o ci appesantisce nella morte, perché qualcosa dovrebbe farlo in vita?
Uno spunto un po’ macabro, certo, ma che diventa trampolino di lancio verso la leggerezza. Non aver paura di attraversare la vita disadorni, non attaccarsi troppo alle cose, ai luoghi. Non aver paura di cambiare, di spostarsi, per inseguire l’unica bussola che conti davvero: la curiosità. Nella prosa di Romagnoli emerge uno dei miti fondatori della cultura occidentale, quello di Ulisse.
In qualche passaggio, Solo bagaglio a mano ricorda un altro bestseller ibrido tra saggistica e self-help: Il magico potere del riordino della giapponese Marie Kondo. La Kondo invita a spogliarsi non solo dell’inessenziale, ma di tutto ciò che non ci trasmette alcuna gioia o emozione. Privarci delle cose superflue e ordinare quelle importanti farà emergere chi siamo davvero.
«Il futuro è una valigia da aprire accettando ogni possibile contenuto. Possiamo provare a prepararcela da noi, ma senza esagerare, appesantirci, illuderci.
Potrei dire che questo è un piccolo manuale di resistenza umana. O il prologo alla creazione di una nuova specie: più leggera, mobile, che sfugge a ogni schema e quindi sopravvivrà alle mutazioni in corso. […]
Una generazione capace di scegliere sempre la libertà, di consumare soltanto il necessario (incluso ciò che è necessario per il piacere), di non legarsi a nulla, di saper perdere cose e battaglie senza perdersi, di non credere in idee e fedi che le sono state date, preconfezionate, alla nascita, una generazione senza troppo passato né avvenire, ma con una inflessibile attrazione verso il presente, inafferrabile, imprevedibile, disancorata dal suolo e dal tempo. In sintonia piena e pura con l’esistenza. E poi, quando finisce, arriva qualcuno a dirti: ti sia lieve la terra. Fallo tacere. Ti sia lieve la vita.
Per attraversarla, ho un unico insegnamento. Credetemi: solo bagaglio a mano».
[Solo bagaglio a mano, Gabriele Romagnoli]
Non so se la mia intima natura e la filosofia di Gabriele Romagnoli potranno mai trovare un punto d’accordo. O se invece sarò sempre più simile a Jep, protagonista del film La grande bellezza, il quale si imbatte nella finale quanto definitiva scoperta che “le radici sono importanti”.
Per certo, Romagnoli propone un modo di affrontare la vita non nuovo, ma perfettamente adeguato ai tempi e alla generazione che siamo. Una generazione di Holly Golightly, che si circonda di gatti senza nome, conduce un’esistenza “in transito” e non sa intravedere l’ago della bussola, ma si accontenta di brillare nel presente. E non è poco.
Consigli di lettura:
- Solo bagaglio a mano, Gabriele Romagnoli, Feltrinelli (Amazon)
- Il magico potere del riordino, Marie Kondo, Vallardi (Amazon)
Consigli di visione:
- La grande bellezza, Paolo Sorrentino, 2013
- Colazione da Tiffany, Blake Edwards, 1961
Anche tu hai letto Solo bagaglio a mano? Cosa ne pensi?
17 commenti
Li prenderò sicuramente entrambi! 🙂
Brava, sono due letture molto piacevoli 😀
Bel suggerimento, da leggere appena finisco il tomone di Ken Follett… Mi piace molto la filosofia del viaggiare leggeri: anche io, come te, per anni mi portavo dietro trolley grandi come una macchina. Poi ho smesso. È stato un processo lento, ma ora viaggio solo con lo zaino e mi trovo benissimo.
Mi lascia perplessa però il fatto di non legarsi a nulla: quello lo vedo veramente difficile. Sono comunque curiosa di approfondire questo punto di vista.
Buona giornata ?
Anche a me lascia un po’ perplessa quella parte. Avrei molto più lavoro da fare su me stessa, visto che fino a pochi anni fa collezionavo anche gli scontrini ahaha. In generale sono una persona che si nutre di ricordi.
