Sulle colline umbre, lontano dai sentieri battuti e ben nascosto alla vista, sorge Scoppio. Si tratta di un borgo fantasma, abbandonato a metà del ‘900 in seguito ad alcune scosse di terremoto. L’abbiamo visitato durante un’escursione e te ne parliamo in questo articolo.
Scoppio, il borgo abbandonato in Umbria
I Monti Martani fanno fa sfondo al comune umbro di Massa Martana, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. È da qui che partiamo per la nostra escursione, più precisamente dalla frazione di Colpetrazzo.
Saliamo lungo il sentiero della Via Crucis, così chiamato per le grandi croci bianche in passato meta di processioni paesane. Ben presto il sentiero si biforca, e procediamo seguendo le indicazioni per la località “Casette dello Scoppio“.


Prima tappa: la Penna e la vista sulla Media Valle del Tevere
Sulla strada verso Scoppio, facciamo una breve deviazione lungo un sentiero poco visibile tra i campi, immersi nel profumo di finocchietto selvatico. Arrivati in fondo al sentiero restiamo a bocca aperta: davanti a noi si apre una vista mozzafiato sulla Media Valle del Tevere.
Con un binocolo riusciamo a vedere chiaramente sia Massa Martana che Torre Lorenzetta, il piccolo gruppo di case dove abita la famiglia di Chiara.
Più lontano si scorge anche la sagoma di Todi, una dei borghi più belli da vedere durante una vacanza in Umbria. Di Todi riconosciamo il profilo della Consolazione e della Chiesa di San Fortunato.


Questo belvedere nascosto e poco conosciuto è chiamato la Penna, e altro non è che uno scoglio roccioso a picco sulla forra. Qui è difficile incontrare altri esseri viventi: ci si ritrova immersi nella natura, circondati dal silenzio e da un panorama sensazionale.

Seconda tappa: Scoppio e il rifugio escursionistico del 1992
Dopo circa altri 40 minuti di cammino, arriviamo a destinazione. Il primo edificio che incontriamo a Scoppio è il rifugio escursionistico, restaurato e inaugurato nel 1992 con il sostegno del comune di Acquasparta.

La porta è aperta, così come in tutti gli edifici del borgo. Una targa scintillante recita l’anno di inaugurazione del rifugio, quasi trent’anni fa. Entriamo in punta di piedi, ammirando il fascino degli ambienti abbandonati, mentre materassi e altri oggetti di uso comune sono disseminati un po’ ovunque.
Anche il rifugio versa in uno stato di grave abbandono, nonostante la sua storia non possa essere accostata a quella del resto del borgo, abbandonato alcuni decenni prima.


Le Casette dello Scoppio e la Chiesa di San Michele Arcangelo
Superato il rifugio, il sentiero termina davanti alla chiesetta di San Michele Arcangelo, già visibile in lontananza. Il luogo di culto e le altre abitazioni si affacciano sul Fosso della Matassa, un piccolo canyon che offre molte opportunità sportive per chi vuole cimentarsi nell’arrampicata su corda.
L’interno della chiesa è visitabile: a un primo sguardo ti sembrerà completamente spoglio, ma non farti ingannare. Il suo fascino è tutto negli affreschi del 1500 conservati in ottimo stato. La chiesa è più antica e risale all’incirca al XIII secolo.


L’interno delle abitazioni, invece, è molto diverso. Troviamo ancora materassi, stoviglie, vecchie sedie mezze distrutte, un frigorifero, un tavolo… tutto sta a indicare che queste case siano state usate come accampamento provvisorio da molte persone.
Una casa in particolare vanta una scaletta in legno perfettamente conservata: salendo al piano di sopra, ci si ritrova in una stanza con la pareti dipinte di colori vivaci e un bagno che sembra uscito dritto da un film di Wes Anderson. Non mancano simboli e affreschi misteriosi, dalle suggestioni esoteriche.


Scoppio: la storia e il progetto di rinascita
Anche se visitarlo non ti darà questa idea, è curioso sapere che le prime fondamenta del borgo risalgono al 500 d.C., con un insediamento di alcuni monaci basiliani.
Il resto dell’agglomerato prende forma più avanti, intorno al 1200: arrivano i Templari e con loro inizia la costruzione del castello e della chiesa. Cent’anni dopo nasce il borgo fortificato, di cui ancora oggi vediamo i resti.


Un generico progetto di restauro di Scoppio fu approvato dal comune di Acquasparta nel 1986. L’imprenditore Stefano Gammaitoni acquistò quasi la metà del borgo (circa il 40%) con l’idea di ricavare tre appartamenti dal vecchio castello.
Il progetto di restauro non fu mai portato a termine, in parte a causa di alcuni atti di vandalismo. Oggi Stefano pensa ancora a una rinascita di Scoppio, che vorrebbe trasformare in un borgo ecosostenibile e tecnologico. Un progetto ambizioso che cozza un po’ con l’atmosfera di questo paese fantasma.

Mentre il sole scende lentamente dietro l’orizzonte e i dolci pendii dei Monti Martani si colorano di rosso, cominciamo la nostra discesa a valle. Alle nostre spalle si erge sempre visibile il campanile della chiesa romanica, privo di campane. Ci voltiamo per un ultimo saluto, quindi ci rimettiamo in marcia.
Conoscevi questo borgo fantasma sperduto tra i monti dell’Umbria? Hai visitato altri posti simili in Italia o all’estero? Facci sapere cosa ne pensi con un commento!
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