Nella mia vita ho fatto decine di passeggiate in montagna. Alcune molto impegnative, altre meno. Ma non mi ero mai cimentato in una ferrata! Ecco quindi che si presenta l’occasione, e si parte per il Pian dei Resinelli, in provincia di Lecco. Io e alcuni amici abbiamo deciso che saremmo arrivati in cima alla Grigna Meridionale passando per la Direttissima, ovvero la via ferrata.
La via ferrata per la Grignetta
Sveglia presto, caffè e via per il lago di Como. È iniziata così una giornata per me molto traumatica. Il Pian dei Resinelli si trova a 1200 metri d’altezza, sopra Lecco e Mandello del Lario. Lì abbiamo lasciato la macchina e iniziato la nostra escursione. Armati di imbragatura, moschettoni e casco, niente poteva spaventarci. Ma mi sbagliavo. Almeno per quanto riguarda me.
Inizialmente si percorre una strada asfaltata fino al Rifugio Porta, dopodiché il sentiero si snoda in un fitto bosco popolato da streghe. No, non sono streghe vere, ma fantocci. Il loro scopo mi è ancora oscuro, ma ammetto che fanno un certo effetto.
Il bivio per la Direttissima
Poco dopo si arriva a un bivio. A sinistra procede il sentiero per la Direttissima, che porta in cima alla Grignetta in circa 4-5 ore (meno se siete allenati). A destra invece c’è un sentiero normale, della durata di 2 ore, che porta allo stesso punto. Ma la pendenza è veramente tosta, quindi pensaci bene prima di intraprenderlo.
Il sentiero che porta alla via ferrata è una gioia per gli occhi. Quasi subito si inizia a intravedere il ramo lecchese del Lago di Como. A sinistra si può scorgere Lecco, mentre davanti c’è un altro paesino adagiato sulla sponda del lago, ovvero Mandello del Lario.
Poco dopo il sentiero diventa attrezzato con catene, corde, scale e appigli artificiali. È qui che abbiamo indossato la nostra imbragatura. Alla vista di una targhetta di commemorazione, proprio in prossimità della scala, ho scritto velocemente un testamento e l’ho affidato a una bottiglietta di plastica che si è persa a valle. Ho lasciato tutto in eredità al mio Golden Retriever, perciò non odiatemi.
La parete di roccia
Proseguendo sulla Direttissima si incontrano molti tratti di sentiero in piano. L’ultima ora e mezza di strada, però, è quasi tutta a precipizio sulla parete di roccia. Per fortuna ci sono le catene a cui attaccare i moschettoni, perché senza mi sarei sentito davvero sospeso nel vuoto. Eppure tutti gli altri alpinisti che abbiamo incontrato non avevano l’imbragatura, e salivano saltellando sulla roccia come stambecchi. Nel mentre io rischiavo una crisi di panico.
A un certo punto, poco prima dell’arrivo, bisogna scendere in una gola prima di risalire per l’ultimo tratto. In quel momento ti sembrerà di calarti in un stretta fessura nella roccia, senza vederne la fine. Anche se col senno di poi è stato divertente, sul momento mi sono chiesto chi caspita me l’avesse fatto fare.
La vista dalla cima della Grignetta
E infine eccoci in cima. Il paesaggio è talmente mozzafiato da far dimenticare ogni fatica. Si vede tutto il ramo lecchese del lago, fino alla cima del Triangolo Lariano con Bellagio. La luce del tramonto colora le rocce delle montagne con mille sfumature di giallo. L’acqua del lago luccica, e decine di barche a vela si rincorrono da una riva all’altra. È uno spettacolo incredibile, a conferma che la Lombardia è una regione con tanto da offrire.
Ci riposiamo una decina di minuti, godendo del panorama che abbiamo davanti. Quindi prendiamo un bel respiro e iniziamo la discesa. Decidiamo di tornare a valle passando per l’altro sentiero, quello senza ferrata. È una discesa molto ripida, infatti alla fine le ginocchia fanno un po’ male. Tuttavia è molto suggestiva e si snoda lungo la Cresta Cermenati.
Arriviamo a valle esausti ma felici. Siamo soddisfatti di aver completato quest’impresa, che per me è stata la prima in assoluto. Cimentarsi in una ferrata non è da tutti, ma le emozioni che regala sono uniche.
3 consigli per affrontare la ferrata per la Grignetta (o Grigna Meridionale)
- Indossare sempre l’imbragatura e il casco. Anche se vedete qualcuno percorrere la via ferrata senza attrezzatura, non fidatevi. Si rischia sempre di cadere e farsi male, o peggio. Legarsi è un obbligo e significa prendere sul serio la montagna;
- Portare tanta acqua, almeno 1,5 litri. La quantità di energia che richiede una ferrata ad alta quota ha come conseguenza un’elevata disidratazione. Per questo è bene portarsi dietro grandi quantità di acqua, preferibilmente fredda;
- Portarsi i panini per il pranzo e del cioccolato. Quest’ultimo vi servirà nel caso abbiate un calo di zuccheri o un giramento di testa improvviso.
INFO UTILI
Per arrivare ai Piani Resinelli è sufficiente arrivare a Ballabio e seguire la strada che ti porterà a destinazione in 14 tornanti. In loco è presente un parcheggio gratuito.
5 commenti
Io quando mi faccio prendere dal panico inizio a non capire più niente e, come direbbero gli inglesi, divento molto clumsy. Per cui la ferrata non fa decisamente per me! Anzi, quando vado in montagna e mi capita di trovarmi su un sentiero stretto e pietroso, inizio ad immaginare scenari catastrofici, del tipo: ora mi si slega uno scarponcino e mi inciampo nel laccio, oppure quel pezzo di neve su cui sto per mettere il piede è in realtà una pietra che mi farà perdere l’equilibrio… Ecco, anche se amo la montagna mi dovrò accontentare di vedere le vostre ferrate 😉
No vabbè, io avrei fatto scene in stile “Tre Uomini e Una Gamba” : “metti il piede lì, in quella rientranza a forma di zoccolo di gnu” – “qui è tutto friabile, adesso non posso più né scendere né salire, né SCENDERE né SALIRE!!!”
Ahahaha avrete capito che per queste attività sono una vera frana, dovrebbero arrivare i vigili del fuoco con l’elicottero e la coperta termica per farmi scendere! ma voi siete stati dei grandi! 😀
Ora che so cosa si prova dubito che mi ri-cimenterò in un’impresa così titanica ahahah però che panorami, mamma mia!
A noi camminare e “scarpinare” piace ma in un’impresa così dubito che ci saremmo cimentati. Già mi vedo prendere il cellulare e contattare il servizio recuperi “alta quota” che mi venga a prendere….?
Adesso anche io, sapendo com’è, non credo che la intraprenderò una seconda volta ahahah 😀