Forse non sono troppo umano, ma il mio scopo è stato semplicemente quello di dipingere la luce del sole sulla parete di una casa.
[Edward Hopper]
Edward Hopper è uno dei miei artisti preferiti. Così, quando Marco ed io abbiamo scoperto che Bologna avrebbe ospitato una mostra a lui dedicata, non stavamo più nella pelle. E adesso che l’abbiamo visitata siamo felicissimi di raccontarvelo.
Mostra Hopper a Bologna
A Palazzo Fava dal 25 marzo al 27 luglio 2016, la mostra Edward Hopper è il risultato della collaborazione tra Fondazione Carisbo, Genus Bononiae, Arthemisia Group, il Comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York. La mostra ospita più di 60 opere e dà conto dell’intera produzione del pittore statunitense, dagli acquerelli parigini ai paesaggi e scorci cittadini degli anni ‘50 e ’60.

Invasione digitale con IgersBologna
Abbiamo avuto la fortuna di visitare la mostra di Hopper in compagnia del team di IgersBologna, al quale ci siamo ormai affezionati, e di altri instagramers e appassionati. Lo abbiamo fatto in occasione delle Invasioni Digitali 2016.
Le Invasioni Digitali sono un’iniziativa di promozione “dal basso” del patrimonio culturale italiano. L’idea è quella di creare nuovi modi di visitare i siti culturali, non più passivi, ma attivi e coinvolgenti. In questo progetto hanno grande spazio la fotografia, Internet e i social media, che diventano canali per rilanciare il territorio e le sue eccellenze. Quest’anno le Invasioni Digitali prevedono numerose iniziative in tutta Italia dal 22 aprile all’8 maggio 2016 (affrettatevi!). Cercate quella più vicina a voi sul sito dedicato.
Per l’occasione ci siamo muniti di spillette, adesivi e mascherine rosse, pronti a sciamare per le sale della mostra come solo tanti instagramers assetati di like sanno fare. Una guida ci ha accompagnato lungo il percorso, introducendoci al mondo artistico di Hopper. La cosa più bella è stata poter scattare fotografie a volontà, privilegio che i comuni mortali aka visitatori non hanno.
***
Chi è Hopper?
Edward Hopper (1882-1967) è uno degli artisti americani più famosi e amati di tutti i tempi. Dopo aver studiato alla New York School of Art, viaggia in Europa, rimanendo fortemente influenzato dalla scena parigina, patria degli impressionisti. Dagli impressionisti Hopper trae composizioni e tagli fotografici, che però rielabora in modo personalissimo, diventando a sua volta di ispirazione per registi e fotografi. Per esempio, la sua House by the Railroad (1930) fa da modello ad Alfred Hitchcock per la casa di Psyco.

Nella vita privata, Hopper era schivo e reticente. Infatti l’espressione del suo autoritratto gli rende giustizia…
Soggetti della sua pittura sono le architetture urbane, strade di città, interni di edifici pubblici e privati. Questi luoghi, spesso deserti e attraversati da forti contrasti luminosi, sono qualcosa di più che vuote rappresentazioni realistiche. Il realismo di Hopper, infatti, ha una qualità metafisica, misteriosa, che attrae irresistibilmente lo spettatore alla decifrazione di un mistero. Le figure umane, quando compaiono, colpiscono per la loro statura di solitudine e incomunicabilità. Le donne bionde spesso presenti nelle sue opere sono tutti ritratti dell’amatissima moglie Josephine.

Nel 1934 i coniugi Hopper acquistano una casa a Truro, nella penisola di Cape Cod. Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, è di grande ispirazione per il pittore, che comincia a trascorrere qui ogni estate insieme alla moglie.
Le nostre impressioni sulla mostra
Siamo rimasti molto colpiti – in positivo – da questa mostra. Ok, non mi aspettavo diversamente. Dopo anni passati a guardare le opere di Hopper attraverso lo schermo del pc, vederle dal vivo ha aperto la strada alla commozione. Ciò che mi ha impressionato di più è stato accorgermi di quanto, in realtà, le sue tele siano semplici. Visti da lontano o in fotografia, i luoghi dipinti dal pittore appaiono così ben delineati che te li immagini pieni di dettagli. Da vicino, invece, ci si rende conto di quante poche pennellate siano bastate all’artista per arrivare a quel risultato. Straordinario.
Certe immagini, poi, hanno dentro un’intensità che arriva dritta al cuore, una grandissima malinconia, pur nell’apparente quotidianità dei soggetti ritratti.
I cultori di Hopper non troveranno in questa mostra alcune delle sue tele più famose, ma allo stesso tempo potranno stupirsi di fronte a capolavori di cui non sospettavano l’esistenza. Per questo la mostra può dare tanto ai neofiti come agli affezionati.
Trovate tutte le info per organizzare la vostra visita su questo sito. Noi vi consigliamo caldamente di farlo, tempo ancora ce n’è!
ORARI
Lun – dom 10.00 – 20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)BIGLIETTI
Intero € 13,00
Ridotto € 11,00Vuoi saperne di più su Hopper? Prova con un libro!
11 commenti
Sto impazzendo per cercare di ricordarmi una cosa: Second Story Sunlight è sulla copertina di qualche libro, ma non mi viene in mente quale.
Grazie per aver raccontato questa mostra attraverso le vostre parole e le vostre immagini ????
Ciao, Silvia! Mi dispiace, non lo so, ma secondo me Hopper starebbe bene su qualsiasi copertina, fa proprio figura. Grazie a te per essere passata, buona giornata! 🙂
Adoro Hopper. La sua luce, la storia che racconta attraverso le sue opere.chissà, magari riusciremo ad essere a Bologna in tempo per visitare la mostra, ma ne dubito! D:
Bellissime le vostre foto, grazie per avercela mostrata ragazzi!
Un bacione <3
Forza che fino a luglio c’è tempo, questo incontro s’ha da fare! Grazie, ragazzi, un bacione a voi <3
Non lo conoscevo questo artista! La mostra e le sue opere sembrano davvero molto belle 🙂 Belle foto!
Hopper è un artista che può piacere un po’ a tutti: il fatto che sia contemporaneo ma anche figurativo fa sì che le sue opere possano essere largamente apprezzate. Poi ha quel taglio fotografico un po’ da travel blogger ante litteram.
Grazie per il commento, a presto! 🙂
Un bellissimo omaggio a uno dei miei artisti preferiti… Una mostra da non perdere e una scusa per fare un salto a Bologna!
Ottima scusa, Ilenia! Buona serata 🙂
Eh beh Hopper lo adoro..e avere la possibilità di portarsi una fontina a casa non è una cosa da poco!
WOW! Le mostre che mi piacciono sono sempre lontane da casa :/
Capita anche a me, per esempio mi mangio le mani per non essere andata a vedere Monet a Torino!