Caro diario, da tempo sentivo il bisogno di riaprirti. Ti chiederai che senso abbia: sono finiti i giorni irlandesi, quelli che eri nato per raccontare e in cui abbiamo riversato i nostri ricordi. Perché accarezzo di nuovo le tue pagine? Lascia che ti spieghi…
11 dicembre 2018
Caro diario, mancano 14 giorni a Natale: ne sono trascorsi 164 da quando siamo tornati in Italia. Eppure a volte mi sembra di essere ancora lì, almeno nella mia testa. Chiudo gli occhi e mi rivedo seduta su quel taxi in un’alba di inizio estate, le lacrime che scorrono giù lungo le guance, irrefrenabili, mentre guardo scivolare via il paesaggio familiare, la mia casa irlandese.
Sono trascorsi 164 giorni, e ancora non riesco ad avere ragione del momento in cui tutto è finito, nello stesso modo in cui non ci si dà pace alla fine di una lunga e bellissima storia d’amore.
Non riesco a credere che il tempo sia passato così velocemente, due intere stagioni lontano da te. La verità è che, per me, il tempo non è passato davvero: da quando sono tornata in Italia, niente è cambiato nella mia vita, tutto è immobile e allo stesso tempo incerto, come la fissità di una roccia in equilibrio su un precipizio. È così che mi sento, sempre sul punto di cadere.
Ripenso a me e a Marco nel salottino della nostra casa a Swords. Facevamo piani per il futuro, quando saremmo tornati in Italia e finalmente avremmo risolto quelli che chiamavamo i nostri problemi: il clima assurdo, la ripetitività della vita a Dublino, la mancanza del cibo italiano, la lontananza dalle rispettive famiglie e amici…
Gli altri problemi li avevamo messi in conto, ci sembrava che si sarebbero risolti in un batter d’occhio. Trovare due nuovi lavori e trasferirci a Milano insieme pareva roba di poco conto, per cui avremmo impiegato due o tre mesi al massimo.
Invece sono trascorsi 164 giorni e siamo ancora al punto di partenza: Marco in Lombardia a fare lo stagista, io in Umbria a dare ripetizioni. Nonostante i miei tentativi, le centinaia di CV inviati, i primi colloqui, non riesco a muovermi verso nord. Sembra che la mia vita professionale sia finita ancora prima di iniziare, non c’è bisogno di me.
So che tanti altri giovani in Italia si trovano nella mia stessa situazione, ma non mi era mai capitato di restare senza lavoro per tanto tempo. Ogni giorno perdo un po’ più di fiducia in me stessa, un pezzetto della mia identità. Non so più chi sono, non so più cosa voglio, accolgo quello che il caso mette sul mio percorso come se non potessi fare altrimenti.
So che dovrei rialzarmi, fare meditazione, leggere libri motivazionali, avere un’attitudine positiva nei confronti della vita! Solo così potrò arrivare a realizzare i miei sogni o almeno accettare il presente come un dono! Caro diario, vorrei tanto essere una persona migliore, ma sono rimasta sola con la parte peggiore di me stessa. Ha vinto Mr. Hyde.
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start.– The Scientist, Coldplay
Un paio di cose però le ho capite in questi 164 giorni. Uno: prima di tornare in Italia avremmo dovuto calcolare meglio i rischi, ascoltare i veggenti che ci preannunciavano calamità senza pari, perché avevano ragione loro. Secondo: io l’Irlanda la amo, ce l’ho sotto la pelle con tutti i suoi problemi.
Amo il vento che ti taglia in due il viso. Tornata in Italia, ho amato i temporali, la nebbia, l’autunno, cose che finora mi avevano sempre infastidita. Amo il cielo che cambia appena lo guardi, e d’un tratto tutto può succedere.
Amo il casino nei pub, quando ti devi destreggiare con le pinte, e ci sono gli irlandesi con le guance rosse che guardano le partite di rugby.
Amo il fatto che tanti italiani abbiano trovato rifugio lassù, in quell’isola tempestosa, e anche se la insultano e la maledicono per le sue bizze so che sotto sotto non potrebbero farne a meno.
Amo parlare inglese con la gente, essere gentile e sorridente, diversa dalla me italiana sempre corrucciata e piena di lamentele. Amo la possibilità di essere un’altra, una persona migliore.
Caro diario, cosa significa tutto questo? Cosa me ne faccio dei rimpianti e delle riflessioni di questi 164 giorni? Non lo so ancora, ma ho sentito il bisogno di confidarmi con te. Aspetto di fare chiarezza dentro di me, di trovare la lucidità per prendere una decisione ragionata, non dettata soltanto dall’impazienza e dalla frustrazione.
