Il Chianti è l’espressione più pura della bellezza italiana, un luogo dove la cultura del vino ha modellato il paesaggio e si è impressa a fondo nella storia. Scoprilo con la nostra guida completa per visitare il Chianti in sette giorni.
Vacanza nel Chianti: itinerario di una settimana
Quando abbiamo iniziato a pianificare le nostre vacanze in Italia, cercavamo un posto che unisse relax, cultura ed enogastronomia. Il Chianti era la risposta perfetta: ci vedevamo tra colline baciate dal sole a degustare calici rosso rubino.
Il Chianti è stato tutto questo, e molto di più. Quest’angolo di Toscana ci ha coccolato con i suoi vini corposi e i piatti saporiti, ci ha raccontato le sue storie attraverso borghi e cantine.

Cosa vedere in una settimana nel Chianti? Ecco il nostro itinerario e tanti consigli su quali cantine visitare, dove alloggiare e dove mangiare in zona.
- Giorno 1: Castellina in Chianti
- Giorno 2: Radda in Chianti e Castello di Albola
- Giorno 3: Siena
- Giorno 4: Greve in Chianti, Montefioralle e Castello di Querceto
- Giorno 5: San Gimignano
- Giorno 6: Gaiole in Chianti, Vertine, Castello di Brolio e Badia a Coltibuono
- Giorno 7: Volterra
- Giorno 8: Monteriggioni
- Il Chianti Classico e la leggenda del Gallo Nero
- Dove dormire nel Chianti
- Dove mangiare nel Chianti
- Come arrivare e come spostarsi nel Chianti

Giorno 1: Castellina in Chianti
Il nostro tour chiantigiano inizia a Castellina in Chianti, dove soggiorniamo per una settimana all’Hotel Colle Etrusco Salivolpi. Te ne parliamo più avanti nell’articolo.
Il centro storico di Castellina è piccino ma caratteristico, pieno di ristoranti e botteghe. Il nostro scorcio preferito è Via delle Volte, un camminamento coperto nelle mura fortificate. Per una cena romantica ti consigliamo di fermarti al ristorante Sotto le Volte.
Da non perdere a Castellina in Chianti anche la chiesa medievale di San Salvatore e la Rocca, oggi sede del Museo Archeologico del Chianti senese. Dalla sua terrazza si ammira un incantevole panorama, mentre d’estate la piazza si anima con il cinema all’aperto.


Giorno 2: Radda in Chianti e Castello di Albola
Il secondo giorno del nostro tour lo dedichiamo a Radda in Chianti. Questo borgo racchiuso tra mura trabocca di negozietti, vicoli e piazze. Tra fili di panni stesi e porte colorate, non smettiamo un attimo di fotografare.
Il Palazzo del Podestà è l’edificio che colpisce di più, con gli antichi stemmi incastonati sulla facciata. Sulla stessa piazza si trova la Prepositura di San Niccolò, chiesa risalente al 1200 (al momento della nostra visita in corso di restauro).
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Dopo una passeggiata per Radda, ci rimettiamo in auto verso il Castello di Albola per una visita alle cantine con degustazione. Saliamo per dolci tornanti tra filari di viti finché ci appare il castello.
Questa storica tenuta è oggi proprietà della famiglia Zonin, che si è dedicata al restauro della struttura, all’ampliamento dei vigneti e naturalmente alla produzione di Chianti Classico.


La visita guidata dura circa un’ora e ci conduce attraverso le cantine, dove impariamo di più sulla produzione di questo vino. Dalla collezione privata passiamo al bel cortile interno per una degustazione con light lunch. Ne usciamo sazi, un po’ brilli, felicissimi.
Castello di Albola: info e prezzi
- Da marzo a novembre visite giornaliere alle 12.00 e alle 17.00, è gradita la prenotazione
- Visita e degustazione con light lunch, €30 a persona
- Sito web


Giorno 3: Siena
Per il nostro terzo giorno ci lasciamo alle spalle le delizie del Chianti Classico e andiamo alla scoperta di Siena. La città del Palio non ha bisogno di presentazioni, ma noi la visitiamo per la prima volta.
Siamo fortunati, perché capitiamo nel periodo di scopertura del pavimento del Duomo. Ogni anno, infatti, il pavimento marmoreo del Duomo di Siena viene esposto per un periodo limitato (fino al 7 ottobre 2020). Ci perdiamo nella contemplazione del suo tappeto di marmi, con scene realizzate da grandi artisti senesi.


