Dallo scorso giugno fino a maggio 2016, Villa Panza a Varese ospita la mostra Natura Naturans, un’esposizione d’arte contemporanea e ambientale degli artisti americani Roxy Paine e Meg Webster.
La mostra Natura Naturans
Ho visitato la mostra a Villa Panza grazie all’iniziativa del Fondo Ambientale Italiano in collaborazione con la community di igersvarese. Nonostante io abiti in provincia di Varese e sia stato in città diverse volte, non avevo mai visitato Villa Panza e sono felice di aver finalmente rimediato.
Prima di iniziare la visita vera e propria, io e i miei due accompagnatori (Francesco e Serena) ne abbiamo approfittato per fare un giro dei giardini prima che facesse buio. La giornata, comunque non era delle migliori: freddo e pioggia ci hanno tenuto troppa compagnia.
I Giardini di Villa Panza
Considerando che le tre famiglie nobiliari che hanno abitato Villa Panza dal XVII secolo la usavano come “casa vacanze (estive)”, devo dire che non si trattavano per niente male!
È stato emozionante passeggiare per questi bellissimi giardini dove l’unica padrona è la natura. Giuseppe Panza ha sempre voluto dare l’idea di una casa in cui la natura è a stretto contatto con l’uomo, e questo l’ha portato sin dall’inizio alla passione per l’arte contemporanea e per l’arte ambientale. Con l’arte ambientale è anche possibile entrare nell’opera d’arte vera e propria, come vi mostrerò poco più avanti.
Dentro Villa Panza, tra un’opera e l’altra
Chiara ve l’ha detto in lungo e in largo in tanti altri articoli: io non sono un amante dell’arte contemporanea. A volte fatico a capirla, altre volte la guardo un po’ dubbioso. Tuttavia, se devo essere onesto, l’esposizione di opere che ho trovato a Villa Panza mi è piaciuta molto.
Le scuderie di Villa Panza
Le due opere di Meg Webster che vedete qui sopra sono esposte nelle scuderie della villa (sì, avevano anche delle scuderie, e sì, erano enormi).
Entrambe sono opere molto particolari, e sia la prima che la seconda hanno iniziato a cedere: infatti, il sale e la terra sono andati a riempire gli spazi tra le piastrelle. L’ultima opera che abbiamo visto nelle scuderie, invece, è esempio di arte ambientale.
Il Ganzfeld
Ma l’opera di Villa Panza che più mi è piaciuta è il Ganzfeld, una stanza ideata da James Turrell dove perdi completamente la percezione della profondità (in parole povere, dello spazio). Accecante, colorato (grazie a luci stroboscopiche) e anche un po’ inquietante, il Ganzfeld è qualcosa che a Varese non ti aspetteresti mai di trovare, e invece c’è, ed è un’esperienza unica nel suo genere.
Le altre opere di Villa Panza
Ma il Ganzfeld è solo uno dei motivi per cui la mostra di Villa Panza a Varese è considerata un gioiello. La nostra visita è poi proseguita tra sontuosi saloni con eleganti lampadari e stanze contenenti bizzarre opere d’arte contemporanea, come funghi, pianticelle e papaveri:
Info utili
- Biglietti interi: 15€
- Acquista il tuo ingresso su Tiqets
- Sito ufficiale
6 Commenti
One Two Frida
Marzo 3, 2016 at 12:43 pmConfermo che Villa Panza è bellissima e in particolare questa esposizione: davvero particolare e unica! Si presta molto a essere fotografata!
Complimenti per le foto, davvero simpatiche! 🙂
Marco Tamborrino
Marzo 3, 2016 at 6:37 pmGrazie mille, mi piacere che le foto piacciano! ^^
Lucrezia & Stefano - in World's Shoes
Marzo 3, 2016 at 4:51 pmChe dire delle foto? Stupende! E che dire della mostra? Fantastica. Neanche io pur amando l’arte sono una appassionata di contemporanea eppure vedendo le foto di questa mostra da alcuni blogger e da voi mi sono innamorata Ahaha ed è un vero peccato non poterla vedere di persona 🙁 mi accontento del vostro bellissimo resoconto!
Un bacio !
Marco Tamborrino
Marzo 3, 2016 at 6:37 pmDai, magari prima o poi passerete di qui, chi lo sa? 🙂
Grazie mille per i complimenti! 🙂
SimonePols
Marzo 3, 2016 at 6:34 pmA questo mondo una delle cose che più mi stupisce sono le coincidenze..
Tornando dal sud america chiaccheravo in aereo con una signora (italiana ma nata in Argentina) che mi ha consigliato di visitare Villa Panza…ed eccovi qui a raccontarla pochi giorni più tardi 🙂
Small little world!
Marco Tamborrino
Marzo 3, 2016 at 6:39 pmAhahah allora ci uniamo alla signora e te la consigliamo anche noi! 🙂