Hai già nostalgia di Pechino Express? La prospettiva di non vedere più l’elegante incedere delle gambe di Cristina ti riempie di malinconia? Per non parlare di Costantino-Shakira. Sono troppe le cose che mi mancheranno di questa quinta edizione. Un’edizione che ho avuto la fortuna di vivere da molto vicino, conoscendo di persona uno dei suoi protagonisti: lo scrittore Marco Cubeddu. Ora ti racconto tutto.
Intervista a Marco Cubeddu. Il retroscena
Come avevo spiegato qui, quest’anno mi sono arruolata nell’organizzazione dello Scriba Festival, svoltosi a Bologna dall’11 al 13 novembre. È stata una bellissima occasione per ascoltare da vicino professionisti della scrittura di viaggio, di cui parlerò in altri approfondimenti.
Tra i “benefit” dei volontari Scriba rientrava la possibilità di presentare gli eventi del festival, intervistando i loro protagonisti. Ed è così che, da grande appassionata di Pechino Express, mi sono lanciata come mosca sul miele: la possibilità di fare 4 domande a Marco Cubeddu era troppo allettante per farmela sfuggire.

Con questo, non credere che sia stato così semplice. Era la prima volta che parlavo in pubblico e intervistavo qualcuno, fatta eccezione per un coltivatore di pesche pesarese e un elenco interminabile di ragazzini delle superiori. Ho dovuto ingollare una considerevole quantità di fiori di Bach per farmi forza. Però la soddisfazione di farcela… quello ti fa fluttuare qualche metro sopra la terra.
Chi è Marco Cubeddu?
Marco Cubeddu, classe 1987, è quel che si dice un promettente scrittore. Per Mondadori ha pubblicato 2 romanzi, Con una bomba a mano sul cuore e Pornokiller. È direttore della rivista letteraria Nuovi Argomenti e collabora con diverse testate giornalistiche. Viaggia molto, senza mai dimenticare i suoi diari e soprattutto il cellulare.
A Pechino Express ha partecipato nella coppia degli Estranei, in compagnia della crazy make-up artist Silvia Farina, che non conosceva prima della partenza. «Che razza di idea le persone si possono esser fatte di me, vedendomi accoppiato con Silvia?», si chiede ancora Marco, preoccupato.
Marco e Silvia sono stati eliminati dalla competizione a un passo dalla semifinale, nella nona puntata. Questo ha dato loro l’opportunità di compiere la maggior parte del viaggio, attraverso Colombia, Guatemala e Messico.
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Marco, quali sono stati per te i momenti più intensi dell’esperienza a Pechino Express?
Il mio momento più bello è avvenuto a telecamere spente. Era l’alba sul lago Atitlan, in Guatemala, uno spettacolo indimenticabile. Unico rammarico? Non avere dietro il cellulare per immortalarlo. La cosa paradossale dell’esperienza di Pechino è che, nonostante le telecamere, il viaggio è vissuto in maniera più autentica. La telecamera pensa a fissare i ricordi per te, non devi fotografare, filmare… puoi semplicemente goderti il viaggio.
Un’altra cosa che non dimenticherò, sempre in Guatemala, è aver diretto il traffico come un vigile urbano e risolto un ingorgo che mi stava facendo impazzire. Forse si è visto.
E la difficoltà più grande?
Oltre alla convivenza con Silvia Farina? La nostra prima sera in Colombia ha avuto qualcosa di surreale: abbiamo trovato ospitalità in una chiesa, abbiamo pregato e intonato litanie. Per cena, il sacerdote ci ha portato in un negozio di Herbalife. Silvia è stata felicissima di cenare con tisane depurative, io non proprio.
Cosa ti ha colpito di più dei paesi e delle persone locali con cui sei entrato in contatto?
Sono paesi con enormi contrasti. Un simbolo per esempio sono le favelas con la parabola. Spesso si fatica a trovare di che vivere, ma tutti hanno un cellulare: certi oggetti caratterizzano i nostri tempi così tanto da essere imprescindibili.