Visitiamo anche la Libreria Piccolomini. Quest’ala del Duomo fu fatta costruire dall’arcivescovo Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III) per custodire l’immenso patrimonio librario dello zio Pio II.
Le pareti sono completamente affrescate dal Pinturicchio su disegno preparatorio di Raffaello: una meraviglia senza fine.
Opera del Duomo di Siena: info e prezzi
- Orari aggiornati
- Biglietti interi Duomo+Libreria Piccolomini €8
- Opa Si Pass da €8 a 16 a seconda del periodo
- Pass Porta del Cielo €20
- È possibile acquistare online l’Opa Si Pass, ma occorre fare la fila in biglietteria per ritirarlo
- Biglietto cumulativo del Complesso del Duomo di Siena su GetYourGuide


Dopo la visita al Duomo ci dirigiamo verso Piazza del Campo, il cuore di Siena, su cui svetta austera la Torre del Mangia. Al momento non è possibile salire per ammirare il panorama dall’alto, ma il cuore batte forte davanti a tanta bellezza.
È il momento di viziarci con un pranzo lussuoso. Per festeggiare il compleanno di mia sorella abbiamo scelto Tar-tufo, un ristorante un po’ fuori dal centro che seduce alla vista e conquista al palato. Te ne parliamo più avanti.


Ripartiti da Siena, dedichiamo il pomeriggio al relax in piscina. Più tardi ci rimettiamo in auto per raggiungere Panzano in Chianti e passeggiare tra le vie del borgo.
È ormai il crepuscolo, in giro c’è solo gente del posto: bambini che schiamazzano, una donna che annaffia i fiori. È così fuori dal tempo, come cristallizzato in un incantesimo di immobilità.
Negli ultimi anni, un luogo ha contribuito alla fama di Panzano: stiamo parlando dell’Antica Macelleria Cecchini, apparsa in una puntata di Chef’s Table. Il proprietario Dario Cecchini è noto per la sua eccentricità: per esempio, è solito declamare la Divina Commedia mentre prepara la bistecca.

Giorno 4: Greve in Chianti, Montefioralle e Castello di Querceto
Torniamo nel Chianti per trascorrere il nostro quarto giorno alla scoperta di borghi e cantine. La nostra prima meta è Greve in Chianti: qui passeggiamo per Piazza Matteotti, circondata su due lati da portici e botteghe.
Al centro della piazza la statua dedicata a Giovanni da Verrazzano ricorda che il famoso esploratore della baia di New York e del Canada nacque proprio a Greve nel 1485. Una tappa obbligata è l’Antica Macelleria Falorni, attiva dal 1729: il luogo perfetto per assaggiare salumi e carni toscane tra taglieri, panini e tartare.


Un rovescio di pioggia ci costringe a riparare in macchina. Percorriamo pochi chilometri di erta salita per raggiungere Montefioralle, uno dei borghi più caratteristici del Chianti. Incredibile ma vero, qui nacque un’altra celebrità delle esplorazioni, Amerigo Vespucci.
Aspettiamo che il cielo si apra per perderci tra i vicoli di Montefioralle. Sulle vie acciottolate il sole asciuga lentamente la pioggia, le case in pietra fanno a gara per esporre le piante e i fiori più belli, le colline sono verdi di vigneti… Ricorda un po’ Spello, ma più silenziosa, più autentica.


