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Museo Poldi Pezzoli: l’arte di collezionare tutto

Museo Poldi Pezzoli

Mercoledì ho avuto la fortuna di visitare il museo Poldi Pezzoli durante un instameet con @igersmilano. Non ne avevo mai sentito parlare prima, e ho scoperto un ambiente ricco di arte e storia. Si tratta di una casa-museo, nata grazie al collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli, vissuto nell’800.

Le collezioni del Poldi Pezzoli

Gian Giacomo iniziò la sua collezione d’arte alla giovane età di 24 anni, quando non era ancora a Milano. Il museo invece cominciò a prendere forma nel 1849, quando aveva 27 anni. E si sa, ai ragazzi piacciono i videogiochi violenti, quindi il Pezzoli volle collezionare armi d’epoca. Era un tipetto pacifico, che probabilmente in altri tempi e altri luoghi avrebbe abitato in un maniero inglese.

Museo Poldi Pezzoli

Gli chiederò un’armatura da mettere all’ingresso della mia futura dimora. Qualsiasi essa sia. Dal 1850 inizia ad acquistare dipinti del Risorgimento lombardo, alcuni di grande valore. Le porte di casa sua sono sempre aperte per studiosi e collezionisti (e, in futuro, pure per gli instagramers).

La nascita della casa Museo

Mentre raccoglie opere d’arte, Gian Giacomo Poldi Pezzoli è impegnato anche ad arredare il suo appartamento. Si affida a due artisti decoratori molto celebri al suo tempo: Giuseppe Bertini e Luigi Scrosati. Il risultato di questi lavori è un ambiente che rimanda a diversi stili del passato, anche lontani tra loro. Per esempio, lo scalone all’ingresso è barocco, mentre altre stanze della casa riprendono stili trecenteschi o francesi.

Museo Poldi Pezzoli

Le sale della casa diventano presto contenitori per antichi quadri, sculture, arredi e arti applicate. Insomma, la trasformazione da semplice dimora signorile a casa-museo è iniziata! E sarà inarrestabile. Un po’ come i like a una foto simpatica all’algoritmo.

Il museo Poldi Pezzoli

A Gian Giacomo piaceva collezionare di tutto. Quello che trovava se lo portava a casa, in barba alla qualità. Spesso acquistava gioielli la cui fattura era tutt’altro che di valore. Il suo interesse era quello di creare un ambiente artistico aperto a qualsiasi stile. E ci è riuscito! Purtroppo, alla tenera età di 57 anni, Gian Giacomo Poldi Pezzoli muore celibe e senza eredi.

Museo Poldi Pezzoli

Nel suo testamento esprime il desiderio che la casa diventi un museo a uso e beneficio pubblico, seguendo le stesse norme già in vigore per la Pinacoteca di Brera. Il museo viene inaugurato nel 1881, e in pochi giorni lo visitano migliaia di persone.


L’INSTAMEET

La cornice dell’instameet milanese è stata impreziosita dalla presenza di Canon, che ha messo a nostra disposizione alcune reflex (D7500) e compatte da provare. Lo scopo era fotografare gli oggetti delle varie collezioni del museo. Una volta presa in mano la mia reflex, però, non sapevo che pesci pigliare. I tasti mi erano oscuri, e le modalità manuali, così intuitive sulla mia mirrorless Samsung, mi sembravano qui incomprensibili.

Museo Poldi Pezzoli

Ho scattato qualche foto (poi inviatemi via mail), ma l’averle fatte di fretta e senza conoscere lo strumento ha portato a risultati discutibili. Il tutto sarebbe stato più completo con una breve introduzione da parte del fotografo presente. Quindi, per dovere di cronaca, vi informo che tutte le foto presenti vengono, come sempre, dalla mia macchinetta.

Museo Poldi Pezzoli


INFO UTILI
Orari  e prezzi Museo Poldi Pezzoli:

Il Museo è aperto dalle ore 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30).
Il Museo è chiuso tutti i martedì, a Capodanno, Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio, il 15 agosto, il primo novembre e a Natale.
Prezzi: intero 10€; dai 10 ai 25 anni 7€; meno di 10 anni gratuito.

Come arrivare:

Metro M3 fermata Montenapoleone o Duomo
Metro M1 fermata Duomo
Tram 1 fermata Montenapoleone M3

Sito del Museo

6 Commenti

  • Rispondi
    L'OrsaNelCarro Travel Blog
    Febbraio 4, 2017 at 5:32 pm

    E ci credo che fosse celibe immagina la povera consorte a spolverare tutti quei gingilli…che poi i collezionisti sono pure pignoli con i metodi “spolverativi” delle consorti (parlo per esperienza 😛 )
    Ah quindi non è stato amore a prima vista con la reflex?
    Comunque ci hai mostrato un’altra perla, davvero: questa cosa delle case museo mi piace sempre di più.
    Buona domenica ragazzi 😉

    • Marco Tamborrino
      Febbraio 5, 2017 at 11:34 am

      Più che amore a prima vista, avrei avuto bisogno di qualche ora di solitudine nella mia cameretta… per imparare bene usi e costumi delle reflex 😀 così, d’ignoranza, in un museo… un po’ troppo anche per me! Ma quindi tu Orsa spolveri in maniera maniacale? Adesso vogliamo saperlo 😀

      Buona domenica a te! 🙂

  • Rispondi
    Silvia - The Food Traveler
    Febbraio 4, 2017 at 7:20 pm

    Ma che bella la sala delle armature! Mi spaventano un po’ ma in fondo ne ho sempre volute almeno un paio: una da mettere in cima alle scale, l’altra accanto all’armadio del corridoio 😉
    Complimenti comunque per le foto che a me sembrano bellissime anche se non avevi confidenza con la reflex.
    Proprio in questi giorni ho prenotato la mia visita a una casa museo: mancano ancora un paio di settimane e non vedo l’ora 🙂

    • Marco Tamborrino
      Febbraio 5, 2017 at 11:35 am

      Che cosa vai a vedere di bello, Silvia? Comunque ti ringrazio tanto. Le armature le vorremmo tutti, dai… una volta che ci siamo abituati spaventerebbero solo gli ospiti molesti! 😀

    • Silvia - The Food Traveler
      Febbraio 5, 2017 at 5:57 pm

      Vado a vedere la Villa Rocca Meli Lupi di Soragna, vicino a Parma – non vedo l’ora!

    • Marco Tamborrino
      Febbraio 5, 2017 at 10:03 pm

      L’ho googlata e visto le foto… sembra un posto bellissimo! Poi ci dovrai per forza raccontare tutto 🙂

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