Viaggiare è la cosa che amiamo di più, ma leggere libri di viaggio si avvicina molto a quella felicità. Tra le pagine scopriamo nuove destinazioni e storie, facendoci amici i loro autori. Se anche tu ami perderti in un buon libro, ecco alcuni titoli che ti consigliamo di mettere in lista.
Libri di viaggio consigliati: i nostri preferiti
Da quando abbiamo iniziato a viaggiare tra le pagine dei libri, ci sembra di essere sempre immersi in qualche avventura. Località remotissime, cibi sconosciuti e persone che non incontreremo mai sono diventati stranamente familiari. Li abbiamo scoperti attraverso il filtro di grandi autori e li porteremo con noi ovunque andremo.
Rispetto ai romanzi di fantasia, libri e reportage di viaggio hanno una marcia in più: la veridicità del racconto, il patto speciale tra lettore e scrittore. Rumiz, Chatwin, Terzani e tanti altri sono persone di famiglia, si siedono a raccontare, ti dedicano del tempo. Sono sinceri, simpatici, problematici, arguti, sempre pronti a mettersi in discussione.
Negli ultimi due anni abbiamo imparato ad apprezzare sempre di più la letteratura di viaggio, collezionando diversi titoli del cuore. Ecco la lista dei nostri preferiti: fanne buon uso.
1. Trans Europa Express, Paolo Rumiz
“Forse il viaggio perfetto sarebbe quello fatto alla cieca, senza neanche la carta. Partire insomma, salendo sul primo treno che va nella nostra direzione”.
Partire con Paolo Rumiz significa accoccolarsi su un sedile in un freddo scompartimento di treno, attaccare bottone con uno sconosciuto e dividere un panino, un aneddoto, un destino.
Il viaggio raccontato in Trans Europa Express copre seimila chilometri, da Rovaniemi in Finlandia a Odessa in Ucraina, lungo un confine oggi diventato fin troppo familiare. Lo scrittore si sposta principalmente in treno, ma anche in auto e a piedi, affidandosi molto spesso alla generosità delle persone da lui incontrate.
Lo sguardo dell’autore si sofferma sui margini dell’Europa e sulla questione dell’appartenenza, dentro/fuori, attraverso una cortina di ferro che non c’è più ma che è ancora possibile percepire.
2. Nomadland, Jessica Bruder
“L’ultimo luogo libero d’America è un parcheggio”.
Siamo soliti associare gli Stati Uniti ai grandi spazi aperti, ai vertiginosi grattacieli e al consumismo sfrenato. Ben netto è il contrasto con lo stile di vita dei vandwellers incontrati da Jessica Bruder. Si tratta di persone, perlopiù costrette da situazioni economiche precarie, che scelgono di vivere senza fissa dimora, spostandosi da un punto all’altro del paese a bordo di camper e furgoni.
Bruder è una giornalista che per alcuni anni segue da vicino questo fenomeno sociale: lei stessa trascorre dei periodi di vita on the road e allaccia rapporti di amicizia con diversi vandwellers.
Nel libro confluiscono aneddoti toccanti e ricchi di umanità, ma anche resoconti delle condizioni di lavoro di questi nuovi nomadi americani. Nella maggior parte dei casi, sono pensionati sommersi dai debiti e costretti a fare lavori stagionali di incredibile fatica fisica, come all’interno del programma CamperForce di Amazon. Da leggere per scoprire un’altra faccia dell’America.
3. Strade blu, William Least Heat-Moon
“In fin dei conti che cosa sono le strade blu se non l’opportunità di osservare l’ignoto nella speranza che l’ignoto restituisca lo sguardo?”
Il libro di viaggio più celebre di William Least Heat-Moon appare come uno dei racconti più dettagliati e introspettivi dell’America rurale. Le “Strade blu” non sono altro che le strade secondarie degli Stati Uniti, contrapposte quindi alle “strade rosse”, le autostrade.
L’autore parte per il suo viaggio a bordo di un van chiamato Ghost Dancing e percorrerà oltre 13.000 miglia. Nessuna meta precisa, soltanto la genuina curiosità di un viaggiatore.