Abbiamo incontrato grande disponibilità e generosità, come si è visto. Ovviamente essere seguiti dalle telecamere dava la sicurezza di poter entrare ovunque, di poter chiedere qualsiasi cosa senza essere respinti. Le telecamere davano sicurezza anche in un altro senso: il Guatemala, per esempio, è un paese che presenta reali pericoli per i turisti, gli agenti girano armati di fucili a pompa. Ma la telecamera ci faceva sentire come se non potesse accadere nulla di brutto.
Prima di partire non avevo nessuna idea sul Guatemala, e penso sia lo stesso per molte persone. Ne sono tornato con la conoscenza di un popolo imbevuto di cultura Maya. In alcuni villaggi sperduti gli abitanti non avevano mai visto persone come noi, non erano mai arrivati stranieri. Con alcune persone conosciute durante il viaggio sono rimasto in contatto anche dopo il ritorno in Italia.
Pechino Express è un programma molto complesso, che ha diversi livelli di scrittura. Potresti parlarci di come funziona, dal casting alla messa in onda?
Pechino Express è un format straniero che viene adattato per il nostro paese. Gli autori italiani sono un gruppo di persone entusiaste di lavorare insieme, scrivono Pechino come se dovessero farlo per i loro amici, un pubblico più raffinato e colto della media, aperto e arcobaleno. Ma Pechino non è rivolto solo a questo pubblico, anzi. La scelta del cast è molto importante per coinvolgere diverse fasce di telespettatori: gli affezionati di Canale 5 ci trovano Tina Cipollari, il popolo della rete gli youtuber theShow, le mamme i bravi ragazzi Emiliani, e così via. Pechino è sicuramente il programma più queer della televisione pubblica.
La realizzazione di un programma simile è uno sforzo immenso. Spesso occorre riscrivere mentre si sta girando, per far fronte a qualche imprevisto. Successivamente il montaggio riscrive l’esperienza anche di noi viaggiatori, condensando tantissime ore di girato in poche ore di messa in onda.
Dal punto di vista narrativo, forse la cosa più interessante è l’autofiction a cui ognuno dei concorrenti è costretto. Si interpreta se stessi, ma in una versione più esagerata, più accentuata, che costringe a una riscrittura e a una messa in scena della propria personalità.
Progetti per il futuro? Scriverai qualcosa sulla tua esperienza a Pechino Express?
Un libro su Pechino Express? Solo se mi pagano per farlo (sogghigna).
La scrittura non paga, non consente di mantenersi, non permette di avere uno stile di vita regolare. In questo momento mi sto dedicando con molta calma a un progetto in cui credo. È un romanzo che ha per temi il voyeurismo e il mettersi in mostra, la storia di una coppia a distanza: reporter di guerra lei, youtuber lui. L’esperienza a Pechino mi ha permesso di approfondire molto questi temi, di sperimentarli sulla mia pelle.
Ah, e poi Lory Del Santo mi ha scritturato per la nuova stagione di The Lady. («Perché?», sussurra disperata una signorina dal pubblico. «Perché è un prodotto in cui tutto è talmente mal fatto che il risultato alla fine non può che essere sublime», risponde Marco)
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Dopo l’intervista, Marco Cubeddu si ferma a firmare autografi e scattare selfie con il nutrito pubblico venuto a salutarlo. Per la cronaca, soprattutto ragazze. Di lui colpiscono la disponibilità a mettersi in gioco, anche facendo auto-ironia, raccontandosi con schiettezza e grande sicurezza. Quel tocco di narcisismo, che in uno scrittore non guasta mai. La volontà di lavorare per la buona letteratura, senza scadere in libri facili, ma allo stesso tempo intuendo le potenzialità comunicative di un mezzo come la tv.
Sono felice di aver avuto la possibilità di conoscerlo, sia come scrittore sia come concorrente di Pechino Express. Se hai seguito la trasmissione e vuoi dire la tua, nei commenti c’è un sacco di spazio, accomodati pure!