Lasciamo le viuzze di Montefioralle a malincuore per dirigerci verso il luogo della nostra seconda degustazione di Chianti Classico: il Castello di Querceto. Quando entriamo nel cortile del castello, un violino stonato suona dalle finestre della casa padronale, due pavoni gironzolano indifferenti. Ci sentiamo fuori dal tempo.
Sorta sulle rovine di un castello medievale, dal 1897 la struttura appartiene alla famiglia François, che ne ha fatto la base per la sua produzione di Chianti Classico. Visitiamo le cantine e la collezione privata del castello, poi ci sediamo per la degustazione. Naturalmente non ce ne andiamo senza una bottiglia di vino.
Castello di Querceto: info e prezzi
- Tour classico con visita guidata e degustazione €10 + €5 snack
- Orari e prenotazione tour


Giorno 5: San Gimignano
Di nuovo ci spingiamo fuori dal Chianti Classico per visitare San Gimignano. La città turrita non dista più di 45 minuti: un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. Dopo la quiete delle campagne, il borgo medievale ci appare invaso di turisti, ma non per questo meno bello.
Il centro storico di San Gimignano è patrimonio UNESCO e il suo skyline unico al mondo. La “Manhattan del Medioevo” conserva infatti ben quattordici torri medievali delle 72 presenti nella sua epoca d’oro. La più antica è la Torre Rognosa, la più alta la Torre Grossa (o Torre del Podestà).


Scattiamo tante foto a Piazza del Duomo e Piazza del Podestà, saliamo alla Rocca di Montestaffoli per ammirare il panorama e camminiamo lungo le antiche mura. Prendiamo un panino in una delle tante botteghe, poi ci mettiamo in coda da Dondoli, per assaggiare il loro gelato campione del mondo.
Prima di tornare a casa ci fermiamo in un’enoteca e acquistiamo una bottiglia di Vernaccia di San Gimignano, il fresco vino bianco prodotto da un vitigno autoctono.


Giorno 6: Gaiole in Chianti, Vertine, Castello di Brolio e Badia a Coltibuono
Il Chianti Classico non smette di stupirci: il sesto giorno siamo dalle parti di Gaiole in Chianti. La cittadina è legata una storica manifestazione cicloturistica, L’Eroica, che dal 1997 rievoca il ciclismo di una volta su bici d’epoca e strade sterrate.
A un paio di km da Gaiole facciamo una sosta alla Pieve di Santa Maria a Spaltenna, che risale all’anno Mille. La chiesa purtroppo è chiusa per interventi di restauro, mentre qui accanto è sorto un lussuoso resort, il Castello di Spaltenna.


Proseguiamo in direzione di Vertine, frazione di Gaiole. Il suo castello è menzionato in un documento del 1013, a testimoniare l’antichità dell’insediamento. Oggi il piccolo borgo cinto da mura è completamente ristrutturato e incanta con i suoi vicoletti silenziosi.


Il castello di Brolio tra vini e leggenda
È quasi ora di pranzo, ma vogliamo toccare un’ultima tappa. Direzione Castello di Brolio, la cui storia è legata a doppio filo a quella del Chianti Classico. Il castello ha origini medievali e più volte giocò un ruolo di primo piano nella contesa territoriale tra Siena e Firenze.
La storia che ci interessa più da vicino inizia però con il barone Bettino Ricasoli, che nel corso dell’Ottocento trasformò il castello secondo lo stile revival gotico del tempo. Ricasoli, detto il Barone di Ferro, fu importante politico e secondo Presidente del Consiglio dopo Cavour.