Percorrere le strade blu permette a Heat-Moon di cogliere l’essenza di un’America che non conosciamo, quella lontana dalle grandi città e dalle metropoli. Un’America fatta di incontri, di autostop e di curiosità verso il prossimo, indipendentemente dall’estrazione sociale.
4. Le vie dei canti, Bruce Chatwin
“Da bambino non potevo sentire la parola ‘Australia’ senza che mi venissero in mente i vapori delle inalazioni all’eucalipto e un paese di un rosso interminabile tutto popolato da pecore.”
Chatwin ritiene che le “vie dei canti” siano migliaia di linee immaginarie che attraversano l’Australia. In parole povere, il “canto” sarebbe semplicemente una rappresentazione musicale di un luogo geografico. In questo modo, tramandandosi i canti di generazione in generazione, gli aborigeni imparano a conoscere la terra e possono orientarsi in qualsiasi situazione.
Moleskine alla mano, Chatwin compie il suo viaggio con l’obiettivo di ripercorrere le orme degli aborigeni e di imparare qualcosa di più sulle vie dei canti, gelosamente custodite dalla popolazione nativa.
L’arido paesaggio dell’entroterra australiano, i marsupiali, le distese di spinifex e il caldo torrido sempre presente e ossessivo permettono al lettore di chiudere gli occhi e di immaginarsi l’Australia più autentica.
5. Ebano, Ryszard Kapuściński
“Per la maggior parte delle persone che vi abitano il mondo reale finisce sulla soglia di casa, al limite del villaggio, tutt’al più al confine della vallata. Il mondo che sta oltre è irreale, insignificante e addirittura inutile”.
Ryszard Kapuściński è stato un maestro del reportage, colui che nel nostro immaginario ha plasmato un mestiere e una leggenda. Ebano è uno dei suoi memoir di viaggio più famosi: una collezione di racconti e articoli scritti in momenti diversi ma tutti dedicati all’Africa.
Tra le pagine si susseguono rocamboleschi colpi di stato, febbri nel deserto, attacchi di malaria, ma anche semplici pasti intorno a un focolare comune, la gentilezza degli incontri, la ricchezza delle tradizioni culturali.
Leggere Ebano permette di sbirciare nella storia di questo grande continente attraverso digressioni e approfondimenti che coprono diverse nazioni. Il libro ha però un difetto abbastanza vistoso: ti farà sembrare la tua vita davvero noiosa.
6. Autostop con Buddha, Will Ferguson
“Quando il viaggiatore smette di muoversi, smette di esistere.”
Spesso si pensa al Giappone come a un paese abbastanza chiuso, bellissimo, ma in cui difficilmente si riesce a penetrare nella società e a stabilire un qualche contatto con i suoi abitanti. Dimentica gli stereotipi, il libro di Will Ferguson ti farà cambiare idea.
Con uno stile scanzonato e spassosissimo, Ferguson racconta un viaggio in autostop in Giappone da sud a nord inseguendo quello che viene chiamato il “fronte dei fiori di ciliegio”.
L’autore sembra farsi voler bene da chiunque, riuscendo a penetrare nell’intimità di tanti giapponesi, con cui ci regala dialoghi indimenticabili. Allo stesso tempo, il libro è ricco di aneddoti, storie, leggende e descrizioni di località giapponesi, lo spunto perfetto per organizzare un viaggio nel Paese del Sol Levante.
7. L’Iran dietro le porte chiuse, Stephan Orth
“Le iraniane diventano più belle quando entrano in una casa, gli iraniani diventano più brutti. Le prime perché si tolgono il velo, i secondi perché a casa cambiano spesso i loro jeans con un comodo paio di pantaloni da ginnastica o bermuda dai colori sgargianti”.
Se potessimo riassumere in poche parole il toccante reportage di Stephan Orth sull’Iran, potremmo dire che le sue pagine ci mostrano un paese meraviglioso ma che allo stesso tempo è costantemente alle prese con il proprio governo repressivo e la limitazione delle libertà personali.
Il giovane reporter tedesco viaggia per circa due mesi in lungo e in largo per l’Iran, scoprendo un popolo tra i più accoglienti della terra e una cultura – quella persiana – tanto antica quanto sorprendente.