Che stai leggendo di Follett? Mi piace tanto 😀
Ora sto leggendo I giorni dell’eternità, l’ultimo della century trilogy. Te lo consiglio!
Mi piace molto, l’ho visto spesso in libreria e nonostante questo sia un po’ un periodo di stallo per le mie letture sono stata tentata di prenderlo. Ora sono certa che lo farò, bellissime parole per descrivere il concetto dell’abbandonare nel viaggio della vita, tutte le pesantezze che ci tengono ancorati al suolo.
Ora Feltrinelli ne ha fatto anche la versione economica, perciò non potevo più resistere alla tentazione di prenderlo. Si legge davvero velocemente, quindi è adatto anche nei periodi in cui siamo meno motivati alla lettura (io ne ho spesso!) 🙂
Oh ma questa lettura è perfetta per me! Abbraccio entrambe le filosofie sia del viaggiare leggera che del non legarmi a qualcosa di materiale (e non). Tanto che quando capita quella domanda scema del tipo “cosa porteresti con te su un’isola deserta” sono in seria difficoltà nel trovare qualcosa/qualcuno 😀
Grazie per la segnalazione Chiara 😉
Potresti trarre da questo l’ispirazione per il tuo bestseller di viaggio, “Cosa e chi non portare su un’isola deserta”. Io lo comprerei 😀
Un bacione, Orsa!
Ho letto la Kondo e altri libri che promuovono il concetto di “minimalismo” nei vari ambiti. E se ci pensiamo bene, quante sono le cose che davvero ci servono nella vita, come nel viaggio? sempre meno di quelle che abbiamo. Abbraccio la filosofia “less is more” e la sostengo. Grazie di avere parlato di questo libro 🙂
E’ una filosofia che mi piace molto e a cui mi ispiro, anche se ancora sono molto lontana dal metterla in pratica, specialmente nella vita. Mi sembra sempre, anzi, di rimanere ancorata a troppe cose. Ma ci sto lavorando! Grazie a te, Ilenia 🙂
Ho sempre creduto di essere intraprendente, coraggiosa, “ganza”. Purtroppo (e me ne sono resa conto forse troppo tardi) invece sono l’opposto. Sono attaccata non tanto alle cose, quanto ai luoghi. E cavolo, altrochè se ho paura di cambiare. Forse un libro del genere è quello che mi ci vuole, grazie del suggerimento!
Ciao Celeste! Ti capisco benissimo, l’attaccamento ai luoghi è una delle cose più radicate in me. Ancora “non mi perdono” il fatto di essere lontano da casa, per esempio, e non riesco a immaginare la mia vita in un contesto completamente diverso. Anche se sono fuori sede da 6 anni! Perciò ti capisco davvero. Grazie! 🙂
Grazie per il consiglio di questo libro. Me lo segno nella lista dei libri da leggere.
Pensa che La grande bellezza l’ho visto quando è uscito e Colazione da Tiffany sono finalmente riuscita a vederlo giusto due sere fa grazie a Netflix ?
Sono 2 film che amo tantissimo e su cui mi trovo spesso a riflettere 🙂 grazie Elisa e buona domenica 🙂
Me lo prendo appena finisco i mille mila libri che ho preso ultimamente di Agatha Christie. Mi piace molto la filosofia del bagaglio a mano, sono sempre partita leggera (al ritorno era sempre pesante però perchè la gente infila in valigia anche la sua roba con la scusa del “Tanto tu hai sempre spazio”). L’ultimo viaggio in Irlanda di 13 giorni sono riuscita a farlo con uno zaino da 50 litri, posso ritenermi soddisfatta. Non so se sono d’accordo sul “non legarsi a nulla”, ma leggedo il libro sicuramente proverò a capire anche questo punto di vista 😀
Grazie per il consiglio!! 😀
Ciao Ilaria, negli ultimi viaggi che abbiamo fatto anche noi ci siamo tenuti sul leggero… dopo anni di pesantezza! Sulla filosofia del non legarsi a nulla invece non ci riuscirò mai xD
P.s. Adoro la Christie!