Nell’ultimo periodo stiamo leggendo molti libri di viaggio, perciò ho deciso di parlarti di una delle mie letture più recenti: Strade blu di William Least Heat-Moon. Adatto a tutti gli amanti dei viaggi meno mainstream, ma soprattutto agli appassionati degli on the road negli Stati Uniti.
Lungo le Strade blu d’America
“In fin dei conti che cosa sono le strade blu se non l’opportunità di osservare l’ignoto nella speranza che l’ignoto restituisca lo sguardo?”
Per concludere uno dei più celebri libri di viaggio mi è occorso quasi un intero mese di lettura. Il racconto di William Least Heat-Moon si snoda per 500 pagine, e richiede pertanto una predisposizione d’animo particolare per essere affrontato. Oltre, ovviamente, a tanta pazienza.
Strade Blu è un libro magnifico, anche se in alcuni punti risulta quantomeno ostico. Credo che il problema sia principalmente mio – o meglio, degli USA. Forse l’America non ha quella varietà culturale che potrebbe avere l’Europa o, ancora più in piccolo, la nostra Italia.
Questo è un aspetto che rende la lettura talvolta ripetitiva e ridondante, facendo desiderare al lettore di saltare pagine e pagine di descrizione più o meno simili tra loro.
Un viaggio lungo 13.000 miglia a bordo di un van
Fatta questa premessa, Strade Blu appare come uno dei racconti più dettagliati e introspettivi sull’America rurale. Il titolo prende il nome dalle strade secondarie degli Stati Uniti, che si contrappongono alle “strade rosse”, le autostrade. Percorrere le strade blu permette a Heat-Moon di cogliere l’essenza di un’America che non conosciamo, quella lontana dalle grandi città e dalle metropoli.
“Lì la terra, per dimostrare la sua immensità, si spogliava di tutto. Gertrude Stein ha osservato: «Negli Stati Uniti ci sono più spazi dove non c’è nessuno che spazi dove c’è qualcuno. Ed è questo che rende l’America ciò che è». Le nude distese e le miglia di strade deserte del West costringono chi viaggia da solo a prestar loro attenzione isolandolo da ogni altra cosa. L’esuberanza di terra sostituisce al senso dell’io un senso del luogo perché il viaggiatore, dopo giorni e giorni passati con se stesso, è stanco del proprio piccolo mondo e guarda con sollievo alla vastità che si apre all’esterno, a quell’immensità che cattura lo sguardo non solo per le sue dimensioni, ma per l’età, la diversità e i suoi mutamenti perpetui. Spazi così enormi da farci sentire isolati rivelano ciò che resta invisibile in luoghi maggiormente abitati e pieni di attività e rumori. A me quella vista rivelava una cosa, e una soltanto: la disperazione di un uomo che scopre quanto siano esigui e ridicoli i propri limiti.”
L’autore parte per il suo viaggio dopo un divorzio e in seguito alla perdita del lavoro. Viaggerà in un van chiamato Ghost Dancing e percorrerà oltre 13.000 miglia. Nessuna meta precisa, soltanto la genuina curiosità di un viaggiatore.
Heat-Moon cerca i paesini sperduti sulla mappa, è attirato dai nomi improbabili ed è sempre pronto ad ascoltare le storie delle persone che incontra, al di là della loro provenienza sociale.
Gli incontri di William Least Heat-Moon
Tra i miei episodi preferiti rientrano sicuramente la notte trascorsa in un monastero battista del sud e l’incontro con l’autostoppista Arthur O. Bakke, una sorta di santone che ribalterà completamente l’impressione iniziale dell’autore.
Il modo in cui Heat-Moon affronta il viaggio mi piace proprio perché non c’è pianificazione. È il viaggio a condurre il viaggiatore e non viceversa. L’incontro con l’altro è una conseguenza diretta dell’improvvisazione.
In questo modo è possibile costruire un ritratto autentico delle persone che vivono negli States, un ritratto ben diverso da quello che potrebbe uscire dall’ennesimo romanzo ambientato a New York.
“Secondo Heat-Moon (il padre, ndr) – convinto che il viaggiatore distratto perda tutti i benefici che può trarre dal viaggio – l’uomo diventa la propria attenzione perché l’osservazione e la curiosità lo plasmano e lo riplasmano continuamente.
[…]
Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò ch’è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far sì che l’occhio esterno apra l’occhio interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivano: FERMATI, GUARDA, ASCOLTA. È ciò che Whitman ha definito “il profondo insegnamento della ricezione”.”
Perché leggere Strade blu
Strade Blu lo consiglio a chiunque ami viaggiare. Bisogna però ricordarsi che leggere di un viaggio e viverlo sono due cose ben distinte. A volte leggere il viaggio di Heat-Moon è difficile e impegnativo. Ma sono sicuro che, per lui, viverlo sia stata un’emozione continua, un’altalena di sentimenti positivi e negativi che l’hanno arricchito tantissimo.
“Mi trovavo in uno dei luoghi geografici più strani che avessi mai visto, un luogo al di là di ogni immaginazione. Cos’è che in noi giace a lungo ignorato per emergere un giorno improvviso facendoci spaziare in nuovi territori dell’occhio, in nuove regioni della mente, in recessi neppure sognati? Forse è qualcosa di simile a quelle forze vitali che, racchiuse in spore sepolte per anni sotto l’asfalto, un giorno, senza che nulla al mondo le possa fermare, fanno emergere un tenero fungo proprio in mezzo alla strada.”
Persino nei momenti di sconforto, quando il clima è pessimo o la solitudine del viaggio lo colpisce con forza, persino in quei momenti l’autore si convince che ne vale la pena, che non può rinunciare al viaggio perché ci sono anche ostacoli.
Imbattersi in paesini fantasma, non trovare un posto dove mangiare, finire bloccati dalla neve su un passo montano, venire fermati dalla polizia per aver parcheggiato il van in una strada qualunque… sono tutti inconvenienti inevitabili in un viaggio lungo come quello di Heat-Moon.
Credo che ognuno di noi prima o poi debba leggere Strade Blu. La sensibilità di un viaggiatore è sempre diversa da quella di un comune narratore. E William Least Heat-Moon è un viaggiatore incredibile, quel tipo di viaggiatore che oggi scarseggia, soffocato dal turismo di massa.
È toccante poter leggere di cosa c’è al di là dei grattacieli americani. Conoscere quelle vite che si nascondono all’ombra degli spazi sconfinati delle campagne americane. Leggere questo libro è un regalo che ogni viaggiatore dovrebbe farsi.
Strade blu: note sull’autore
William Least Heat-Moon è uno scrittore di viaggio di origini native americane. A 38 anni parte per il suo viaggio in van attraverso gli Stati Uniti, da cui nascerà il libro Strade blu, il primo di una trilogia narrativa dedicata all’America. Vive a Colombia, in Missouri.
Strade blu è pubblicato in Italia da Giulio Einaudi editore nella collana ET Scrittori.
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