Grazie al couchsurfing entra nelle case degli iraniani, osservando la loro metamorfosi una volta che si trovano lontani dall’occhio inquisitore dello Stato. Un resoconto delicato e a tratti commovente di un popolo generoso, sempre pronto a tendere la mano allo straniero.
8. In un paese bruciato dal sole, Bill Bryson
“Mi suonava particolarmente malinconica l’idea che la vita in Australia sarebbe andata avanti e io non ne avrei saputo quasi nulla”.
Se Bill Bryson organizzasse viaggi di gruppo, non ci penseremmo due volte: lo seguiremmo fino in capo al mondo. La sua ironia e la sua leggerezza avvolgono una profonda curiosità ed erudizione, che illuminano qualsiasi posto lo scrittore scelga di visitare.
In questo caso siamo in Australia, il “paese bruciato dal sole”: dove la luce è accecante, le distanze sono sconfinate, ogni animale è letale e le stranezze sono all’ordine del giorno.
Bryson raccoglie in questo volume diverse esperienze di viaggio nel continente, lungo polverose rotte on the road. Accanto ai suoi incontri e alle sue scoperte troviamo tantissimi aneddoti, approfondimenti storici e curiosità spassose: non c’è nessuno come lui capace di farti scoppiare a ridere a metà di una pagina.
9. Senza mai arrivare in cima, Paolo Cognetti
“Eppure com’era bello, com’era diventato istintivo e necessario, quel rimettersi in cammino. Lasciarsi il mondo conosciuto alle spalle e scoprire ogni volta un pezzo di mondo nuovo”.
Con Paolo Cognetti saliamo su, su fino alle cime dell’Himalaya. Saliamo insieme a una carovana di amici e portatori, ognuno con il suo vissuto. Saliamo un passo dietro l’altro, lottando contro la nausea e l’altitudine. Saliamo per trovare noi stessi, ma anche per perderci.
Senza mai arrivare in cima è un po’ racconto autobiografico, un po’ taccuino illustrato. Cognetti vi narra il suo viaggio nel Dolpo, un altipiano nel nord-ovest del Nepal, alla ricerca di un Tibet di monaci e pastori nomadi che oggi sembra scomparso.
È un libro smilzo che si legge in una sola seduta, caratterizzato dalla scrittura cristallina e intima dell’autore italiano. Perfetto da portare con te nel tuo prossimo viaggio.
10. La fine è il mio inizio, Tiziano Terzani
“Il viaggio è la destinazione, come tutti i grandi viaggiatori hanno sempre saputo”.
Più che un libro di viaggio, questo è un libro per imparare a viaggiare. La fine è il mio inizio è un lungo dialogo tra Tiziano Terzani e il figlio Folco, a pochi giorni di distanza dalla morte del grande scrittore e giornalista nella sua tenuta di Orsigna.
Attraverso le domande di Folco, Terzani ripercorre la sua carriera, dagli esordi alle esperienze come reporter di guerra: la vita nella Cina della Rivoluzione Culturale, gli sconfinamenti nei tanti paesi dell’Asia, la filosofia buddhista…
Quello che Terzani fa è soprattutto condividere uno sguardo, un modo di vivere fondato su semplicità, conoscenza, autenticità e libertà, lontano da qualsiasi ideologia. A tratti, la sua storia personale è più appassionante di un romanzo e fa venir voglia di scoprire la sua intera produzione.
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4 commenti
Adoro questo genere di storie da voi raccontati. Ho letto Cognetti, Rumiz, Bruder e Terzani. Sono particolarmente interessata a l’Iran a porte chiuse. Vi consiglio Istanbul di Pamuk e New York è una finestra senza tende di Paolo Cognetti.
Ciao Simo, che bello che ti piacciano i nostri consigli! 🙂 Faremo tesoro dei tuoi suggerimenti per le nostre prossime letture!
bellissimo articolo! avevo cominciato Trans Europa Express a marzo, ma la descrizione di Odessa così vivace mi faceva male al cuore e l’ho rimandato.
sicuramente l’avrete già letto, ma io ho molto amato anche “In Vespa. Da Roma a Saigon” di Bettinelli.
Ciao Claudia, lo conosciamo ma ancora non siamo riusciti a leggerlo… speriamo di farlo presto! Grazie del consiglio 🙂