Se c’è un modo in cui posso illuminare la mia vita è scrivendola. Perciò raccogli le mie parole e custodiscile come atto d’amore per me: arrivederci, mio diario irlandese.
Chiara
18 commenti
Che bello ritrovare sé stessi nelle parole di qualcun altro. Stessa identica situazione, stessi pensieri, stessa voglia di riscatto. Vi mando un abbraccio forte sicura che andrà tutto per il meglio ?
Ciao Veronica, anche noi ti mandiamo un abbraccio forte forte, forza, arriverà il nostro momento, bisogna solo crederci per un altro po’! 🙂
Nostalgia e poesia. Spero riuscirai a trovare il tuo posto nel mondo e che ti diano la possibilità di realizzarlo.
Grazie cara Simona, un grande abbraccio! 🙂
Chiara mi spezzi il cuore con queste parole. Spero che l’Isola Verde ti rivoglia presto con se, visto che lì hai trovato la tua dimensione “l’altra Chiara” che pare essere proprio la titolare dell’azienda e non la Chiara dei 164 giorni!
Non mollare, riprovaci ancora e ancora e ancora!
Ti abbraccio! <3
Sto pensando di licenziare la Chiara dei 164 giorni e riassumere l’altra, lavorava decisamente meglio!
Un abbraccio forte forte, Orsa, e grazie 🙂 <3
Arrivata in fondo in lacrime condividendo ogni singola parola e virgola… quell’Isola ci ha segnato nel profondo e questa penisola non riesce a trattenerci, nonostante le famiglie, il cibo e il clima…
Ho un biglietto di sola andata e tanta paura, ma la certezza che è la strada giusta, per ora….
Crediamo fortissimamente in te, Sandra, è quella la tua dimensione, lo dicono le circostanze e il tuo cuore. Ti auguriamo tutto il meglio su quell’isola tanto cara, e chissà che non ci rivediamo là tra un po’! 🙂
Sono uscita da scuola piena di speranze, ma ci ho messo un anno e mezzo prima di trovare il primo lavoro. Sono passati anni, ma leggendoti mi è tornata in mente tutta la frustrazione di quei mesi passati fra colloqui e quei maledetti “le faremo sapere”, le lacrime, le falsità di quelli che sanno di non volerti assumere ma ti tengono in sospeso non si sa per quale motivo. L’Irlanda avrà i suoi problemi, ma l’Italia è un Paese maledetto. Spero che troverai presto la tua (e la vostra) strada. Ti mando un abbraccio.
Passano gli anni ma non cambia niente, eh? Per chi sta dall’altra parte della scrivania il lavoro è un gioco che vincono sempre, per noi invece… Mi sembra che non ci siano umanità ed empatia in questo ambito. Ma per fortuna non è così dappertutto. In Irlanda abbiamo imparato a non dare per scontate tante brutture nostrane, certo anche quello non è un paese privo di difetti, ma dal punto di vista lavorativo non c’è confronto.
Un abbraccio forte, grazie per le tue parole <3
Cara Chiara, queste tue parole mi colpiscono profondamente perché è esattamente quello che ho provato anche io, parola per parola, sentimento per sentimento. Ho odiato e amato Dublino, non volevo andarmene all’inizio, non vedevo l’ora di tornare a casa, alla fine. Dare un’opportunità al mio territorio, provarci. La frustrazione è iniziata già dalla prima settimana, la nostalgia mi divorava, non credevo di essermi tanto legata a questo Paese. Ma ho voluto dare una chance ad altri luoghi, sempre sperando di tornare qua. E rieccomi, di nuovo a Dublino, di nuovo tra queste strade ormai familiari, meravigliandomi sempre di quello che mi circonda, ma con uno scopo. L’incertezza, l’inattività, la rassegnazione che mi avevano già sepolta per quei soli due mesi passati a casa, mi avevano già cambiata in negativo. Ti auguro di poter trovare la tua opportunità a Milano, come speravi, di poter tornare a vivere con Marco. Anche se l’Irlanda è carogna, una volta caduta nella sua rete, non ti abbandona più.
