La magia delle Langhe in Piemonte vive nelle pagine di Cesare Pavese, il famoso scrittore de La luna e i falò. Tra citazioni, manoscritti e la sua casa natale, a Santo Stefano Belbo il ricordo di Pavese non è mai stato così vivo né così toccante.
I luoghi di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo
Le Langhe non sono soltanto bei paesaggi e buon vino, ma soprattutto cultura. Per questo non si può attraversarle senza pensare ai grandi scrittori che le hanno abitate, da Cesare Pavese a Beppe Fenoglio.
Amanti dei libri e innamorati di Pavese come siamo, non potevamo farci sfuggire l’occasione di visitare Santo Stefano Belbo, paese natale del nostro poeta preferito. È stata un’esperienza intensa e commovente fino alle lacrime, che raccontiamo in quest’articolo.
La luna e i falò, un libro delle Langhe
Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908, in una grande casa sullo stradone verso Canelli. Da bambino trascorreva qui ogni estate, mentre nel resto dell’anno abitava a Torino con la sua famiglia.
Cresciuto, continuò a frequentare il piccolo paese della sua infanzia e divenne grande amico di Pinolo Scaglione, artigiano locale che con la sua cultura agricola lo aiutò a scrivere La luna e i falò.
È proprio nel capolavoro di Pavese, pubblicato poco prima della sua morte, che le Langhe rivivono con dolorosa intensità. La luna e i falò racconta la storia di Anguilla, che dopo essere emigrato negli Stati Uniti torna a Santo Stefano Belbo a distanza di anni e comincia a ripercorrere il suo passato.
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
La Fondazione Pavese a Santo Stefano Belbo
Oggi la Fondazione Pavese a Santo Stefano Belbo tramanda la memoria del grande scrittore piemontese attraverso visite guidate, ricerche e convegni.
Sono le dieci del mattino quando arriviamo davanti alla Fondazione. La struttura che ci troviamo di fronte è una fusione tra antico e moderno: la chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo si unisce all’architettura contemporanea del rosso faro, simbolo della cultura che illumina il mondo.
La nostra visita guidata inizia poco dopo. Dalla biblioteca scendiamo nel seminterrato, dove un’opera d’arte ricorda l’inondazione che nel 1994 invase di fango i locali del vecchio Centro Studi Cesare Pavese, mettendo a rischio i preziosi manoscritti in esso contenuti.
Risaliamo per una bella scala elicoidale, lungo la quale pannelli, poster e citazioni raccontano la vita e le opere di Pavese, che la nostra guida approfondisce con passione.
Al piano superiore ci muoviamo con lentezza tra le teche dove sono custoditi manoscritti e cimeli pavesiani: i suoi occhiali rotondi, le pipe e una copia della lettera d’addio che scrisse il 27 agosto 1950, prima di togliersi la vita in una camera d’albergo di Torino.
Visite guidate alla Fondazione Pavese
Gli orari di apertura della Fondazione Pavese cambiano di mese in mese, così come i percorsi di visita. Ti invitiamo a consultare il sito ufficiale per tutte le informazioni. La nostra visita guidata è costata €8 a testa.
La casa natale di Cesare Pavese
Dalla Fondazione ci spostiamo in macchina verso la casa natale di Cesare Pavese per proseguire la visita. All’interno non è rimasto molto, perché la casa fu venduta quando lo scrittore era ancora bambino.
Resta però la camera dove Pavese venne alla luce, la stanza dei suoi genitori. Una targa e una parete coperta d’edera sembrano abbracciare questo luogo dall’esterno.
Oltre alla casa natale, a Santo Stefano Belbo si possono visitare altri luoghi pavesiani: la Casa di Nuto, un museo che ricopercorre l’amicizia tra Pavese e Pinolo Scaglione, la Collina della Gaminella, dove è ambientato La luna e i falò, e Moncucco, la collina della poesia I Mari del sud.
Resta un’ultima tappa prima di lasciarci Santo Stefano alle spalle. È il cimitero a poche centinaia di metri dalla casa natale, dove nel 2002 sono stati trasferiti i resti di Cesare Pavese. La sua tomba si trova sulla sinistra, subito dopo il cancello: sulla lapide è scritto “Ho dato poesia agli uomini”.
È qui che la tristezza colpisce con tutta la sua forza. Il pensiero di un grande scrittore scomparso troppo giovane, per motivi mai del tutto chiariti. L’immaginare quali altri libri avrebbe potuto scrivere, se quella sera d’estate non si fosse sentito troppo solo…
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Con Cesare Pavese abbiamo un rapporto speciale, e visitare luoghi a lui così cari ci ha colpiti nel profondo. Ci auguriamo di non averti intristito troppo, ma anzi di averti incuriosito a scoprirlo meglio.
Conosci Pavese? In viaggio ami visitare case e luoghi legati ai tuoi scrittori preferiti? Consigliaci qualcosa nei commenti.
4 commenti
Spero di riuscire a visitarla anch’io . Deve essere molto suggestivo.
Te lo consigliamo, Simona, è veramente una bella visita. Poi nella bella stagione organizzano anche visite più estese lungo tutti i luoghi della Luna e i falò, dev’essere stupendo!
Un tuffo nella nostra storia per finalmente dare concretezza a quanto si è studiato sui banchi di scuola! Se ci rifletti i ragazzi di oggi sono più avvantaggiati rispetto a noi, nel senso che possono prendere e partire alla volta di un tour dell’antologia classica visitando case musei, memoriali e luoghi come questo. Quando ero ragazzina io… velo pietoso 😛 Comunque lo segno! 😉 Buon fine settimana ragazzi!
Sì, oggi per fortuna c’è molta più attenzione alla valorizzazione e promozione di luoghi come questo. Così anziché soffrire sui banchi si può fare anche qualche passeggiata sul posto. Anche se io alle medie e superiori ero terribile, troppo distratta da altre cose per godermi le gite culturali xD
Bacione, Orsa! 🙂