*Photo credit: Pechino Express e RAI. Tutti i diritti riservati
15 commenti
Che bella intervista Brava, Chiara!
Anch’io seguo Pechino Express sin dalla prima puntata. Ormai non ne posso più fare a meno.
Ciao Simona, sono contenta che ti sia piaciuta! Mi manca già tantisssimo Pechino <3
Anche a me manca tanto Pechino! 🙁
Bellissima intervista Chiara,complimenti ! 🙂
La coppia era totalmente assurda però per questo faceva molta simpatia, è stato bello vederlo a Pechino e leggere le sue risposte!
Sicuramente ci mancherà molto il programma ma..aspettiamo la prossima edizione! 😀
Un bacione!!
Io vorrei troppo partecipare come concorrente. Marco ed io saremmo un mix di inadeguatezza assoluta, invece che prenderci in auto ci passerebbero sopra XD
Grazie, ragazzi, un bacione 🙂
Bellissima intervista, Chiara! Io l’ho adorato a Pechino e ricordo perfettamente la scena da “vigile urbano”, uno dei momenti che mi hanno fatto più ridere! 🙂
A presto, un bacione 🙂
Grazie, Martina <3 uno dei momenti che ho preferito con lui è quando cercava (inutilmente) di spiegare ai suoi compagni chi fosse Gabriel Garcia Marquez. Penso che Silvia lo abbia davvero frustrato dal punto di vista intellettivo.
A presto, bacione 🙂
Che sogno sarebbe partecipare a Pechino Express!
Noi purtroppo non abbiamo la veemenza risolutiva nel coordinare il traffico di Cubeddu, nè l’incedere delle gambe di Cristina , e speriamo, ma non garantiamo, nemmeno la “forma mentis” di Silvia , però con un pochino di impegno potremmo cimentarci in qualche “dito medio” alla Tina Cipollari, anche se non ci verrebbe bene come a lei 😀
Scherzi a parte, rinnoviamo i complimenti a Chiara, e al simpatico Cubetto. Pechino sta già facendo sentire la sua mancanza.
Sì, forse il dito medio è l’unica competenza che in questo momento sento di possedere xD insieme all’acutezza del ragazzo di Lory 😀 vi ringrazio tanto, cari, mi ha fatto molto piacere incontrarvi! 🙂
Che forza! Immagino che emozione, complimenti!!!
A me è dispiaciuto molto per la loro eliminazione, erano cosi strani insieme ma allo stesso tempo li ho adorati! (Io ero curiosa di chiedergli se Silvia parlava realmente cosi h.24) ?
Anche io avrei voluto fargli un sacco di domande su Silvia, ma il tempo era poco e non volevo togliere spazio a lui, perché comunque era un incontro su scrittura e viaggio. Però ti posso assicurare che sembrava ancora molto scosso dalla convivenza xD
Amo i “dietro le quinte”, perciò mi ha divertito molto leggere le risposte di Marco (ha tutta la mia stima per lo spirito di sopportazione…). Ho seguito poco Pechino quest’anno, però il gruppo mi sembrava… come dire… variopinto. Brava Chiara, bella intervista!
Grazie, Ilenia! A livello di casting l’ho preferito rispetto allo scorso anno, in cui non sono riuscita ad affezionarmi veramente a qualcuno. Mi è anche sembrato che, nonostante la competizione sempre forte, tra viaggiatori e locali ci sia stata una maggiore sintonia. Ma magari sono di parte 😀
Difficile fare poche domande ad un concorrente di Pechino Express, ma immagino quanto sia stato comunque interessante. Siete stati davvero bravissimi ragazzi, complimenti!
In realtà stavolta mi prendo tutto il merito, Marco non è venuto nemmeno a vedermi 😀 in effetti le domande non sono state abbastanza, Cubeddu poi è un grande affabulatore, per cui le sue risposte erano lunghissime 🙂