Come Cavour fece nelle Langhe, il barone Ricasoli si interessò di viticoltura, dando vita nel 1872 all’attuale formula del Chianti Classico. La leggenda parla di un uomo amante delle donne e maledetto, un eroe Byroniano il cui fantasma si aggirerebbe a cavallo intorno al castello.
Ancora oggi il Castello di Brolio è legato al vino: l’azienda Ricasoli, infatti, possiede il maggior numero di ettari di vigneti del Chianti Classico. Oltre al vino e all’aura leggendaria, un buon motivo per visitare il Castello di Brolio è il suo indescrivibile panorama. Dalla cinta muraria lo sguardo abbraccia viti a perdita d’occhio e il profilo di Siena.
Castello di Brolio: info e prezzi
- Orari di apertura aggiornati
- Visita dei giardini & degustazione in enoteca, €7,50
- Tour classico castello e cantine, €35


Badia a Coltibuono
È arrivato il momento della nostra ultima degustazione nel Chianti Classico. Siamo a Badia a Coltibuono, abbazia fondata nel 1049 e oggi riconvertita in B&B di lusso, ristorante e cantina.
I monaci Vallombrosani furono i primi a coltivare la vite su questi terreni. Oggi la Badia appartiene alla famiglia Stucchi Prinetti, specializzata nella produzione di vini biologici.


Dopo la visita alla cantine e alla “Biblioteca del vino” (così è chiamata la collezione privata), veniamo accompagnati nel lussureggiante giardino e infine in una sala affrescata per la degustazione.
Badia a Coltibuono: info e prezzi
- Aperta tutti i giorni
- Visita guidata nel pomeriggio e assaggio di due vini, €10
- Sito web
Giorno 7: Volterra
Siamo quasi giunti al termine della nostra vacanza nel Chianti. Decidiamo di spostarci verso Volterra per visitare questa interessante città, che affonda le sue radici nella civiltà etrusca.
Fuori dal finestrino scorre la bellezza primordiale delle colline della Val di Cecina. Qua e là l’occhio avvista monumentali sculture geometriche: sono le opere di Land Art di Mauro Staccioli, dislocate in punti strategici del territorio volterrano.


La nostra esplorazione di Volterra inizia tra i vicoli medievali intorno a Piazza dei Priori e al Duomo. Il Palazzo dei Priori somiglia in modo impressionante a quello di Firenze, tranne per gli stemmi che decorano la facciata.
Visitiamo il Museo Etrusco Guarnacci, il secondo più importante in Italia dopo quello di Roma. La sua collezione di urne cinerarie è sterminata: sembra quasi di passeggiare in un immenso cimitero etrusco.
Ma la star del museo è una sottile quanto misteriosa statuetta, l’Ombra della Sera. Questo bronzetto votivo deve il suo poetico nome a Gabriele d’Annunzio: le sue forme sinuose hanno qualcosa di modernissimo.



Volterra è anche la città dell’alabastro. Sono tantissimi i laboratori in città che portano avanti la lavorazione tradizionale di questo materiale pregiato. All’alabastro è dedicato anche un piccolo spazio espositivo annesso al Museo Civico.
Se ami la storia dell’arte, ti consigliamo proprio di fermarti al Museo Civico per omaggiare un capolavoro ivi contenuto: la Deposizione di Rosso Fiorentino, maestro del Manierismo.


Imperdibile anche il Teatro Romano di Volterra, riscoperto negli anni ’50 e datato tra il I secolo a.C. e il 13 d.C. Oltre alla cavea è ancora visibile parte della scena: se ne può ammirare uno scorcio suggestivo dall’alto da Via Lungo le Mura del Mandorlo.
Per visitare Volterra ti consigliamo di acquistare la Volterra Card. Con soli €16 potrai accedere a tutti i siti di interesse in città, compresi Palazzo dei Priori, il Museo Etrusco, il Museo Civico, l’Ecomuseo dell’Alabastro e il Teatro Romano.


Giorno 8: Monteriggioni
Anche le cose più belle prima o poi finiscono. A malincuore dobbiamo riempire le valigie, fare il checkout in hotel e lasciarci alle spalle le colline del Chianti.
L’ultimo stop sulla via di casa è Monteriggioni, famoso per le sue apparizioni al cinema e persino nel videogioco Assassin’s Creed. Il piccolo borgo fortificato è ancora oggi completamente cinto di mura, intervallate da quindici possenti torri.
All’interno della cinta muraria è racchiusa Piazza Roma, dove sorge la Chiesa di Santa Maria Assunta. Il caldo estivo e la calca di turisti ci spingono a una visita breve, ma l’incanto di questo borgo resta immutato.