Capisco perfettamente. Dopo aver conosciuto l’Irlanda mi sembra che tutto ora mi stia stretto e non ci sia fine alla negatività. Sono tanto contenta che tu abbia deciso di tornare sui tuoi passi e ricominciare da lì, e non è detto che tra qualche mese non ci rivediamo su quell’isola ventosa. Per il momento ti faccio tanti auguri, un abbraccio forte 🙂
Ciao Chiara.. ho vissuto la tua stessa identica situazione dieci esatti anni fa.. avevo ventiquattro anno e dopo un periodo in Irlanda sono tornata in Italia senza un piano preciso.. ci ho messo un bel po’ a trovare la mia strada.. Lei, l’Irlanda è nel mio cuore, non passa giorno senza pensarla.. appena posso torno a trovarla ed è sempre meraviglioso.. ti auguro di trovare il tuo sentiero ed essere finalmente serena! Un abbraccio
Chiara, te lo dico da espatriata: vai dove ti porta il cuore. Vivere lontani da casa non è sempre facile, ma non tornerei mai indietro.
Ciao Chiara,
Ho letto la vostra esperienza irlandese per intero. Bella esperienza e bel blog! Perche’ invece non tornate in Irlanda per un po’? Io ho lasciato l’Italia piu di 10 anni fa (11 anni fa a febbraio) e non sono piu’ tornato. Sono stato in Australia (2 anni), Nuova Zelanda (1 anno), USA (3 mesi) ed alla fine ho trovato una nuova “casa” in Canada dove vivo da ormai 7 anni. Tutti i paesi che ho elencato mi hanno offerto un lavoro, pagato decentemente (alcuni lavori erano pagati poco ma me la sono sempre cavata), mentre in Italia non sono mai riuscito a trovare nulla (a parte un lavoro stagionale di 2 mesi). Sono tornato in Italia 2 volte con l’intenzione di restare, facendo leva sull’esperienza maturata all’estero e la conoscenza dell’inglese: niente, solo porte in faccia. Siete giovani ed avete tante possibilita’ (visti working holiday in vari paesi extra-europei per esempio) da sfruttare, quindi non buttatevi giu’!
Ciao Jacopo, ti dirò, ci stiamo pensando… Da quando ho scritto questo articolo la situazione è pure peggiorata e ora siamo entrambi senza lavoro. Penso che presto ci toccherà prendere una decisione. Impressionante la tua storia, certo ne hai dovuti girare di posti, ma sicuramente non si può dire che tutto questo non ti abbia arricchito. Non so quando cambieranno le cose in Italia, la mentalità mi sembra proprio stantia… Grazie per il tuo messaggio 🙂
Ciao Chiara, leggo le tue parole e non so da quanto tempo siano state scritte…
A me l’Irlanda mi ha preso il cuore in una settimana, sono tornata da poco e non oso nemmeno immaginare cosa voglia dire lasciarla dopo averci vissuto, nonostante gli alti e i bassi!
Eravamo ospiti di una signora Irlandese, e ho conosciuto una ragazza spagnola che è andata in Irlanda perchè nel suo paese era stata licenziata. Ora vive a Dublino da dodici anni e nonostante la nostalgia di casa (inevitabile, credo…) ama l’Irlanda. Ho trovato gente disponibile, che non disdegna una chiacchierata e si prodiga volentieri ad aiutare. Oltre all’Irlanda, ho nel cuore gli irlandesi, davvero un bel popolo per quel poco che ho potuto vedere.
Perdona il lungo commento nostalgico, ma mi hanno commosso le tue parole! Vi faccio un grosso in bocca al lupo e che possiate trovare il vostro posto!
PS: L’isola della quarta foto dall’alto è Ireland Eye vero? Mi ha preso il cuore quel posto, sembrava di vivere in un sogno…
Irene
Ciao Irene, che bello leggere le tue parole! Lasciare l’Irlanda dopo averci vissuto è stato molto duro e ancora adesso, a distanza di anni (era il 2018 quando siamo andati via), ci pensiamo con tantissima nostalgia. Per lavoro ci siamo stabiliti vicino Milano, ma i verdi paesaggi e la gentilezza degli irlandesi li portiamo sempre nel cuore. Siamo riusciti a tornare altre due volte in Irlanda dopo di allora, per un viaggio nella parte ovest e poi per un altro weekend a Dublino. Come se una calamita ci attirasse sempre lì, dove siamo stati felici! Sì, quello che vedi nella foto è l’Ireland Eye: la passeggiata di Howth è tra i posti che più in assoluto ho amato e ripensare di essere lì mi riempie sempre di un senso di benessere. Ti auguro di tornare presto in Irlanda e di continuare a esplorarla e a viverla!