Visitare Casa Macchi a Morazzone, vicino Varese, significa immergersi in un piccolo mondo antico. Questa dimora borghese di provincia è stata recentemente ristrutturata e riaperta dal FAI. Vieni a scoprirla insieme a noi.
Visita a Casa Macchi, Bene FAI in provincia di Varese
Immagina di entrare in punta di piedi in una casa chiusa da 50 anni. Uno strato di polvere si è depositato sui mobili, ha oscurato le foto appese alle pareti. Le pentole sono ancora sui fornelli, come se i proprietari se ne fossero andati nel bel mezzo di un pranzo. Ogni singolo oggetto sussurra una storia.
Sono queste le sensazioni che si provano visitando Casa Macchi a Morazzone, un comune di 4.000 anime a meno di 10 km da Varese. In questo articolo ti raccontiamo la sua storia.

Casa Macchi, fotografia di un tempo che fu
Nella storia di Casa Macchi non ci sono segreti o zone d’ombra, se non quella offerta dalle tendine di pizzo delle sue finestre. Si tratta di una tipica dimora borghese di provincia, signorile ma non sfarzosa, costruita tra fine ‘800 e inizio ‘900 nel centro di Morazzone.
La casa è stata abitata dalla famiglia Macchi fino agli anni ‘70, quando la sua ultima proprietaria, Maria Luisa, ha chiuso il portone per trasferirsi altrove. Maria Luisa era conosciuta in paese come “la signorina”, non si era mai sposata e visse a Morazzone con i vecchi genitori fino alla loro scomparsa.
Nel 2015 Maria Luisa Macchi ha lasciato in eredità la sua casa al FAI per farne un museo. Il restauro è stato lungo ma filologico e ha preservato in tutto e per tutto gli arredi e le decorazioni originali, limitandosi a spolverare, ricucire, isolare, illuminare. Dal dicembre 2022 Casa Macchi ha riaperto le sue porte e ha iniziato a raccontare la sua storia a tantissimi visitatori curiosi.


L’Emporio Macchi a Morazzone
La casa è preceduta da una bottega, l’Emporio Macchi, un vero e proprio negozio nato per rivitalizzare il centro di Morazzone.
Oltre a servire da biglietteria, l’Emporio propone prodotti artigianali del varesotto e cancelleria vintage, con un occhio di riguardo per la sostenibilità. Gli scaffali di legno le vetrine fanno subito presagire che si sta per varcare una soglia temporale.


Gli interni di Casa Macchi
Casa Macchi si sviluppa su due piani porticati intorno a un cortile centrale. Oltre le mura sbuca il campanile della Chiesa di S. Ambrogio, cuore del paese, mentre intorno si estende un giardino semplice ma curato.
La visita è introdotta da un filmato che racconta la storia della dimora, con la voce di Lella Costa. Completano il racconto una serie di podcast che possono essere ascoltati mentre si passeggia per la casa.


Noi però abbiamo preferito che fosse la casa stessa a raccontare la sua storia, che poi è la storia di tutti noi. Passando da una stanza all’altra di Casa Macchi ci siamo sorpresi della sua familiarità e al tempo stesso della sua unicità.
Sembra la casa di una bisnonna che abbiamo conosciuto da piccoli, con i suoi legni scuri, le foto e le stampe vintage appese alle pareti, i telefoni a disco e i lunghi abiti negli armadi.
Ma sono i dettagli a lasciare davvero sbalorditi: l’orologio a pendolo del secondo piano che scandisce ancora il tempo, il mazzo di tarocchi, la pagella di Maria Luisa, un certificato di matrimonio, gli ombrelli, il macinino del caffè, i libri sul comodino.
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Tutto è esattamente come dovrebbe essere se, uscendo da una macchina del tempo, ci presentassimo a Casa Macchi nel 1932 o nel 1958. Non ci si stancherebbe mai di entrare e uscire dalle camere da letto, ficcanasare nei bagni, sollevare i coperchi delle pentole nel cucinino, rovistare nei cassetti (e, credici, c’è gente che lo fa).
L’ambiente più scenografico della casa è il corridoio del primo piano, illuminato dall’affaccio finestrato sul cortile. Lungo le sue pareti sono allineati armadi pieni di biancheria, fasci di giornali e credenze con servizi di porcellana. La tentazione di sedersi e aspettare che arrivi una cameriera col caffè è davvero forte.


Casa Macchi: una casa per il futuro
Ma dobbiamo ricordarci anche in che secolo viviamo e che tesoro ci viene affidato con Casa Macchi. Non solo al FAI, ma a tutti noi visitatori: solo essendo rispettosi di questa proprietà e della sua storia potremo tramandarne la bellezza.
Lasciarci prendere dall’entusiasmo e tastare ogni singola superficie (di nuovo, c’è gente che lo fa) rischia di rovinare questo tesoro e di sciuparlo per i visitatori di domani. Siamo gentili, come Casa Macchi lo è con noi.
Casa Macchi: informazioni per la visita
- Aperta dal giovedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00, con possibilità di visita guidata nel weekend
- Biglietti interi 7€ per la visita libera, 15€ per la visita guidata
- Sono previste riduzioni per studenti e famiglie
- L’ingresso è gratuito per i residenti del comune di Morazzone e per gli iscritti FAI
- Biglietti di ingresso su Tiqets
- Sito ufficiale FAI


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2 commenti
Molto triste come ambiente!!! Immagino la frustrazione dell’ ultima abitante e capisco la sua decisione su andare in una casa di cura come “La Quiete” x poter vedere un po usi luce contro l’oscurità della casa e del “padre padrone “ che la sovrastava!! Quanti di noi vorrebbero svincolarsi da certe supremazie!!!!
Ciao Nicoletta, hai qualche aneddoto da raccontarci su Casa Macchi? 🙂