Facciamo un salto nella vicina Abbadia a Isola, dove si trova un’abbazia fondata nel 1001 lungo il tracciato della via Francigena. Durante il Medioevo, questo insieme di percorsi conduceva pellegrini e crociati da Canterbury fino in Terra Santa, attraversando anche queste zone.
L’ultimo pranzo della vacanza merita una menzione. Salutiamo la cucina toscana nell’accogliente ristorante Cantinale. La pappa al pomodoro e i pici al ragù sono un degno modo per congedarci dal Chianti… almeno per il momento.


Il Chianti Classico e la leggenda del Gallo Nero
Il Chianti è una regione della Toscana compresa tra le province di Firenze, Siena e Arezzo. Le sue colline coperte di vigneti e uliveti hanno reso questo paesaggio famoso in tutto il mondo, in particolare tra gli inglesi, da cui il nomignolo Chiantishire.
All’interno di questo territorio distinguiamo il Chianti Classico, dove si produce il vino omonimo da uve Sangiovese per l’80-100%. Del Chianti Classico fanno parte i comuni di Castellina in Chianti, Radda in Chianti e Gaiole in Chianti.

Il simbolo del Chianti Classico è il gallo nero visibile su tutte le bottiglie.
Secondo la leggenda, in epoca medievale Firenze e Siena si disputavano questo territorio. Per risolvere la contesa una volta per tutte, due cavalieri sarebbero dovuti partire all’alba dai rispettivi capoluoghi e incontrarsi a metà strada: il punto del loro incontro avrebbe segnato il confine.
Il segnale di partenza sarebbe stato il canto del gallo. I senesi scelsero un gallo bianco, mentre i fiorentini ne scelsero uno nero, che tennero a digiuno per diversi giorni. Straziato dalla fame, il gallo nero cominciò a cantare ben prima dell’alba, dando largo vantaggio al cavaliere fiorentino.
Quando si incontrarono, il senese aveva percorso appena 12 km, e tutto il Chianti passò sotto il controllo di Firenze.

Dove dormire nel Chianti: Hotel Salivolpi a Castellina in Chianti
Per la nostra vacanza nel Chianti abbiamo scelto di soggiornare a Castellina nel Chianti, un’ottima base per esplorare la zona e le città d’arte dei dintorni, come Siena, San Gimignano e Volterra.
Abbiamo trascorso una settimana all’Hotel Colle Etrusco Salivolpi, una bellissima struttura in stile toscano rustico con giardino e piscina. L’abbiamo amato per la colazione all’aperto e per la sua atmosfera romantica.
Tra un libro e uno spritz, ci siamo rilassati come non mai, sentendoci al tempo stesso sicuri per lo scrupoloso rispetto delle norme sanitarie. Per una settimana in alta stagione abbiamo speso circa €900.


Dove mangiare nel Chianti
Nel corso del nostro viaggio abbiamo sperimentato la ricchezza della cucina toscana, rigorosamente annaffiata da un calice di Chianti Classico. Ecco un elenco di indirizzi consigliati dove mangiare nel Chianti.
Enoteca Nuvolari, Castellina in Chianti
Gustosi piatti della tradizione e accoglienza alla mano, hanno anche vini di loro produzione. Da provare: ravioli di patate con sugo di cinghiale e pici cacio e pepe.

Osteria Pastececi, Castellina in Chianti
Ottimo ristorante che ripensa le specialità tradizionali in combinazioni inedite, come i fiori di zucca ripieni di baccalà o la tagliata di cinta senese con salsa tzatziki.

