Caro diario, ho tante cose da raccontarti. Febbraio è stato un mese di alti e bassi, piuttosto capriccioso. La primavera che aspettavo dev’essersi nascosta sotto il tappeto, mentre una grande bufera di neve copriva l’Irlanda e la nostra casetta…
8 marzo 2018
Caro diario, parliamone. Mi ero illusa a pensare che il bel tempo stesse finalmente arrivando. Al contrario, febbraio è stato gelido e nevoso, con poche giornate di sole. Questo ha rovinato un po’ i nostri piani, ma ci ha anche strappato qualche sorriso.
Dopo il mio rientro dall’Italia, dove sono tornata per festeggiare il compleanno di mio padre, abbiamo approfittato di una bellissima domenica per fare una gita sulle scogliere tra Bray e Graystones, a sud di Dublino.
Con noi c’era la nostra amica Sandra, che è appena tornata in Italia per ricominciare la sua vita là. Ci mancherà, con le sue storie di viaggi che noi possiamo solo sognare. Le auguriamo tutto il meglio e speriamo di riabbracciarla presto.
A proposito di compleanni, oggi è quello di mia madre. Mi dispiace non essere con lei in questo giorno, mi sento in colpa come quando sono mancata alla laurea di mia sorella. Ma è così: fare un’esperienza all’estero ti strappa alle esperienze importanti delle persone che ami. Non tutte, certo, ma alcune sì.
Serve a poco pensare che un compleanno o una laurea sono solo date simboliche, l’importante è esserci col pensiero, col cuore. Ma non è davvero la stessa cosa: ci si sente staccati, colpevoli, tristi.
Tanti auguri, mamma: non so come avrei affrontato la mia vita senza di te. So che vorresti avermi vicina, sempre sott’occhio, per spiare tutte le mie tristezze e mettermi sotto torchio. Invece sai cosa vorrei io: che ti concentri sulla tua vita, sulla tua felicità, che tu smetta di essere un po’ mamma (anche solo un pochino) e ti goda tutto il resto.
Caro diario, febbraio è stato anche il mese del nostro primo weekend fuori Dublino. Siamo stati a Belfast, in Irlanda del Nord, un’altra capitale ad appena due ore di bus. Avevamo grandi aspettative sulla città, ma il freddo e l’influenza ci hanno un po’ scoraggiato. Non ci è piaciuta quanto credevamo, ma siamo disposti a concederle un’altra possibilità con la bella stagione. Se mai arriverà…
A marzo abbiamo un altro viaggio in programma. Per San Patrizio, dal 17 al 19, saremo nel Kerry, una contea dell’Irlanda dell’ovest. Qui percorreremo in autobus il Ring of Kerry, un tratto di strada nella penisola di Iveragh spettacolarmente panoramico. Faremo base a Killarney, in un hotel troppo lussuoso per noi, che ho prenotato in un momento di “febbre da spa”. Sì, occorre viziarsi ogni tanto.
Non è il nostro unico appuntamento. Questo weekend aspettiamo da noi tre amici di Marco. Sono molto felice, perché Marco finora non ha avuto occasione di tornare in Italia spesso quanto me e capisco quanto debba sentirsi solo e disconnesso a volte.
Se il tempo ci assiste, li porteremo a passeggiare sulle scogliere a Howth, a fare i turisti a Dublino, ma soprattutto a mandar giù pinta dopo pinta in un incalcolabile numero di pub. Ho alte aspettative.
Caro diario, ma non ti ho ancora parlato della neve! Qui l’hanno chiamata Storm Emma, the Beast from the East. Mercoledì scorso, quando ci siamo svegliati, il nostro viale era bianco, le auto coperte. Fuori c’era un incredibile e magico silenzio.
Alle nove eravamo già imbacuccati e pronti per il nostro pupazzo di neve. Abbiamo fatto una passeggiata in un parco vicino casa: i ragazzini irlandesi scendevano dalle colline su slitte improvvisate, la gente portava i cani a spasso. Sembrava di essere in Lapponia, non in Irlanda: a Dublino non nevicava dal 2010.
Auto e bus arrancavano nella neve, ma quella continuava a scendere, a scendere. E così ha fatto per tutto giovedì e venerdì, finché fuori il bianco era così accecante che facevano male gli occhi a guardare dalla finestra.
I supermercati sono stati saccheggiati di pane da toast, latte, carne e acqua: gli irlandesi sembravano preda di un’isteria collettiva, si mettevano in coda fuori dai negozi prima dell’apertura.
È stato strano per noi, perché nessuno si è preso la sbriga di spalare le strade o gettare del sale. Era come se tutti aspettassero la fine della bufera, aspettassero e basta, senza opporsi in alcun modo. Credo che questo faccia parte del carattere irlandese: una pazienza simile alla rassegnazione, che un po’ ammiro e un po’ mi indigna.
A causa della neve, scuole e uffici sono rimasti chiusi fino a lunedì. Una lunghissima pausa, che Marco ed io abbiamo passato prevalentemente sul divano, sotto il plaid, a organizzare il nostro viaggio per l’estate o cucinando piatti improvvisati dai rimasugli nel nostro frigo. Sì, abbiamo rischiato di esaurire le scorte alimentari!
Ma ora la neve è già un ricordo, un mucchietto ai bordi delle strade. Ora marzo avanza: la primavera si fa ancora attendere, ma non per molto. Riuscirò a stanarla da sotto il tappeto. E i fiori spunteranno dalla neve, come una promessa di felicità.
Chiara
1 commento
Coraggio che la primavera arriva anche li, mi mancate già tantissimo ragazzi, ma vivrò la vostra avventura anche da qui…