Sotto le volte, Castellina in Chianti
La tradizione toscana in tutta la sua potenza, nella suggestiva cornice del camminamento coperto di Castellina. Il tagliere con crostini e salumi di cinta è semplicemente spettacolare, come lo sono i tagliolini fatti in casa col tartufo.


La Chiantina, Castellina in Chianti
Ancora ottimi piatti della tradizione e vini al calice. Marco si è deliziato con gnocchi al pecorino e tartufo, io con pici cacio e pepe, guanciale e fave fresche.

Ristoro di Lamole, Greve in Chianti
Il tramonto più bello del Chianti ti appare dopo 8 km di strada bianca tra boschi e vigneti. Da Ristoro di Lamole abbiamo assaggiato per la prima volta la bistecca alla Fiorentina. Sublime il tortino di zucchine con salsa di pecorino e tartufo fresco. Peccato per il conto: troppo caro.

Antica Macelleria Falorni, Greve in Chianti
Nel Chianti le macellerie non sono più quelle di una volta: alcune si sono trasformate in locali alla moda, come Antica Macelleria Falorni. Per fortuna la qualità delle materie prime non è venuta meno: assaggiare una tartare di Chianina è un’esperienza celestiale. Buone anche le alternative veg, come la panzanella.


Badia a Coltibuono, Gaiole in Chianti
Il ristorante perfetto per assaggiare piatti della tradizione preparati con ingredienti biologici e a km 0. I tavoli all’aperto sotto il pergolato sono incantevoli.

Tar-tufo, Siena
Per festeggiare il compleanno di mia sorella cercavamo una location speciale. Se gli interni di Tar-tufo quasi intimidiscono per la loro raffinatezza, la cucina è un’esplosione di sorprese. A partire dal benvenuto dello chef: un’illusione di pomodorino con paté di cinghiale e glassa alla zucca. Prezzi alti, ma commisurati alla qualità.

Panineria Al Vicolino, Volterra
Lo street food toscano alla sua massima potenza: Al Vicolino la lista di ingredienti con cui comporre il panino è praticamente infinita. Ottima qualità, c’è sempre la fila.
Cantinale, Monteriggioni
Più in basso rispetto al borgo fortificato, Cantinale è il ristorante della Fattoria Castello di Monteriggioni. Le specialità toscane sono preparate in modo tradizionale e gustoso; il locale è davvero accogliente e i prezzi inferiori alla media.
Quali cantine visitare nel Chianti Classico
Oltre alle cantine da noi visitate (Castello di Albola, Castello di Querceto e Badia a Coltibuono), il Chianti Classico offre infinite possibilità agli amanti del vino e del turismo enogastronomico. È praticamente impossibile percorrere due km in auto senza incappare in un cartello di “wine tasting”.
Ecco altre ottime cantine del Chianti dove vale la pena prenotare una visita con degustazione:
- Tenuta di Fonterutoli (Castellina in Chianti);
- Castello di Verrazzano (Greve in Chianti);
- Castello di Brolio (Gaiole in Chianti);
- Rocca di Castagnoli (Gaiole in Chianti);
- Castello di Ama (Gaiole in Chianti);
- Antinori nel Chianti Classico (Bargino).

Come arrivare e come spostarsi nel Chianti
Per la nostra settimana nel Chianti abbiamo scelto di viaggiare in automobile, il mezzo più comodo per spostarsi tra i diversi borghi.
Guidare nel Chianti non richiede attenzioni particolari, salvo la pazienza di sopportare ripidi tornanti, salite e discese. E, va da sé, mai mettersi alla guida subito dopo una degustazione.
È anche possibile visitare il Chianti senza auto, per esempio noleggiando una vespa o una bici elettrica. Esistono inoltre tour guidati nelle cantine dalle principali città dei dintorni: leggi questo approfondimento per saperne di più.

Eccoci arrivati in fondo alla nostra guida per visitare il Chianti in una settimana. Se stai pensando di organizzare un viaggio da queste parti e hai ancora delle domande, lascia un commento. Se invece ci sei già stato, facci sapere cosa ne pensi!
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